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L’Italia è il primo Paese in Ue per la tutela della biodiversità

Secondo i dati Legambiente il nostro Paese ha speso 1,7 miliardi per 970 progetti che salvaguardano la natura, grazie anche ai finanzaimenti europei. Ma c'è ancora tanto da fare

L’Italia è il primo Paese in Ue per la tutela della biodiversità

Italia prima in Europa sul fronte degli investimenti per la salvaguardia della biodiversità con oltre 1,7 miliardi di euro che hanno finan

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Italia prima in Europa sul fronte degli investimenti per la salvaguardia della biodiversità con oltre 1,7 miliardi di euro che hanno finanziato più di 970 progetti per la protezione della natura di cui circa 850 milioni stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento. Sono alcuni dei dati del report annuale sulla biodiversità di Legambiente, che fa un punto su trent’anni di protezione della natura, che si incrociano anche con il 30ennale della Convenzione sulla diversità biologica.

Dal 1992 a oggi, grazie al programma Life, nato 30 anni fa insieme alla direttiva Habitat per raggiungere gli obiettivi della legislazione e delle politiche Ue in materia di ambiente e clima, sono stati cofinanziati in Europa oltre 5.000 progetti che hanno mobilitato 12 miliardi di euro di investimenti di cui 5,6 miliardi stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento.

Tra le specie al centro dei progetti Life che hanno avuto successo in Italia troviamo il grillaio, il tritone crestato, la falena dell’edera, le orchidee spontanee, i fiori appenninici e la tartaruga Caretta caretta. Alcune di queste specie sono state salvate dall’estinzione come il grillaio, il camoscio appenninico, alcune orchidee spontanee, mentre altre hanno visto un miglioramento del loro stato di conservazione come il lupo, anche se rimane ancora a rischio a causa dei conflitti con gli allevatori e il bracconaggio.

In vista della Giornata mondiale della biodiversità del 22 maggio, Legambiente indica anche una serie di azioni da mettere in campo per accelerare la tutela della biodiversità e “colmare i ritardi costati all’Italia anche una procedura di infrazione, aperta lo scorso giugno dalla Commissione europea”. Tra le azioni urgenti da fare ci sono prevedere una maggiore tutela per la biodiversità marina, incrementare al 2030 le aree protette e le zone di tutela integrale, promuovere la gestione integrata della costa e rafforzare la tutela degli ecosistemi marini.

“La crisi climatica e quella legata alla perdita di biodiversità – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sono strettamente collegate, così come lo sono anche le soluzioni. Così come la Commissione Europea promuove e incentiva l’adozione di soluzioni basate sulla natura NBS nature based solutions per dare attuazione alle priorità’ politiche dell’UE, in particolare il Green Deal europeo, la Strategia per la biodiversità al 2030 e la Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, anche la nostra Agenda politica deve essere orientata su questa strada. Per raggiungere i target strategici nazionali ed europei su clima e biodiversità, servono azioni più’ incisive, integrate ed efficaci affrontando le varie sfide a livello globale attraverso le soluzioni basate sulla natura come raccomanda l’Unione Europea“.

Fonte: Repubblica.it

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