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Anche Villeroy vuole scongelare i dividendi delle banche

Dopo Mersch anche il governatore della Banca di Francia appoggia la revoca del divieto della Bce alle banche di pagare i dividendi. Allo studio tre diversi scenari (per Equita il meno probabile è quello di un cap ai payout). In vista della riunione del 10 dicembre Villeroy avverte: l'Eurotower deve anche stare attenta a come trasmettere lo stimolo all'economia

Anche Villeroy vuole scongelare i dividendi delle banche

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Anche Villeroy de Galhau vuole scongelare i dividendi delle banche. Dopo che Yves Mersch, vicepresidente del consiglio di sorveglianza della Bce, ha dichiarato che le banche dell’Eurozona potranno pagare nuovamente i dividendi dal prossimo anno, se convinceranno le autorità di vigilanza che i loro bilanci sono abbastanza solidi da sopravvivere alle ricadute economiche e finanziarie della pandemia di coronavirus, oggi il governatore della Banca di Francia e membro del board della Bce ha osservato che le banche europee stanno affrontando una sfida più grande in termini di redditività piuttosto che in termini di solvibilità.

Infatti i bassi tassi di interesse hanno reso le banche europee meno redditizie delle loro rivali statunitensi, mentre il settore è rimasto frammentato in Europa e vulnerabile agli shock. In Francia, l’attuale crisi economica ha pesato più sulla capacità delle banche di generare profitti che sulla loro salute finanziaria, ha continuato Villeroy. “Il problema di oggi riguarda meno la solvibilità che la redditività delle istituzioni finanziarie francesi”, ha detto Villeroy durante una conferenza presso l’Acpr, l’autorità finanziaria francese.

Villeroy ha poi indicato che le regole sul capitale bancario internazionale hanno contribuito a impedire che l’attuale crisi si trasformasse in una crisi bancaria, respingendo le richieste del settore per un allentamento dei requisiti. Ma ha sostenuto la revoca del divieto della Bce alle banche di pagare i dividendi, messo in atto quest’anno per garantire che abbiano riserve sufficienti per far fronte alla crisi innescata dal Covid-19.

L’Eurotower ha ordinato alle banche della zona euro di sospendere tutti i dividendi e i buyback per conservare 30 miliardi di euro di capitale a marzo, poco dopo l’arrivo della pandemia in Europa. Da allora, il settore ha esercitato forti pressioni affinché le banche più forti potessero riprendere la distribuzione di capitale all’inizio del prossimo anno.

La Bce starebbe studiando tre diversi scenari sui dividendi: prorogare la raccomandazione di non pagare i dividendi per altri sei mesi in modo da seguire meglio l’evoluzione e gli impatti della pandemia; consentire il pagamento alle sole banche che soddisfino alcuni parametri predefiniti (solidità patrimoniale, qualità degli attivi, livello di copertura, livello di redditività); introdurre possibili vincoli all’ammontare dei dividendi pagabili (per esempio introduzione di un tetto al payout ratio). La decisione del regolatore sulla proroga del ban è attesa per metà dicembre.

“Riteniamo che le possibili proposte siano in linea con gli scenari da noi ipotizzati. In tutti i casi, pensiamo che le banche italiane potranno remunerare i propri azionisti nel 2021, relativamente ai risultati del 2020. Non crediamo che le banche possano procedere al pagamento del dividendo 2019, sospeso la scorsa primavera dopo la richiesta della Banca centrale europea”, ha commentato un analista.

Per Equita Sim lo scenario meno probabile, rispetto a quelli prospettati, è quello di un cap ai payout visto che sostanzialmente riprodurrebbe l’approccio attuale di mancanza di selettività fra le banche. “Ci sembra, invece, più probabile un rinvio della decisione, anche se il posticipo di 6 mesi rispetto ai 3 che ci attendiamo, risulterebbe, dal nostro punto di vista, una notizia negativa per il settore perché estenderebbe l’incertezza legata alla decisione finale”, ha affermato la Sim per la quale è ragionevole attendersi che al termine della proroga del divieto, e quindi eventualmente fra 6 mesi, il regolatore adotti un approccio selettivo sulle autorizzazioni a distribuire.

In ogni caso, “secondo noi, questi scenari non modificano ma anzi rafforzano la nostra visione in base a cui le banche che hanno maggior probabilità di essere autorizzate a ripristinare le generose politiche di dividendi sono quelle caratterizzate da una redditività resiliente anche nel 2020, quindi Intesa Sanpaolo per cui ci attendiamo un dividendo a valere sull’utile 2020 di 14 centesimi, pari a uno yield dell’8%, con un payout del 68%, e Mediobanca, per cui ci attendiamo un dividendi di 54 centesimi con uno yield del 7% e un payout del 70%”, ha precisato Equita, confermando che è ragionevole ipotizzare che le banche vengano autorizzate a pagare, nel 2021, dividendi a valere sulla generazione di utile 2020, “mentre ci sembrano molto improbabili distribuzioni di riserve sia di utili, gli importi accantonati nel 2019, sia di capitale”.

La Bce sta anche preparando un nuovo pacchetto di stimoli per alleviare l’impatto della pandemia di coronavirus sull’economia della zona euro, che dovrebbe essere deciso alla prossima riunione del 10 dicembre. Ma la quantità dello stimolo monetario non è l’unica questione da risolvere per l’Eurotower che deve anche stare attenta a come trasmettere lo stimolo all’economia, ha spiegato Villeroy.

“Dinanzi a una protratta incertezza, il nostro primo obiettivo dovrebbe essere mantenere condizioni di finanziamento molto favorevoli finché sarà necessario”, ha affermato il numero uno della Banca di Francia, sottolineando che “finora, la ricalibrazione degli strumenti deve concentrarsi in particolare non solo sul livello dello stimolo monetario, ma anche sulla durata, la flessibilità e sul loro utilizzo efficiente, o riassumendo, sulla qualità della trasmissione della politica monetaria”.

Fonte : www.milanofinanza.it

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