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Banche Venete. Dona: “La politica faccia la sua parte”

Banche Venete. Dona: “La politica faccia la sua parte”

Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona ha risposto ad una dichiarazione del membro della commissione di inchiesta sulle

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Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona ha risposto ad una dichiarazione del membro della commissione di inchiesta sulle banche del pd Francesco Bonifazi che ha detto: nel settore bancario c’è stato un “sistema di vigilanza che nella migliore delle ipotesi non è stato all’altezza del ruolo che doveva compiere”. Dona ha affermato: “Vero, ma il problema è che anche la politica deve fare la sua parte, cambiando le regole. Se sulle Banche Venete per evitare il tracollo non sono bastate le 16 ispezioni della Banca d’Italia svolte dal 2007 al 2017 è anche perché la loro missione resta quella di salvare in primo luogo le banche, non i risparmiatori”. “Per questo, come nel caso di Banca Marche, nel 2012 hanno preferito autorizzare aumenti di capitale pur di tentare il salvataggio dell’istituto, facendo correre così più rischi ai risparmiatori”. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori  ha aggiunto: “Se il 66% degli italiani ritiene che gli strumenti di tutela del risparmiatori siano inefficaci, come rilevato dalla recente indagine Acri, è perché nessuno li ha finora cambiati. Perché, ad esempio, non si è ancora vietata la vendita allo sportello di obbligazioni subordinate, come chiesto da Ignazio Visco anni fa, in tempi non sospetti? Perché non si è ancora compiuto alcun passo rispetto alla proposta del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, di correggere la normativa sul bail-in, introducendo una soglia di salvaguardia di 100 mila euro per gli obbligazionisti?” Dona ha  concluso: “Lungi da noi assolvere gli organismi di vigilanza, ma dalla politica ci attendiamo meno polemiche e più fatti”.

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