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BCC: Iccrea Holding vs Cassa centrale banca. Il 2017 sarà l’anno decisivo per il nuovo assetto del credito cooperativo

BCC: Iccrea Holding vs Cassa centrale banca. Il 2017 sarà l’anno decisivo per il nuovo assetto del credito cooperativo

Prende sempre più forma il sistema duale delle BCC che ruota intorno alle due capogruppo Iccrea Holding e Cassa Centrale banca alle quali nel cors

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Prende sempre più forma il sistema duale delle BCC che ruota intorno alle due capogruppo Iccrea Holding e Cassa Centrale banca alle quali nel corso del 2017 dovranno aderire le circa 360 BCC italiane.

L’assemblea di Federcasse riunita a Roma ha preso atto, spiega un comunicato, della “mancanza delle condizioni per la costituzione di un gruppo bancario cooperativo nazionale unico” sancendo di fatto la nascita ufficiale di due Caprogruppo (più quella provinciale delle Raiffeisen).

Restano fuori quelle, con patrimonio superiore ai 200 milioni, che hanno avuto la possibilità di scegliere di trasformarsi in SPA e quindi ballare da sole. Le ultime due a prendere decisioni cruciali sul proprio futuro sono state, lo scorso fine settimana, ChiantiBanca e Banca di Cambiano due BCC toscane che hanno deciso di imboccare strade ben diverse.

Un mutamento così profondo della geografia del credito cooperativo in Italia deriva dalla famosa riforma delle BCC voluta dal Governo italiano per rafforzare il sistema delle banche del territorio. Nel 2017, la riforma delle BCC arriverà a compimento e il nuovo sistema entrerà a regime con nuove gerarchie e scenari di sviluppo. I primi mesi dall’anno in particolare saranno importanti per capire quante e quali BCC andranno con Iccrea Holding cioè la Capogruppo romana voluta dal sistema Federcasse o con Cassa Centrale banca, cioè la capogruppo trentina voluta da un sistema di BCC che si è autodefinito “virtuoso” in contrasto con la gestione romana. Ad oggi le preadesioni alla seconda capogruppo sono 99, ma Cassa Centrale banca spiega che molte BCC aspettavano l’assemblea del 20 dicembre e la conferma ufficiale del sistema duale prima di comunicare la propria adesione; il numero quindi è destinato a salire nei prossimi giorni.

BCC: la riforma e le via d’uscita

Dopo tante discussioni e polemiche, ad aprile scorso la riforma del sistema delle Banche del credito cooperativo è diventata legge. L’obiettivo del Governo Renzi era da una parte il rafforzamento del credito cooperativo e dall’altra la difesa della sua vocazione mutualistica e di sostegno al tessuto economico del territorio. Ma sulla strada per raggiungere questi due obiettivi si è discusso fino allo sfinimento.

In breve, la riforma obbliga le BCC ad aderire ad una capogruppo, cioè una BCC abbastanza grande da avere un patrimonio minimo di un miliardo. Lo scatenarsi delle polemiche intorno all’obbligo di adesione, ha convinto il Governo a introdurre una sorta di via d’uscita: le BCC con con almeno 200 milioni di patrimonio possono scendere dalla giostra della riforma scegliendo la way out cioè pagando allo Stato il 20% delle proprie riserve e deliberare la trasformazione in SPA.

Il termine per fare questa scelta è stato fissato nei 60 giorni successivi all’approvazione della riforma delle BCC. Entro il 15 giugno, quindi, le 12 BCC a cui è stata concessa la possibilità di scegliere hanno dovuto prendere una decisione e deliberare la trasformazione o meno in SPA.

Sistema unico o duale?

Inizialmente la prospettiva più accreditata era quella che vedeva la creazione di un’unica Capogruppo, quella sponsorizzata dall’Associazione di categoria Federcasse, intorno alla quale avrebbe ruotato l’intero sistema delle BCC italiane. Con il passare dei mesi e l’aumentare delle polemiche però, questa prospettiva ha perso terreno.

Prima dell’estate infatti, una quindicina di BCC hanno inviato una lettera a Bankitalia per chiedere la promozione della nascita di una seconda Capogruppo ed evitare così la creazione di un monopolio. Tutto era nelle mani di Cassa Centrale banca, una BCC di secondo livello come Iccrea Holding con le potenzialità di offrirsi al sistema delle BCC come secondo capogruppo.

La decisione è arrivata a metà ottobre quando nel corso di una convention a Verona Cassa Centrale Banca ha illustrato ai rappresentanti delle BCC presenti il cronoprogramma: messa a punto del piano industriale entro fine anno, definizione del contratto di coesione che dovrà essere sottoscritto dalle BCC aderenti e lancio di un aumento di capitale da 600 milioni di euro entro marzo 2017, per poi arrivare a giugno a presentare l’istanza autorizzativa alle autorità competenti.

BCC e sistema duale: le ultime novità

Dopo la sua presentazione come seconda capogruppo, Cassa centrale banca ha iniziato a raccogliere le preadesioni delle BCC interessate a smarcarsi da Iccrea. L’ultima in ordine di arrivo è ChiantiBanca. La banca toscana sembrava decisa ad imboccare la strada della way out per evitare di dover aderire al sistema della capogruppo romana, ma nell’assemblea di domenica scorsa i soci hanno votato per il mantenimento della forma di banca di credito cooperativo (quindi niente trasformazione in SPA) e per l’adesione alla seconda capogruppo Cassa centrale banca.

Strada diversa quella imboccata invece, da un’altra grande BCC toscana, Banca di Cambiano che ha ufficializzato la decisione di trasformarsi in SPA. Già deciso nei mesi scorsi, l’abbandono della forma cooperativa è stato votato sabato scorso dall’assemblea dei soci nell’ultimo atto formale necessario alla trasformazione. Dal primo di gennaio 2017 sarà operativa la Banca Cambiano 1884, con 42 sportelli, 350 dipendenti, oltre 3,6 miliardi di attivo e un patrimonio netto di 233 milioni, mentre la cooperativa di Cambiano resterà in vita come ente mutualistico, (dopo aver scorporato l’attività bancaria e averla conferita a Banca Agci). Il costo della way out per la Banca di Cambiano è di 54 milioni, pari al 20% del patrimonio della BCC, come stabilito dalla riforma.

Nel corso dell’assemblea di Federcasse, il presidente Alessandro Azzi ha illustrato alla platea la sua relazione sul lavoro svolto per verificare se ci fossero le condizioni per la costituzione di un gruppo unico a livello nazionale. Il presidente però, spiega il comunicato ha dovuto prendere atto della “non praticabilità di tale soluzione”. Nasce così ufficialmente il sistema delle BCC italiane divise tra due capogruppo nazionali. Il 2017 quindi sarà l’anno decisivo per la riforma delle BCC: con la nascita ufficiale delle due capogruppo e l’obbligo di adesione delle BCC tutti i tasselli del futuro assetto del credito cooperativo italiano andranno al loro posto.

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