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“Banche, l’Ue cambi norme sui crediti”

Tajani alla Commissione: "Danneggiate pure le pmi". Allarme Copasir sulle scalate

“Banche, l’Ue cambi norme sui crediti”

Introdurre delle modifiche temporanee alla normativa europea sui crediti deteriorati, pensata in tempi «normali» e ora inadeguata. Obiettivo: difen

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Introdurre delle modifiche temporanee alla normativa europea sui crediti deteriorati, pensata in tempi «normali» e ora inadeguata.

Obiettivo: difendere chi è in difficoltà temporanea a causa del Coronavirus e sostenere il credito.

Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia e del Ppe, presidente della Commissione Affari costituzionali al Parlamento europeo, ha indirizzato una lettera-appello alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, al vicepresidente Valdis Dombovskis e ai commissari Mairead McGuinness, Paolo Gentiloni e Thierry Breton, nella quale mette in guardia dal rischio rappresentato dal sempre più probabile aumento degli Npl e dalla conseguente stretta creditizia.

«Non possono essere i più deboli a pagare colpe che non hanno. La Covid-19 mette a dura prova la capacità di famiglie e imprese di ripagare i propri debiti in tempo. Per questo, oltre alle moratorie, deve essere modificata la normativa sui crediti deteriorati», spiega l’ex presidente del Parlamento europeo.

Tajani prende di mira in particolare il «calendar provisioning», il regolamento della Bce che impone alle banche accantonamenti più rapidi e svalutazioni più veloci degli Npl e che l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel già a settembre aveva definito «una bomba atomica». Norme che in tempi di Coronavirus, scrive Tajani, «potrebbero avere un impatto negativo sull’economia reale e, in particolare, sulle» piccole e medie imprese.

Necessario evitare che la normativa danneggi il sistema bancario e «vada a vantaggio di altri operatori, come i fondi speculativi, che operano sul mercato dei crediti deteriorati».

Tajani propone all’esecutivo europeo tre «modifiche temporanee». La principale riguarda la regola «dei 90 giorni scaduti, che fa scattare la classificazione del credito come default». Per aiutare le Pmi «questa regola dovrebbe essere temporaneamente rivista, tenendo presente che anche il debitore più affidabile potrebbe essere coinvolto nel rallentamento dell’economia».

Per quanto riguarda le banche, Tajani chiede la modifica del regolamento di Backstop, sulla copertura delle svalutazioni. Norme che «devono essere sospese o ricalibrate, almeno temporaneamente».

Da rivedere anche le regole sul trattamento delle esposizioni in stato di default. «In particolare – si legge nella missiva – il loro trattamento in caso di vendita su un mercato secondario».

I nuovi regolamenti della Bce, in particolare il calendar provisioning, sono stati al centro anche della relazione del Copasir al Parlamento. Regole «destinate, se non opportunamente ridefinite, a determinare gravi e pesanti ripercussioni sugli istituti bancari italiani, con ovvie ricadute sul sistema economico e sociale».

Nella relazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica, si lancia l’allarme su «una crescente e pianificata presenza di operatori economici e finanziari di origine francese nel nostro tessuto economico, bancario, assicurativo e finanziario». Strategie «non sempre in linea con le esigenze economiche nazionali».

Fonte : www.ilgiornale.it

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