L’intelligenza artificiale incomincia a far paura. L’avvento di ChatGPT e delle altre piattaforme di AI generativa ha fatto capire anche ai più scetti
L’intelligenza artificiale incomincia a far paura. L’avvento di ChatGPT e delle altre piattaforme di AI generativa ha fatto capire anche ai più scettici che a rischio non sono solo i lavori ripetitivi (come è stato raccontato per anni) ma anche quelli creativi e altamente professionali. Già adesso gli algoritmi sono in grado di sostituire un designer, un giornalista, un programmatore, un avvocato o un medico. E siamo solo all’inizio di una rivoluzione che secondo gli esperti è probabilmente la più importante della storia.
In un Ted del 2014, visto da oltre 22 milioni di persone, ha pronosticato perfettamente quanto sta avvenendo in questi mesi ovvero l’avvento di una AI capace di comprendere perfettamente il linguaggio umano grazie all’addestramento basato sulle informazioni online, contenute su Wikipedia e sulle altre fonti disponibili.
In quell’occasione Kurzweil ha esposto una previsione ancora più dirompente: la nascita del pensiero ibrido, che a suo avviso rappresenta l’unica possibilità dell’uomo per poter continuare a competere con le macchine.
Un altro trend tecnologico esponenziale – ha spiegato il noto futurologo – è il rimpicciolimento della tecnologia. A metà degli anni ’30 avremo dei nanobot capaci di entrare nel nostro cervello attraverso i capillari e questo ci consentirà di collegare la nostra corteccia cerebrale biologica ad una neurocorteccia sintetica posizionata sul cloud che fungerà da estensione della nostra.
Oggi – ha proseguito lo scienziato – abbiamo un computer nel nostro cellulare ma se necessitiamo di maggiore potenza di calcolo per pochi secondi possiamo utilizzare quella del cloud. Lo stesso principio si applicherà a livello cerebrale.
Se dobbiamo risolvere un problema importante in poco tempo e abbiamo pochi secondi a disposizione, i 300 milioni di moduli della nostra neurocorteccia potrebbero non essere in grado di trovare una soluzione, in questo caso possiamo farci aiutare da 1 miliardo di moduli aggiuntivi che sono a disposizione nel cloud semplicemente connettendoci con il pensiero.
In questo modo i nostri pensieri saranno un ibrido tra il pensiero biologico e non biologico e la parte non biologica sarà soggetta alle legge del ritorno accelerato ovvero crescerà in modo esponenziale.
Per Kurzweil il pensiero ibrido consentirà all’uomo ci continuare ad essere competitivo nei confronti dell’intelligenza artificiale e di non essere soppiantato da essa.
Per capire cosa ci aspetta lo scienziato americano ci riporta indietro nel tempo di 200 milioni di anni ovvero all’ultima volta in cui la neurocorteccia dell’uomo è aumentata di dimensione grazie allo sviluppo della corteccia frontale. Questo evento ha prodotto non solo un cambiamento fisico (una fronte ampia che ci differenzia da quella inclinata degli altri primati) ma anche e soprattutto intellettivo. L’espansione della corteccia ha consentito lo sviluppo del linguaggio, dell’arte, della scienza e della tecnologia. Nessun’altra specie lo ha fatto.
Quindi in un futuro non troppo lontano (poche decine d’anni) l’uomo avrà nuovamente la possibilità dopo 200 anni di espandere nuovamente la neurocorteccia, solo che questa volta non sarà limitata da una struttura chiusa (la scatola cranica) ma potrà espandersi senza limiti.
E’ evidente che la fusione tra la capacità cognitiva dell’uomo e la potenza computazionale delle macchine rappresenterà un superamento stesso della specie homo sapiens per come la conosciamo ora, l’ingresso in una nuova era che stravolgerebbe la civiltà attuale con conseguenze di non poco conto sul piano etico e sociale.
Chi controllerà la corteccia sintetica del cloud? L’accesso al cloud sarà uguale per tutti o sarà differenziato in base alle condizioni economiche? Queste sono solamente due tra le tante domande che si possono porre e alcune possibili risposte alimentano scenari distopici inquietanti.
Kurzweil notoriamente è un transumanista e dunque non si spaventa di fronte alla trasformazione dell’essere umano attraverso l’uso della tecnologia. Questa filosofia anche se ancora poco nota al grande pubblico è in realtà molto diffusa tra gli scienziati. Pensare che il timore di un possibile futuro distopico possa fermare l’avvento del pensiero ibrido sarebbe da ingenui.
I NANOBOT anche noti come nanorobot o nanomachine, sono piccoli dispositivi meccanici o elettronici a scala nanometrica (che è di circa un miliardesimo di metro) progettati per eseguire una varietà di compiti specifici. Possono essere utilizzati in molte applicazioni, come la medicina (per esempio, per identificare e trattare le malattie a livello cellulare), la produzione (per costruire prodotti a livello nanoscopico), e l’ambiente (per pulire le fonti di inquinamento). Sono ancora in una fase di sviluppo iniziale e la maggior parte della ricerca su di essi è attualmente concentrata sulla comprensione delle proprietà fondamentali dei materiali a scala nanometrica e sullo sviluppo di tecnologie in grado di costruire e controllare i nanobot in modo affidabile.
IL CLOUD COMPUTING è un modello di elaborazione dei dati in cui risorse di elaborazione, come server, storage, memoria e applicazioni software, sono fornite ai clienti tramite Internet dai provider di servizi cloud. In pratica, significa che anziché eseguire i software o archiviare i dati sul computer locale, questi elementi vengono memorizzati e gestiti da un’entità esterna su server remoti, accessibili tramite la rete. I servizi cloud possono essere utilizzati da individui o aziende per archiviare file, eseguire applicazioni e software, gestire la posta elettronica e altro ancora, senza dover investire in costosi hardware e software.
LA NEUROCORTECCIA è una parte del cervello che svolge un ruolo importante in molte funzioni cerebrali superiori, come la percezione sensoriale, la cognizione e la coscienza. Si trova nella parte esterna del cervello e è composta da sei lamine orizzontali di tessuto nervoso. La neurocorteccia è considerata una delle parti più recenti e evolute del cervello umano e gioca un ruolo cruciale nella capacità dell’uomo di comprendere e rispondere al mondo che lo circonda.
Fonte: Tiscali.it