L’Arbitro per le controversie finanziarie, l’organismo istituito dalla Consob per risolvere fuori dai tribunali le controversie tra risparmiatori ed i
L’Arbitro per le controversie finanziarie, l’organismo istituito dalla Consob per risolvere fuori dai tribunali le controversie tra risparmiatori ed intermediari, ha presentato i dati sul primo anno della sua attività, iniziata il 9 gennaio dell’anno scorso. Oltre 1.800 ricorsi, circa il doppio di quelli previsti, un terzo dei quali solo dal Veneto, dove il caso delle banche venete si è fatto sentire, e 5,2 milioni di euro di risarcimenti con una media di 27mila euro a ricorso. Nella relazione in particolare si legge che l’anno scorso sono giunti 1839 ricorsi dei quali il 17,5% (pari a 321) sono stati dichiarati inammissibili. Quasi tutti (il 96,5%) sono stati presentati da persone fisiche soprattutto provenienti da Veneto (567 pari al 31%), Lombardia (239 pari al 13,1%), Puglia (128 pari al 7%) e Lazio (127 pari al 6,9%). Nel solo trimestre maggio-luglio sono pervenuti all’ACF 692 ricorsi. Nella relazione si legge che “In tale periodo, infatti un numero significativo di risparmiatori-azionisti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca” in occasione del varo del decreto legge che ha sancito l’avvio della procedura di liquidazione coatta amministrativa delle due banche. Nei 1.469 ricorsi ritenuti ammissibili e ricevibili l’importo minimo richiesto è stato pari a 41 euro, quello massimo di 500.000 euro, corrispondente al limite entro cui l’ACF è competente. Il controvalore complessivo delle richieste formulate dai ricorrenti è di oltre 81 milioni di euro con una media degli importi richiesti pari a 55.244 euro. Circa il 50% del monte ricorsi complessivi si situa nelle fasce che vanno dai 10.000 ai 100.000 euro. Nel corso delle riunioni tenutesi fino al 31 dicembre 2017 sono state assunte 307 decisioni: 189 di accoglimento totale o parziale (61,6%) e 118 di rigetto (38,4%). L’Arbitro spiega che i risarcimenti riconosciuti ammontano in totale a poco meno di 5,2 milioni di euro. In media sono stati riconosciuti 27.175 euro a ricorso, a fronte di un valore medio delle richieste pari a 53.818 euro, con uno scarto dunque di circa il 50% tra quanto richiesto e quanto riconosciuto.