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Pillola robot per chi ha paura delle iniezioni

Un mini-robot ingeribile potrebbe fare le iniezioni direttamente nell'intestino, senza dolore e con più efficacia delle punture tradizionali.

Pillola robot per chi ha paura delle iniezioni

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Alcuni la chiamano belonefobia, per altri è la tripanofobia: comunque vogliate chiamarla, è la paura persistente, anormale e ingiustificata, di aghi e spilli. È un disturbo tutto sommato abbastanza comune, che colpisce, in misura più o meno grave, il 10% della popolazione mondiale. Rende insopportabile l’idea di fare iniezioni, prelievi di sangue e tutto ciò che comporti la presenza di un ago.

È un problema che (insieme a molti altri) potrebbe trovare una soluzione attraverso un sistema messo a punto negli Stati Uniti presso gli InCube Labs di Rani Therapeutics.

Dopo 8 anni di studi i ricercatori capitanati da Mir Imran hanno sviluppato una pillola robot che, dopo essere stata ingerita, esegue l’iniezione quando transita nella parete dell’intestino, dove l’operazione risulta indolore. La pillola, oltre a risolvere i problemi connessi con il dolore e con gli effetti locali di un’iniezione (ematomi, reazioni cutanee eccetera), rende anche più efficace e immediato l’assorbimento del farmaco da parte dell’organismo.

 BIOROBOT E PALLONCINI. La speciale capsula non contiene molle o parti in metallo: gli aghi sono realizzati in materiale sintetico e il meccanismo di iniezione è attivato da un palloncino che si gonfia una volta arrivato nel tratto intestinale.

La pillola, inoltre, è ricoperta con un particolare polimero che le permette di passare indenne attraverso lo stomaco: una volta raggiunto l’intestino il polimero si scioglie producendo una piccola quantità di CO2 che gonfia il palloncino. Quindi la differenza di pressione attiva il meccanismo di iniezione e il farmaco viene veicolato all’interno della parete intestinale.

 DOPPIO VANTAGGIO. Più precisamente l’iniezione viene effettuata nel tratto superiore dell’intestino, che è molto vascolarizzato – fattore che favorisce l’assorbimento del farmaco da parte del flusso sanguigno – ma, al tempo stesso, poco sensibile al dolore provocato dell’iniezione. Il team prevede di sperimentare il prototipo in tutte quelle terapie, come quella per il diabete, che richiedono più somministrazioni quotidiane di farmaci tramite iniezione.

Fonte: Focus.it

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