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Portofino, non si trovano camerieri per l’estate. Il titolare del Bistrot affacciato sulla baia: “I ragazzi vogliono essere liberi la sera”

Portofino, non si trovano camerieri per l’estate. Il titolare del Bistrot affacciato sulla baia: “I ragazzi vogliono essere liberi la sera”

Mauro Evangelista da 60 anni nell’enogastronomia: “Non penso sia una questione economica, qui lo stipendio è sui 1600 euro netti, poi ci sono la tredi

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Mauro Evangelista da 60 anni nell’enogastronomia: “Non penso sia una questione economica, qui lo stipendio è sui 1600 euro netti, poi ci sono la tredicesima, il trattamento di fine rapporto e in più le mance che contano molto”

Mauro Evangelista da 60 anni lavora come imprenditore nel settore dell’enogastronomia, e non ha certo il temperamento di chi si fa prendere dall’ansia, ma quest’anno è preoccupato per la stagione che si sta avvicinando molto velocemente con problemi di personale che non riesce a risolvere: “Una volta in primavera ci arrivavano mediamente 3 o 4 curriculum al giorno di ragazzi che volevano venire a lavorare nel locale” e stiamo parlando di Portofino, dell’ex Scafandro, che adesso si chiama Portofino Bistrot, posizione invidiabile, sulla calata Marconi, a pochi metri dalla piazzetta: “Alcuni erano ragazzi qualificati, altri meno, leggevamo, e selezionavamo, prendevamo i migliori; adesso non è più così”.

Secondo Lei da quando è cambiato il vento?

“Lo posso dire con assoluta certezza, esattamente dopo il Covid, intanto partiamo da una situazione pratica e reale. Giustamente i Comuni di tutta Italia per aiutare il settore che ha dovuto affrontare una crisi durissima, hanno permesso ai locali di dotarsi di spazi esterni, che all’inizio erano relativamente piccoli e non avevano bisogno di personale aggiuntivo. Adesso questi spazi esterni sono cresciuti notevolmente e manca il personale, ma questa è solo una delle tante cause”

Le altre?

“I ragazzi oggi non sono attirati da questo lavoro, forse gli complica troppo la vita, vogliono esser liberi di sera, e durante il weekend; una volta non era così, se non sbaglio dai dati Confcommercio Fipe,la Federazione dei pubblici esercizi, lo scorso anno nella ristorazione in Italia mancavano oltre 150 mila figure professionali, e parliamo soprattutto di camerieri e baristi; temo che quest’anno sarà ancora peggio”

 

Si parla di disoccupazione, e poi non si trovano le persone? Perchè secondo Lei domanda e offerta non si incontrano?

“Probabilmente è una questione di mentalità, ricordiamoci che è anche un lavoro impegnativo per più aspetti, ma non mancano le soddisfazioni, sei sempre a contatto con le persone. Forse oggi molti ragazzi rimangono in famiglia, sono aiutati dai genitori, magari preferiscono fare lavoretti sporadici, e si accontentano di vivere alla giornata. Forse sperano di diventare come la Ferragni, ricchi con le idee, ma senza mai dover faticare fisicamente”

Torniamo a Lei, dall’inizio dell’anno quanti curriculum le sono arrivati?

“Zero, siamo in giro su vari portali e nessuno risponde, la mia situazione è la stessa di molti altri locali. Ho già fatto una quindicina di colloqui con ragazzi che mi sono arrivati per passaparola; all’inizio sembra tutto facile, poi c’è chi non ha la patente e qui a Portofino può diventare un problema per gli orari; c’è chi vive a Chiavari, e ti senti rispondere che è troppo lontana. Alla fine abbiamo selezionato 4 ragazzi che ci sembravano disponibili: ne è rimasto uno, per fortuna abita in zona, ma uno solo non ci basta”

Non sarà mica una questione economica?

“Non credo proprio, lo stipendio qui è sui 1600 euro netti, poi c’è la tredicesima, il trattamento di fine rapporto e ci sono le mance che contano molto”.

Ma gli altri locali come fanno?

“Hanno i nostri stessi problemi. Forse si salvano solo i grandi gruppi che fanno arrivare il personale da tutta Italia, e riescono a insegnare il mestiere ai giovani, offrendo oltre allo stipendio anche vitto e alloggio, che per noi è impossibile. Finiremo come i negozi commerciali degli Anni Sessanta che poi sono scomparsi, assorbiti dai grandi gruppi”.

Non ha pensato a una soluzione?

“A questa età vorrei cambiare mestiere, saltare dall’altra parte, e provare l’emozione di fare il dipendente per un mese, e capire perchè è diventato tutto cosi difficile”.

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FONTE:  https://genova.repubblica.it/cronaca/

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