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Indotto auto, appello dell’Anfia: «No alla chiusura delle fabbriche solo in Italia»

Indotto auto, appello dell’Anfia: «No alla chiusura delle fabbriche solo in Italia»

Attenzione verso le misure di sicurezza negli stabilimenti, ma lo stop alla produzione danneggerebbe la filiera italiana Nel giorno in cui Fiat Chrys

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Attenzione verso le misure di sicurezza negli stabilimenti, ma lo stop alla produzione danneggerebbe la filiera italiana

Nel giorno in cui Fiat Chrysler annuncia la chiusura di tutti gli stabilimenti auto in Italia dall’Anfia, l’associazione delle imprese della filiera automotive, arriva invece l’appello a resistere. «Non ci sono margini di chiusura degli impianti produttivi – scrivono i vertici dell’associazione – se non con una decisione congiunta dei Paesi Ue, in particolare Germania e Francia». Lo stop degli impianti italiani per 15 giorni, ribadiscono, è praticabile solo se condiviso con i governi tedesco e francese.

La posizione è chiara: Germania e Francia rappresentano il primo e il secondo paese di destinazione delle esportazioni italiane di componentistica, rispettivamente pari a quota 20 e 11%. La profonda interconnessione tra le filiere italiane e quelle tedesche e francesi rende l’ipotesi di blocco assai rischiosa per la tenuta del comparto intero. La chiusura delle fabbriche italiane «porterebbero a danni irreparabili per la filiera produttiva automotive – scrive l’Anfia – andandone a intaccare pesantemente la competitività sui mercati internazionali».

Un appello a tenere duro, alla luce del fatto che un fermo produttivo – regionale o nazionale – implicherebbe l’immediata perdita di commesse e clienti all’estero, con conseguenze devastanti sull’economia italiana, che però deve fare i conti con la decisione di moltissime imprese del settore di bloccare, sebbene temporaneamente, la produzione, e con un’ondata di scioperi sulla questione sicurezza.

Hanno già annunciato la chiusura Marelli, Piaggio, Bosch, Tiberina, solo per citare alcune realtà, si tratta di fornitori di primo livello (Tier1) dei produttori auto che hanno scelto di fermarsi temporaneamente in conseguenza dell’allarme sanitario in corso. In Piemonte lo stop ha riguardato ad esempio la multinazionale Denso, la Michelin, a Torino, Cuneo e Alessandria, la Skf, con attività produttive sospese per due giorni, e temporaneamente gli stabilimenti di Chn Industrial. Nella sola provincia di Torino sono circa 12mila gli addetti del manifatturiero fermi, come riferisce la segreteria della Fiom.

«Teniamo alla salute dei nostri dipendenti – sottolinea il presidente dell’Anfia Paolo Scudieri – le aziende oggi sono luoghi in cui si applicano con rigore le misure di sicurezza messe in campo dal governo, ma lavoriamo anche per una ripresa che possa dare futuro ai nostri dipendenti e, con essi, alle loro famiglie».

Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/indotto-auto-appello-dell-anfia-no-chiusura-fabbriche-solo-italia-ADdJRhD

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