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Vaccini anti Covid, la campagna inizia tra le polemiche sulle dosi. E c’è il caso De Luca

Il ministro della Salute, Roberto Speranza: all'Italia arriveranno 450mila dosi a settimana, i contratti con le aziende produttrici sono stipulati direttamente dalla Commissione europea. Polemiche per la scelta del presidente della Regione Cmpania di farsi iniettare la dose di vaccino ufficialmente riservato a operatori sanitari e ospiti delle Rsa

Vaccini anti Covid, la campagna inizia tra le polemiche sulle dosi. E c’è il caso De Luca

Il giorno dopo il via della campagna vaccinale contro il Covid-19 non si placano le polemiche e le critiche per il numero di dosi riservate in questa

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Il giorno dopo il via della campagna vaccinale contro il Covid-19 non si placano le polemiche e le critiche per il numero di dosi riservate in questa prima fase all’Italia. Polemiche anche per la scelta del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di farsi iniettare subito il vaccino. Procedendo con ordine, sulle dosi sono tanti a polemizzare perché l’Italia ha ricevuto solo 9.750 dosi, contro le 150mila della Germania. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato che all’Italia arriveranno “450mila dosi a settimana”. Per poi precisare che “i contratti con le aziende produttrici dei vaccini
sono stipulati direttamente dalla Commissione europea per conto di tutti i Paesi membri dell`Unione”. In particolare, appunto, “ogni Paese riceve la quota percentuale di dosi spettante in proporzione alla popolazione secondo le stime Eurostat. All’Italia è destinato il 13,46% di ogni fornitura. Questo equivale a 26,92 milioni di dosi dal contratto con Pfizer-Biontech, di cui 8,749 milioni nel primo trimestre. La consegna della prima delle forniture da 470mila dosi settimanali è programmata per la settimana che sta per iniziare”. Il titolare della Salute ha provato così a spegnere ogni polemica sul numero delle dosi di vaccino già consegnato diverso nei Paesi Ue: “Una stupidaggine. Quelli Pfizer sono a Bruxelles, quindi in Germania arrivano prima che da noi. Non c`è chi è più bravo e ne compra di più e chi è più scarso e ne compra di meno. A regime, a noi spettano 420 mila dosi a settimana, e quelle saranno”). “Se arriva subito al traguardo anche AstraZeneca, entro il primo trimestre si aggiungeranno altri 16 milioni di dosi, che corrispondono ad altre 8 milioni di persone vaccinate. Risultato finale: noi già dal primo aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati, e così avremmo già raggiunto la
Fase Uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico”, ha poi detto in un colloquio su La Stampa il ministro della Salute. AstraZeneca, ha spiegato il ministro, “ha raggiunto il 95% di efficacia e già entro questa settimana l`Agenzia del Farmaco della Gran Bretagna potrebbe dare via libera alla commercializzazione. Se questo accade, siamo a un ‘Game Change’ ancora più significativo”. E soprattutto, ha ricordato che “il vettore
virale è prodotto a Pomezia, nell`impianto Irbm, l`infialamento avviene ad Anagni, e la conservazione delle dosi non ha bisogno di temperature a 75 sotto zero. Vuol dire che per noi, sfruttando Pratica di Mare come hub, sarà tutto più semplice: produzione, distribuzione, conservazione”.

Anche sul ruolo delle Regioni in questa fase è intervenuto il ministro Speranza: “Stavolta non hanno alibi, la gestione è centralizzata sul piano delle forniture, e per il resto gli abbiamo dato 15mila assunzioni in più tra il personale medico…”. A proposito di Regione ieri è anche scoppiato il caso De Luca per la scelta di farsi iniettare il vaccino, ufficialmente riservato a operatori sanitari e ospiti delle Rsa. Hanno protestato Lega, Fdi ma anche Nicola Fratoianni di Leu ha avuto da dire: “E’ del tutto inaccettabile che chi ricopre incarichi pubblici se ne freghi delle regole. Così è solo una dimostrazione di arroganza inaccettabile”.

Fonte: www.italiaoggi.it

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