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Borse nervose, tornano le vendite in Europa e a Wall Street. Milano chiude a -1,4%

Borse nervose, tornano le vendite in Europa e a Wall Street. Milano chiude a -1,4%

Giornata di saliscendi sui mercati, poi prevale il segno meno. Spread sui 150 punti. Questa mattina Tokyo ha perso il 3,3%, ma ieri era rimasta chiusa

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Giornata di saliscendi sui mercati, poi prevale il segno meno. Spread sui 150 punti. Questa mattina Tokyo ha perso il 3,3%, ma ieri era rimasta chiusa. Germania, Pil fermo nel quarto trimestre

MILANO – I mercati finanziari non riescono a reagire dopo il lunedì nero che ha bruciato circa 350 miliardi di capitalizzazione soltanto dalle Borse europee: per Wall Street si è trattato della peggior seduta dal febbraio 2018.

Le Piazze del Vecchio continente vivono una giornata nervosa: aprono in rialzo, passano in rosso poi recuperano in tarda mattinata con i future positivi su Wall Street. Alla fine, però, tornano a picchiare verso il basso quando anche gli scambi Usa virano al brutto. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib cede l’1,44% finale. Fanno anche peggio gli altri listini europei: Londra cede l’1,94%, Francoforte arretra dell’1,88% e Parigi dell’1,94 per cento. Wall Street apre in positivo dopo il tonfo di lunedì, poi gira in ribasso: alla chiusura dei mercati Ue, il Dow Jones e lo S&P500 sono peggiorati a -1,1% e il Nasdaq cede l’1,05 per cento.

 

A generare la vendita di azioni e l’acquisto a piene mani di beni rifugio quali l’oro, lo yen e i titoli di Stato americani è stato l’emergere del coronavirus lontano dalla Cina, soprattutto in Italia (lunedì Piazza Affari è stata la peggiore d’Europa) e in Corea del Sud. Per gli addetti ai lavori si tratta di un classico sell-off, nel quale si concentrano le vendite degli operatori non appena arriva un segnale di possibile inversione di tendenza: questa volta è stata la paralisi delle attività in vaste aree del Nord Italia a dare lo start alle vendite, come dimostrato anche dall’allargarsi dello spread tra Btp e Bund tedeschi.

Oggi il differenziale di rendimento tra decennali italiani e tedeschi è tornato a crescere, chiudendo sulla soglia di 150 punti base per un decennale allo 0,976% dopo aver toccato un top dell’1,021%. Il Tesoro ha inaugurato una tre giorni di aste vendendo 2,25 miliardi di Ctz con scadenza novembre 2021 con un tasso in salita a -0,143 per cento rispetto al -0,168 per cento della precedente asta del 28 gennaio. Assegnati in asta anche Btp indicizzati all’inflazione con scadenza al 2030 per 900 milioni, con un tasso dello 0,31%, e al 2032 per 600 milioni con un tasso di interesse dello 0,38%.

La Borsa di Tokyo ha chiuso questa mattina in forte calo, perdendo il 3,34%. Si tratta però di un movimento dettato dalla chiusura di lunedì: gli investitori hanno, di fatto, “recuperato” le vendite che non erano scattate alla vigilia, insieme a quelle di tutto il resto del mondo. Gli investitori sembravano in un primo momento prendere atto del rallentamento dell’insorgere di nuovi casi in Cina, là dove tutto è partito, e beneficiare del procedere di alcuni trial medici su farmaci che potrebbero dare un apporto alla cura della malattia. “Non siamo in preda al panico”, ha spiegato Sam Le Cornu, capo di Stonehorn Global Partners, alla televisione di Bloomberg. “Il virus passerà e ci saranno anche possibilità di rialzi grazie alle politiche monetarie. Si tratta di un fatto temporaneo, è nella natura delle cose”. La Borsa di Seul si è infatti mossa in recupero di oltre un punto percentuale, variazione di frazionale rialzo per Hong Kong (+0,13%). Contrastate le chiusure in Cina: Shanghai ha perso lo 0,60% e Shenzhen ha recuperato lo 0,51%.

L’euro chiude in rialzo a 1,0870 dollari sfruttando l’indebolimento del biglietto verde che paga le crescenti aspettative di un nuovo taglio dei tassi statunitensi a sostegno dell’economia fiaccata dall’epidemia di coronavirus. Una situazione di cui beneficia soprattutto lo yen che guadagna posizioni come valuta rifugio e risale a circa 110,10 contro il dollaro e in zona 119,65 contro l’euro.

Dal fronte macroeconomico, la rilevazione principale di giornata è arrivata dalla Germania dove il Pil del quarto trimestre del 2019 è rimasto fermo su base congiunturale ed è salito dello 0,4% su base tendenziale. Oggi sono stati diffusi i dati definitivi che confermano le stime già diffuse in precedenza. Stabile la fiducia delle imprese francesi a febbraio: l’indicatore è risultato fermo a quota 102 punti, lo stesso livello di gennaio.

Il petrolio continua a scivolare, vanificando il recupero degli scambi asiatici: alla chiusura della seduta europea, il contratto Wti ad aprile cede l’1,56% a 50,63 dollari al barile. L’oro spot segna un calo dello 0,65% a 1.650 dollari l’oncia.

 

Fonte: https://www.repubblica.it/economia/2020/02/25/news/borsa_25_febbraio_2020-249519832/

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