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Cashback e lotteria degli scontrini sono la strada giusta per limitare il contante”

SALONE DEI PAGAMENTI/ Intervista a Rita Camporeale, responsabile Sistemi di pagamento dell’Abi

Cashback e lotteria degli scontrini sono la strada giusta per limitare il contante”

L’uso del contante si ridurrà sempre di più e il futuro dei pagamenti sarà sempre più digitale”. HuffPost ha raccolto le parole di Rita Camporeale, re

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L’uso del contante si ridurrà sempre di più e il futuro dei pagamenti sarà sempre più digitale”. HuffPost ha raccolto le parole di Rita Camporeale, responsabile Ufficio sistemi di pagamento dell’Abi, impegnata dal 3 al 5 novembre con il Salone dei pagamenti. Il salto tecnologico nell’uso di strumenti alternativi al contante è stato fortemente spinto dalla fase pandemica, anche se il nostro Paese rimane, nel panorama europeo, ancora legato all’utilizzo della moneta fisica. Quanto alle strategie del decisore politico per stimolare la tradizione alle carte di credito, “il principio di introdurre incentivi come il cashback o la lotteria degli scontrini, e non obblighi o divieti, è sicuramente premiante”. Poi c’è il tema generazionale: “Il modo in cui si approcciano i nativi digitali rispetto a una popolazione che ha imparato a utilizzare il digitale è profondamente diverso”.

Dottoressa Camporeale, ci aiuta ad aprire una finestra sul futuro dei pagamenti digitali?

Quest’anno, anche a causa della pandemia, abbiamo vissuto un salto tecnologico nelle abitudini di pagamento degli italiani. Anche se nel confronto europeo il numero di operazioni pro-capite con strumenti alternativi al contante rimane più basso della media, in realtà abbiamo avuto un forte spostamento dall’utilizzo di contante all’utilizzo di strumenti come carte di pagamento o bonifici online. Una tendenza dovuta sì al periodo di chiusure delle attività, ma che permane anche dopo la fine della fase di chiusura. Ovviamente la tendenza andrà osservata sul lungo periodo, ma possiamo dire che il futuro dei pagamenti sarà sempre più digitale, sempre più basato su tecnologie avanzate che consentono un’interazione veloce, ad esempio le carte contactless, e sempre più attraverso i nostri smartphone, quindi il mobile payment sta diventando una strada maestra per il futuro.

Cosa ci dobbiamo aspettare? Quanto e quando sostituiranno – finalmente – il contante?

Noi non pensiamo che si possa arrivare nel breve periodo, perlomeno in Italia, a una società senza contante, ma sicuramente avremo una società che usa meno contante. All’inizio del periodo pandemico abbiamo visto un aumento della detenzione di contante, abbiamo poi avuto l’esperienza di una sua netta riduzione, che come dicevo permane anche dopo la fine del periodo critico. Non possiamo dire che il contante sarà completamente sostituito, considerando che c’è una fascia di popolazione che ha poca familiarità con gli strumenti digitali e che quindi predilige comunque l’utilizzo del contante. Da una serie di analisi si evince che permane una significativa riduzione del rapporto tra il valore dei prelievi in contanti e quello dei pagamenti effettuati con carta. Alla luce di questo immaginiamo che l’uso del contante si ridurrà sempre di più.

Se guardiamo oltralpe troviamo Paesi ove si utilizza già prevalentemente lo strumento di pagamento elettronico e il contante è quasi sparito dalla circolazione…

L’Olanda e la Svezia ad esempio. La banca centrale svedese si sta preoccupando che il contante non venga più utilizzato e sta analizzando possibili aggiustamenti.

Cosa possiamo dire distintamente dei pagamenti in negozio e quelli online? Come si evolveranno l’uno e l’altro?

Sicuramente le banche si stanno adeguando a un rapporto su tutti i canali. Il negozio e l’online nell’esperienza dell’utente sono sempre di più facili sostituti e anche in negozio abbiamo una tendenza, con la tecnologia contactless, di far sfumare l’esperienza del pagamento nella complessiva esperienza dell’acquisto. Come se fosse una fase che non vediamo più, attraverso ad esempio la possibilità di uscire dal negozio inquadrando solo il QR code che contiene i dati del pagamento. L’evoluzione va verso una sostituibilità abbastanza spinta tra il fisico e l’online e, parlando di quest’ultimo, tutto attraverso telefonia mobile.

Si possono fare delle considerazioni a proposito dei diversi tipi di clienti dei pagamenti digitali?

Questo sarà uno dei temi cardine del Salone dei pagamenti. Quello che posso dire in linea generale è che il modo in cui si approcciano i nativi digitali rispetto a una popolazione che ha imparato a utilizzare il digitale è profondamente diverso. In questo c’è anche una differenza di preferenze rispetto ai vari strumenti, ad esempio in Italia c’è un grande utilizzo di carte prepagate.

Come si spiega?

Da un lato sono quelle che più facilmente i genitori danno ai figli per tenere sotto controllo la paghetta elettronica, ma dall’altro fanno capire che c’è qualche timore sulla sicurezza nei pagamenti online. Timore che in realtà con le nuove tecnologie, a seguito della seconda direttiva europea sui pagamenti, si va sciogliendo.

Che ruolo hanno avuto le azioni di governo in questi ultimi anni per spingere la digitalizzazione?

È stato fatto molto, tutto il piano Cashless, che ha introdotto da un lato il credito d’imposta per gli esercenti a fronte dell’accettazione di pagamenti con carta, avviato prima nel settore carburanti e poi esteso a tutti gli esercenti e professionisti, dall’altro la lotteria degli scontrini e il cashback, sicuramente hanno avuto un impatto che si è sommato all’effetto della pandemia. Il dato più significativo è senza dubbio l’abbassamento dell’importo medio di ogni singolo pagamento con carta di pagamento, che vuol dire che i pagamenti di piccolo importo vengono fatti sempre di più con strumenti alternativi al contante.

Quindi gli incentivi servono?

Sì, anche se ogni misura va valutata sotto vari profili. In linea generale, il principio di introdurre incentivi e non obblighi o divieti è sicuramente premiante. Noi lo stiamo dicendo da anni e credo che l’esperienza ci suggerisca che è la strada giusta da percorrere.

Fonte: Huffpost

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