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Bei, ecco la Banca per il Clima

La roadmap 2021-2025: più del 50% dei finanziamenti alla sostenibilità, il resto secondo il principio del “nessun danno”. Via dal 2021, ma i progetti già presentati hanno tempo fino al 2023 (articolo di Quotidiano Energia)

Bei, ecco la Banca per il Clima

A un anno dal varo della strategia di finanziamento da 1.000 miliardi di euro al 2030 che esclude i combustibili fossili, il Cda della Banca europea p

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A un anno dal varo della strategia di finanziamento da 1.000 miliardi di euro al 2030 che esclude i combustibili fossili, il Cda della Banca europea per gli investimenti (Bei) ha approvato la “Climate Bank Roadmap 2021-2025”, contenente le linee guida che allineeranno al Green deal Ue l’azione dell’istituzione finanziaria nel prossimo quinquennio.

La Roadmap, redatta anche con il contributo degli oltre 200 soggetti coinvolti nel processo di consultazione, trasformerà di fatto la Bei in una “Banca Ue per il Clima”, sottolinea il documento. Da un lato, infatti, i finanziamenti a sostegno dell’azione climatica supereranno il 50% del totale, dall’altro la quota restante sarà destinata a progetti che rispettano il principio della tassonomia Ue del “nessun danno significativo” all’ambiente. In questo modo, tutte le attività della Bei saranno compatibili con l’Accordo sul clima di Parigi.

La Roadmap mette nero su bianco l’impegno della Banca a perseguire quattro direttrici fondamentali: accelerare la transizione a livello globale aumentando gli investimenti “green” e sostenendo l’innovazione e i nuovi modelli di business, garantire che la transizione sia equa e giusta per tutti, assicurare che nessuna delle attività rechi danno alla transizione, inquadrare questi primi tre elementi in un approccio coerente con la finanza sostenibile.

In particolare, ricorda il documento, la Bei avrà un ruolo centrale nella gestione del Meccanismo per la transizione giusta, sostenendo attraverso i prestiti per i programmi strutturali il Fondo per la transizione giusta (primo pilastro del Meccanismo), partecipando a InvestEU (secondo pilastro) e fungendo da partner finanziario dello strumento di prestito per il settore pubblico (terzo pilastro).

Considerato però che alcuni aspetti chiave del Meccanismo (base giuridica, selezione dei territori etc.) devono ancora essere approvati dalla Ue, la Banca prevede di presentare un piano specifico entro la metà del 2021.

Tornando alla Roadmap, la Bei verificherà i progetti nei Paesi Ue sulla base dei Pniec, delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e dei Piani per la ripresa, mentre al di fuori dell’Unione si terrà conto delle strategie di lungo-termine e dei contributi nazionali (Ndc).

I progetti nel settore energetico saranno valutati attraverso la “politica di prestito all’energia” approvata l’anno scorso, mentre per la mobilità su strada il focus sarà sulla decarbonizzazione del parco veicoli. Considerata tuttavia l’attuale crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19, sarà inizialmente adottato il principio del “nessun danno”.

Nel caso delle industrie energivore, i finanziamenti andranno alla ricerca e sviluppo sulle tecnologie low-carbon, mentre per le centrali convenzionali sarà sostenuta l’efficienza, la riduzione delle emissioni e l’economia circolare.

Tutti i progetti saranno valutati sulla base dello “shadow cost of carbon”, il parametro utilizzato dalla Bei da più di 20 anni per calcolare il costo reale della CO2. Tale parametro salirà dagli 80 €/ton fissati attualmente a 250 €/ton nel 2030, per poi crescere ulteriormente a 525 €/ton nel 2040 e a 800 €/ton nel 2050. Ogni anno la Banca effettuerà comunque un aggiornamento della traiettoria.

Il nuovo sistema sarà applicato a tutti i progetti che saranno presentati alla Bei dal 1° gennaio 2021, ma l’approvazione delle iniziative già in fase di valutazione, anche non allineate ai nuovi parametri, potrà avvenire fino alla fine del 2022. Da questa data la Bei non finanzierà più progetti nella produzione upstream di petrolio o gas, estrazione di carbone, infrastrutture dedicate a carbone, petrolio e gas naturale e generazione di elettricità o calore da fossili, con l’eccezione delle centrali con emissioni inferiori a 250 gr CO2/kWh.

Fonte : www.ansa.it

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