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Bioeconomia, Stefano Arvati: creare valore dal territorio per il territorio

Bioeconomia, Stefano Arvati: creare valore dal territorio per il territorio

La bioeconomia è un asset strategico del XXI secolo. A Palermo, durante la presentazione del IV Rapporto sulla Bioeconomia in Europa, emerge con chiar

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La bioeconomia è un asset strategico del XXI secolo. A Palermo, durante la presentazione del IV Rapporto sulla Bioeconomia in Europa, emerge con chiarezza l’importanza della realtà economica da valorizzare nei prossimi anni. «Soltanto in Italia – si legge nel documento – la bioeconomia vale 260 miliardi di euro, terza in Europa dopo Germania e Francia, contando oltre 570 startup attive nel settore». Conviene ricordare che il Rapporto è stato curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, dal Cluster della chimica verde Spring e da Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica, in collaborazione con l’Università degli studi di Palermo. Le nuove sfide economiche del XXI secolo devono necessariamente convivere con la bioeconomia per rispettare l’ecosistema. C’è bisogno di ripensare a un nuovo modello economico che sia in grado di far convivere rispetto dell’ambiente e necessità della popolazione. Non possiamo inquinare come nel XX secolo, quindi dobbiamo scrupolosamente adeguare le imprese e i servizi a modelli economici sostenibili.

La bioeconomia è il volano di sviluppo del territorio siciliano perché nella regione c’è il settore agro-alimentare più importante del mondo. È bene ricordare che il territorio ospita alcune realtà d’eccellenza nel campo della bioeconomia circolare sia a livello produttivo (Eni a Gela) sia a livello di ricerca privata (Renovo Biochemicals, Orange Fiber) sia pubblica (come il CNR di Palermo, Messina e Mazara del Vallo e le Università di Palermo e Catania). La bioeconomia è un’economia basata sull’utilizzazione sostenibile di risorse naturali rinnovabili e sulla loro trasformazione in beni e servizi finali o intermedi (European Commission, 2012b). Per questo motivo comprende non solo settori tradizionali come l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e la selvicoltura, ma anche settori economici più moderni come quelli delle biotecnologie e delle bioenergie.

Stefano Arvati, Presidente di Renovo, vuole sottolineare il ruolo del gruppo all’interno di quella che viene definita bioeconomia circolare e spiega perché operare in Sicilia: «Renovo crede fermamente nel modello industriale di “Bioeconomia Circolare” basato sulla combinazione di ricerca scientifica, tecnologia e risorse del territorio (partendo da quelle scartate o non valorizzate), al fine di sviluppare un modello di “Bioraffineria Integrata Territoriale”. Il nostro obiettivo è creare valore dal territorio per il territorio. La scelta di essere in questa regione non è casuale, ma è una conseguenza di ricerche e studi molto approfonditi. La Sicilia è ricca di risorse naturali che hanno un potenziale non ancora sfruttato. Questo significa investire in ricerca, tecnologia, innovazione, formazione, nuova e buona occupazione. Il risultato è evidente: valorizzazione delle filiere agroindustriali già esistenti, attività con impatti ambientali sempre più ridotti, apertura di nuovi mercati legati al benessere dell’uomo e importanti risultati in campo tecnologico e scientifico. Renovo vuole essere un aggregatore di sistema perché solo insieme possiamo creare una filiera di valori, qualità, competenze e investimenti capaci di vincere le nuove sfide del mercato».

Francesco Fravolini

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