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Tutte le rotte (e gli affari) dietro il gas americano in Grecia

Atene dopo essere stata avanguardia con il Pireo ceduto ai cinesi di Cosco, ha nuovamente la possibilità di farsi largo in un settore su cui si stanno investendo molti denari. Da Alexandrupolis il gas giungerà in tutti i Balcani

Tutte le rotte (e gli affari) dietro il gas americano in Grecia

Non solo diplomazia. Sul dossier energetico da tempo si stanno coagulando interessi e relazioni tra big players di ieri e potenziali nuovi interpreti

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Non solo diplomazia. Sul dossier energetico da tempo si stanno coagulando interessi e relazioni tra big players di ieri e potenziali nuovi interpreti di domani. Mentre i grandi interpreti mondiali sono alle prese con la crisi in Ucraina, nell’Egeo prosegue la lenta ma costante evoluzione del sistema imprenditoriale che fa capo al gas. Un passaggio che, anche se graduale, già produce effetti chirurgici sia in capo alle nuove partnership, sia alle prospettive del breve e medio periodo.

Qui Elefsina

Le compagnie greche dominano le flotte globali di Gnl e c’è un’ottima base da sfruttare con cantieri navali a Elefsina, dove gli Usa stanno lavorando per fare della Grecia l’hub energetico nell’Europa sudorientale e centro di eccellenza per l’industria navale. Lo dimostrano i volumi, in aumento, di Gnl americano che giungono nell’Egeo. Da due anni, sotto la regia dell’Ambasciatore americano ad Atene Jeoffrey Pyatt, è partita una spinta sia diplomatica che commerciale per far tornare Elefsina Shipyard al suo status storico di centro di servizi marittimi di livello mondiale e hub energetico per una regione che, potenzialmente, va dal Mediterraneo orientale al costone balcanico. Gli Usa sono impegnati non solo alla rinascita di Elefsina, ma anche dei vicini cantieri Scaramangas, come ha osservato pubblicamente il diplomatico pronto a lasciare il suo incarico in Grecia, dove è in arrivo il nuovo ambasciatore George Tsounis (uomo di affari ellino-americano, designato da Joe Biden in persona, su cui stanno però arrivando critiche da parte dell’establishment politico).

Strategie e partnership

In occasione del meeting Industrial Cooperation Day organizzato dai gruppi Fincantieri e Onex, sul tema “Domestic shipbuilding capacity – Building a shipbuilding ecosistema”, si è discusso armonicamente di geopolitica ed energia, nella consapevolezza che la Grecia dopo essere stata avanguardia con il Pireo ceduto ai cinesi di Cosco, ha nuovamente la possibilità di farsi largo in un settore su cui si stanno investendo molti denari. Come ad esempio fatto dalla società greca Marran GAS, che ha effettuato un totale di 10 ordini per navi gasiere gemelle, ciascuna con una capacità di 174.000 metri cubi (consegna da marzo 2022 a dicembre 2025). O come fatto dall’oligarca greco Vaghelis Marinakis che, assieme alla famiglia di Wilbur Ross, già segretario al Commercio dell’amministrazione Trump, ha dato vita alla terza compagnia più grande al mondo di navi gasiere.

Inoltre, la forte rete di partnership industriali di Lockheed in Grecia, così come la sua solida collaborazione con l’italiana Fincantieri, ha aggiunto Pyatt, “mi rendono fiducioso” anche sulla partita legata alla difesa di Atene che, è utile ricordando, non è solo un affare meramente nazionale ma tocca il delicato tema della sicurezza energetica dell’intero Mediterraneo.

Scenari

Il punto di caduta di questa strategia è nel porto di Alexandrupolis, dove è giunta la decisione finale di investimento (FID) per la costruzione del Sistema Indipendente del Gas Naturale (INGS).

Il terminale Gnl di Alexandroupolis contribuirà alla sicurezza energetica e alla diversificazione dell’intera regione dell’Europa sudorientale, rafforzando il ruolo strategico della Grecia e offrendo fonti e rotte alternative per la fornitura di gas naturale nell’area. Si tratta di un’infrastruttura, la FSRU, con una capacità di 153 500 m 2 di GNL, che sarà collegata al Sistema Nazionale di Trasporto del Gas Naturale della Grecia da un gasdotto lungo 28 km, attraverso il quale il Gnl gassificato sarà trasmesso non solo ai mercati di Grecia, Bulgaria ma da lì anche a Romania, Serbia, Macedonia del Nord, fino alla Moldova e all’Ucraina. Il terminale dovrebbe entrare in funzione entro la fine del 2023 e risolvere, nel frattempo, alcuni fronti oggi caldissimi.

Fonte: formiche.net

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