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Negli oceani sono stati scoperti migliaia di nuovi virus

Grazie a un’intelligenza artificiale sono state identificate oltre 5mila nuove specie di virus a rna nelle acque di tutto il mondo. Potrebbero fornire indizi anche sull’origine della vita

Negli oceani sono stati scoperti migliaia di nuovi virus

A caccia di virus. E stavolta non nelle grotte dei pipistrelli in Asia o nelle foreste sudamericane, ma negli oceani - un ambiente davvero poco esplor

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A caccia di virus. E stavolta non nelle grotte dei pipistrelli in Asia o nelle foreste sudamericane, ma negli oceani – un ambiente davvero poco esplorato e che può rivelare parecchie sorprese. E, infatti, analizzando migliaia di campioni di plancton prelevati da ogni oceano del globo, un team di ricercatori della Ohio State University ha scoperto oltre 5mila specie di virus a rna finora sconosciute. Una tale diversità che i ricercatori propongono, sulle pagine di Science, di duplicare il numero di phyla (passando da 5 a 10 gruppi tassonomici) per permettere di classificare i “nuovi arrivati”.

Lo studio

Il gruppo di scienziati della Ohio State University e che fa parte del Tara oceans consortium (un progetto globale per lo studio dei cambiamenti climatici sugli oceani) ha analizzato 35 mila campioni di acqua prelevati da 121 località negli oceani del mondo, estraendo sequenze genetiche dal plancton – piccoli organismi acquatici alla base della catena alimentare noti per essere un grosso serbatoio di virus. Per distinguere le sequenze dei virus a rna da quelle di altri virus o delle cellule, i ricercatori hanno indagato la presenza di un antico gene (chiamato RdRp) che è presente solo nei virus a rna e che serve per produrre una proteina indispensabile per la replicazione. Alla fine hanno trovato ben 44mila sequenze con questo gene.

Una nuova classificazione tassonomica

Il supporto dell’intelligenza artificiale è stato essenziale anche per l’organizzazione delle nuove specie, molte delle quali – sostengono i ricercatori – non appartengono a nessuno dei 5 phyla (cioè i gruppi tassonomici) esistenti. Per questo gli scienziati hanno proposto una nuova classificazione che aggiunge altri 5 nuovi phyla (Taraviricota, Pomiviricota, Paraxenoviricota, Wamoviricota and Arctiviricota) e che riscrive le relazioni evolutive tra un gruppo e l’altro.

Due dei nuovi phyla sono risultati particolarmente abbondanti in specifiche regioni oceaniche: Arctiviricota nell’oceano Artico e Taraviricota nelle acque oceaniche dei climi temperati e tropicali, segno che devono avere una certa importanza a livello ambientale, secondo i ricercatori. Quest’ultimo, inoltre, si ritiene possa essere l’anello mancante nell’evoluzione dei virus a rna che da tempo gli esperti stavano cercando e che collega due rami evolutivi noti.

All’origine della vita

Tutti abbiamo imparato a conoscere i virus a rna con la pandemia di Sars-Cov-2. Il mondo della ricerca in tempi non sospetti si era concentrato soprattutto sui microbi che possono dare problemi all’essere umano e alle sue attività (ci sono vari virus a rna che infettano gli animali e anche le piante). Ma c’è molto di più“Noi vogliamo studiare [i virus a rna] in modo sistematico su una scala molto ampia e esplorare un ambiente che nessun altro ha indagato in profondità”, ha commentato Matthew Sullivan, tra gli autori della ricerca. Questi microbi svolgono un ruolo chiave negli ecosistemi proprio perché interagiscono con gli organismi che li compongono e che guidano i processi biologici sul nostro pianeta.

Fonte: Wired.it

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