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Mps, mancano 11 miliardi nei conti

Mentre la banca è finita nella black list della Consob per timori sulla continuità aziendale, nonostante l'inatteso utile, i periti del Tribunale di Milano hanno depositato un volume di quasi 6.000 pagine sui conti 2012-2017 dai quali emerge una mancata contabilizzazione pari a due aumenti capitale

Mps, mancano 11 miliardi nei conti

Il titolo Mps sale dell'1,2% a 1,18 euro per 1,18 miliardi di capitalizzazione, con il Ftse Mib incerto. La banca senese ieri ha pubblicato i conti, c

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Il titolo Mps sale dell’1,2% a 1,18 euro per 1,18 miliardi di capitalizzazione, con il Ftse Mib incerto. La banca senese ieri ha pubblicato i conti, che hanno visto un utile di 119 milioni di euro contro attese di Equita Sim di un rosso per 44 milioni. Nonostante ciò, venendo da diversi bilanci in perdita e con una mancanza (shortfall) di capitale atteso dalla stessa banca per meno di 1 miliardo al 31 marzo 2021, il gruppo è stato spostato dalla grey list alla black list della Consob e dovrà pubblicare tutti i mesi gli aggiornamenti sulla situazione di capitale e sulle misure, rafforzamento patrimoniale o aggregazione, cui sta lavorando per mettersi in sicurezza.

Intanto l’aumento di capitale da 2,5 miliardi è slittato da fine anno alla metà del 2022, in attesa che Bruxelles autorizzi un’operazione con capitali pubblici (il Mef ha la maggioranza di Mps) dopo aver verificato la viability, ovvero capacità della banca di reggersi sui propri conti.

Mps, guidata dall’ad Guido Bastianini, ha precisato che lo spostamento nella lista nera è dovuto al fatto che, come sottolineato anche dai revisori, c’è incertezza sulla continuità aziendale in relazione all’art 2446 del codice civile, che cita perdite superiori a un terzo del capitale. L’istituto senese si trovava nella lista grigia dal 2016.

Nel frattempo, nelle scorse ore è stata depositata al Tribunale di Milano la relazione del collegio sindacale nel procedimento penale, un volume di quasi seimila pagine firmato dai periti Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini, nominati dal Gip, Guido Salvini, in relazione alle ingenti perdite su crediti (11 miliardi nel periodo 2012-2015), non comunicate al mercato prima degli aumenti di capitale.

I due periti erano stati incaricati di verificare la corretta contabilizzazione delle rettifiche risultanti da tre ispezioni di Bankitalia e Bce tra il 2012 e il 2017, nell’ambito del procedimento che vede indagati per falso in bilancio gli ex vertici di Mps, Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori.

Lo scorso ottobre lo stesso Tribunale di Milano ha condannato a 6 anni Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, imputati come ex presidente ed ex ad di Mps (che hanno presentato ricorso). Per i giudici “l’organismo di vigilanza, pur munito di penetranti poteri di iniziativa e controllo (…) ha sostanzialmente omesso i dovuti accertamenti”.

Nel documento dei periti appena depositato, che milanofinanza.it ha potuto leggere, i due esperti scrivono di “omesse svalutazioni per competenza di posizioni altamente problematiche” e che Mps era orientato a contabilizzare le perdite su crediti al loro verificarsi, cioè quando si erano conclamate, e non a valutare i crediti sulla base del loro valore di presumibile realizzo in ossequio al principio di competenza, considerando gli eventi di deterioramento al sorgere debitori”.

Nonostante questi avvertimenti ai nuovi organi sociali, scrivono i periti, “la situazione purtroppo non mutò e difatti, in esito alla revisione della qualità degli attivi della Banca (Aqr) condotta nel 2014, con riferimento al bilancio chiuso al 31.12.2013 e ovviamente nel pieno rispetto dei principi contabili, la Vigilanza ispettiva della Banca Centrale Europea, subentrata a quella della Banca d’Italia, censurò nuovamente ed ancora più incisivamente l’operato del gruppo Mps nel merito della valutazione dei crediti”.

La Vigilanza ispettiva aveva “nuovamente segnalato gravi criticità nella identificazione e valutazione dei crediti problematici anche ascrivibili, ancora una volta, all’inadeguata valutazione da parte del gruppo Mps delle garanzie reali immobiliari, al mancato puntuale aggiornamento delle stime, al mancato rispetto da parte degli “operatori del credito” interni alla Banca delle procedure interne, ancora rilevate come lacunose e non prudenziali anche sotto il profilo degli attivatori automatici di rischio”.

Alla fine i due esperti scrivono che “in estrema sintesi ed in relazione agli aumenti di capitale avvenuti in quegli anni è risultato che le rettifiche nette su crediti non contabilizzate per competenza negli esercizi… per complessivi 11.420,81 milioni, pari a 7.766,15 milioni al netto dell’effetto fiscale, sono di importo pressoché analogo agli intervenuti aumenti di capitale avvenuti fra il 2014 ed il 2015, ammontanti… 8 miliardi”.

Secondo Giuseppe Bivona, fondatore di Bluebell Partners, “esattamente come nel procedimento che nell’ottobre 2020 ha portato alla condanna a sei anni di reclusione degli ex amministratori di Banca Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo e Fabrizio Viola per la falsa contabilizzazione dei derivati, con una monumentale relazione di circa seimila pagine i periti Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini, nominati dal Gip del Tribunale di Milano, Guido Salvini, hanno confermato la piena correttezza di tutti i nostri rilievi sull’occultamento di ingenti perdite su crediti (ben 11 miliardi nel solo periodo 2012-2015) tenute nascoste ai soci ed al mercato prima di ogni aumento di capitale”.

La perizia, aggiunge Bivona, ha permesso di stabilire “che la violazione dei principi contabili non ha riguardato solo il periodo 2012-2015 (Profumo/Viola) ma anche la successiva gestione 2016-2017 sotto la guida del nuovo ad Marco Morelli”. Dalla perizia è infatti risultato che al 31 dicembre 2016, spiega Bivona, ” Mps aveva un patrimonio netto di soli 3,5 miliardi rispetto al valore riportato a bilancio di 6,4 miliardi: questo vuol dire che contrariamente a quanto rappresentato dalla Bce, allora guidata dal presidente Mario Draghi, con lettera del 28 giugno 2017, Mps all’epoca non rispettava affatto i requisiti minimi di capitale quale condizione necessaria per ottenere dalla Commissione Europea il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale (8,3 miliardi di cui 5,4 miliardi versati dallo Stato) nell’estate 2017″.

La perizia Bellavia/Ferradini ha preso atto che la Bce, al termine di un’ispezione terminata al 17 marzo 2017, ovvero prima della rappresentazione sulla solvibilità della banca trasmessa alla Commissione Europea a giugno 2017, era al corrente «della necessità di appostare maggiori accantonamenti … 7547 milioni»”.

Bluebell Partners, come azionista sia di Mps che di Leonardo Spa, auspica che il Mef (socio di MPS al 64% e di Leonardo al 30,2%) revochi la nomina di Alessandro Profumo quale ad di Leonardo Spa votando a favore della proposta di azione di responsabilità che il fondo attivista ha presentato in vista della prossima assemblea e “convochi l’assemblea di Mps onde deliberare l’azione di responsabilità nei riguardi dei signori Alessandro Profumo e Fabrizio Viola per il danno cagionato alla banca per falsa contabilizzazione sia dei derivati che dei crediti deteriorati”.

Fonte: www.milanofinanza.it

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