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L’Ocse peggiora le stime per l’Italia per il 2021

Per l'Ocse l'economia mondiale tornerà ai suoi livelli pre-pandemia entro la fine del 2021, la ripresa tuttavia sarà disomogenea. Italia a rischio.

L’Ocse peggiora le stime per l’Italia per il 2021

L'Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha affermato nel suo ultimo OECD Economic Outlook che l'economia mondiale tornerà

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L’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha affermato nel suo ultimo OECD Economic Outlook che l’economia mondiale tornerà ai suoi livelli pre-pandemia entro la fine del 2021, la ripresa tuttavia sarà disomogenea tra i paesi. Rimangono inoltre molti rischi lungo il cammino.

Nel suo Economic Outlook l’Ocse ha migliorato la stima sul Pil 2020 dell’Italia a -9,1% da -10,5% della precedente previsione. Nel 2021 il Pil è tuttavia atteso in crescita del 4,3% contro il +5,4% della precedente stima.

Il primo dicembre l’Ocse ha reso note le sue ultime previsioni sull’economia, le attese a livello globale sono per una contrazione del 4,2% nel 2020, un miglioramento rispetto alle previsioni di settembre che ipotizzavano una contrazione del Pil reale del 4,5%.

Un anno per tornare ai livelli pre-crisi
Per il prossimo biennio le attese sono di una crescita annua del 4%, in particolare del 4,2% nel 2021 (ma era +5% nelle previsioni di settembre) e del 3,7% nel 2022. Già alla fine del 2021 quindi l’economia globale dovrebbe riuscire a recuperare i livelli del 2019.

Le buone prospettive di diffusione dei vaccini e gli sforzi senza precedenti fatti dai governi e dalle banche centrali permettono di essere ottimisti: “For the first time since the pandemic began, there is now hope for a brighter future” hanno commentato gli economisti.

C’è tuttavia ancora molta incertezza sul futuro, la situazione resta “precarious”, è quindi necessario che i governi non abbassino la guardia per evitare che questa crisi lasci cicatrici profonde.

Cina locomotiva del rimbalzo
A guidare la ripresa globale dovrebbe essere la Cina, secondo l’Ocse un terzo circa della crescita del 2021 sarà imputabile a quel paese, il contributo degli Usa e dell’Europa sarà invece più ridotto. La Cina del resto già nel 2020 potrebbe crescere dell’1,8% per poi accelerare all’8% nel 2021 e stabilizzarsi attorno al 4,9% l’anno successivo.

Area euro e Usa attardate
Nel caso degli Usa invece le attese sono di una contrazione del 3,7% nel 2020 seguita da una ripresa del 3,2% nel 2021 e del 3,5% nel 2022.

Non troppo diverse le previsioni riguardanti l’area euro: dopo una contrazione del 7,5% quest’anno nel 2021 dovrebbe concretizzarsi una crescita del Pil reale del 3,6%, confermata poi da un 3,3% nel 2022.

Ripresa lenta in Italia
Venendo all’Italia gli economisti dell’Ocse avvertono che la ripresa “sarà lenta e non omogenea e i rischi al ribasso sono significativi”. Il mercato del lavoro rimarrà debole nel 2021, la creazione di nuovi posti di lavoro ritornerà solo nel 2022, quando il vaccino contro il Covid sarà maggiormente diffuso.

Il tasso di disoccupazione dovrebbe assestarsi al 9,4% quest’anno per poi salire all’11% nel 2021 e flettere, ma solo marginalmente, al 10,9% l’anno successivo.

Anche le esportazioni, forza trainante della nostra economia, potrebbero non dare un aiuto risolutivo: nel 2021 dovrebbero aumentare dello 0,4% mentre nel 2022 la crescita sarà dello 0,2%.

Cresce il rapporto debito/Pil
A causa della gravità della contrazione del 2020 il rapporto debito/Pil resterà alto e punterà verso il 160%: le attese sono per un 159,8% nel 2021 con una graduale discesa al 158,3% nel 2021 e al 158,2% nel 2022.

L’Ocse nota che il settore bancario è molto più forte rispetto alla precedente grandi crisi finanziaria di 10 anni ma in futuro potrebbero pesare i diffusi fallimenti che rischiano di realizzarsi nel momento in cui le misure di supporto messe in campo dal governo dovessero venire meno.

Fonte: www.trend-online.com

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