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Generali, Calta supera il 7%. De Agostini prepara la vendita delle azioni

Tonfo delle azioni della compagnia, maglia nera in borsa. Secondo qualche operatore partono le prese di beneficio alla soglia simbolica di 19 euro. Ecco perché

Generali, Calta supera il 7%. De Agostini prepara la vendita delle azioni

Che i 19 euro di Assicurazioni Generali siano una soglia simbolica che abbia fatto scattare le vendite anche di alcuni fondi in borsa? Sono in molti a

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Che i 19 euro di Assicurazioni Generali siano una soglia simbolica che abbia fatto scattare le vendite anche di alcuni fondi in borsa? Sono in molti a chiederselo dopo che oggi a Piazza Affari, mentre è in corso la battaglia fra i due noccioli duri dell’azionariato e il Ceo Philippe Donnet si appresta a presentare fra meno di un mese il nuovo piano industriale triennale, il titolo del Leone ha chiuso a fine giornata perdendo quasi inspiegabilmente il 2,47% a 18,765 euro per azione, conquistando la maglia nera fra le blue chips e tornando appunto sotto i 19 euro, riacciuffati (era a questo livello esattamente due anni fa) il 3 novembre. Gli osservatori notano infatti come, dopo una cavalcata di oltre il 37,5% nell’ultimo anno, il bilancio invece sia negativo negli ultimi 30 giorni e il prezzo stia oscillando attorno a questa soglia da inizio mese, il che lascia supporre che a questi prezzi ci sia una certa sensibilità fra gli investitori.

Il vicepresidente delle Generali Francesco Caltagirone

Ma quello che, secondo qualche operatore, può aver convinto anche qualche azionista a premere il tasto della vendita è che mentre il secondo azionista Francesco Caltagirone, con acquisti concentrati fra il 12 novembre e ieri ha comprato altri 3,38 milioni di azioni, superando la soglia del 7% (al 7,027% tenendo conto anche della quota della controllata Aqua Campania e portando il Patto con Leonardo Del Vecchio e la Fondazione Crt al 13,81%), il gruppo De Agostini abbia avviato il percorso di dismissione della propria quota dell’1,4% nel capitale del Leone.

Secondo quanto ha rivelato infatti ieri Affari&Finanza, notizia non smentita dal colosso di Novara, le famiglie Drago-Boroli, storiche alleate di Mediobanca per il trait d’union di Lorenzo Pellicioli che siede anche nel consiglio di amministrazione della compagnia assicurativa triestina, hanno ormai deciso di uscire dall’azionariato e stanno cercando un compratore, mantenendo però i diritti di voto fino ad aprile proprio per dare il loro voto alla lista del board che come soci hanno voluto e che riproporrà Donnet, sostenuto da Piazzetta Cuccia, alla guida del gruppo ad aprile prossimo.

Gabriele Galateri e Philippe Donnet, presidente e Ceo Generali

Nel parterre di Piazza Affari, si commenta come la scelta del socio storico De Agostini, fatta alla vigilia della strategy, abbia finito per rafforzare le convinzioni di quanti ritengono che il titolo abbia raggiunto un livello dal quale sarà difficile allontanarsi ulteriormente in futuro. Dunque, meglio far scattare le prese di beneficio.

Fonte: Affaritaliani.it

 

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