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Digitalizzare il Paese, accelerare la ripresa

Digitalizzare il Paese, accelerare la ripresa

Lo sviluppo della digitalizzazione rappresenta elemento imprescindibile per consentire la migliore diffusione delle energie rinnovabili e garantire ma

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Lo sviluppo della digitalizzazione rappresenta elemento imprescindibile per consentire la migliore diffusione delle energie rinnovabili e garantire maggiore efficienza a tutta la filiera industriale, dalla produzione al consumo.

Oggi più che mai, infatti, la dicotomia tra efficienza delle macchine e decarbonizzazione risulta superata grazie all’introduzione di sistemi di twin transition, tecnologie digitali che consentono la replica virtuale di risorse fisiche, per favorire fenomeni di decarbonizzazione e digitalizzazione.

Ma cos’è la digital twin transition? Si tratta di una tecnologia che consente di rendere più attendibili e verosimili stime e pianificazioni di sistemi e prodotti che un’azienda intende realizzare. Nel settore automotive un esempio è la trasformazione delle tradizionali catene che interessano la Galleria del Vento, con il conseguente ampliamento dei settori di ricerca applicata, assenti prima dell’introduzione di questo modello.

Allo stesso modo, l’introduzione di fonti rinnovabili pone l’accento su una tematica molto importante legata al bilanciamento delle reti: il legame tra l’adozione di nuove forme di energia e una corretta evoluzione delle infrastrutture elettriche è fondamentale, e la digitalizzazione ne è un aspetto imprescindibile. Quanto più efficientemente riusciremo a gestire le nuove infrastrutture attraverso il digitale, minori saranno gli investimenti richiesti. In questo senso, l’economicità delle operazioni dovrà considerare all’interno di un unico sistema il corretto bilanciamento degli investimenti digitali con quelli infrastrutturali.

Questi processi accendono inevitabilmente i riflettori sul tema del Data Control e la conseguente necessità di realizzare piattaforme in grado di elaborare questa enorme mole di informazioni. Sono due aspetti non trascurabili che offrono grandi opportunità per le imprese di ogni dimensione, perché prescindono dalle tradizionali capacità imprenditoriali e guidano verso nuove logiche.

A livello europeo, per esempio, il progetto Gaia X intende collegare i differenti ecosistemi di gestione dei dati già esistenti, farli interagire e dialogare tra di loro all’interno di hub e renderli quindi disponibili ai cittadini, consentendo, in questo modo, la creazione di nuove e diversificate piattaforme. Si tratta di un progetto sperimentale e ambizioso, che impatta in modo deciso rispetto alla strategia industriale dell’Europa. Come constatiamo ogni giorno, l’economia dipende sempre più dai dati, che possono da un lato semplificare la fruizione dei servizi, dall’altro facilitare lo sviluppo di modelli e iniziative produttive.

Per le piccole e medie imprese di ogni settore, dunque, oggi è fondamentale individuare gli strumenti ad alte prestazioni e le tecnologie più promettenti e innovative, “su misura” rispetto alle proprie esigenze. Il tema mi è particolarmente caro perché consente di agevolare l’accesso ai servizi e alle tecnologie disponibili e di formare figure professionali altamente qualificate nell’ambito dell’High Performance Computing. Perché, se la ripresa e il futuro muovono dal digitale, è doveroso affrontare il divario tra la digitalizzazione della società e la capacità digitale delle nostre imprese, qualunque sia la loro dimensione.

E questo elemento introduce l’esigenza di upskilling sulle figure manageriali del Paese, e di formazione sul cambiamento digitale. E con ciò non si intendono solo skill tecniche, ma anche skill imprenditoriali, che possono rendere i nostri manager in grado di considerare e ripensare il business in un’ottica digitale.

Il digitale impone una logica di “sistema”, ed è quindi inevitabile che, parallelamente alle skill “tecniche”, le cosiddette STEM, dovremo saper sviluppare competenze che ci consentano di individuare il business all’interno di nuove logiche, innovative e “complesse”, che interessano ogni azienda, grandi, medie, piccole, startup.

Il know-how tecnologico, da solo, non basta, ma va considerato parte di un ecosistema, un elemento che si affianca al know-how di business e al know-how relazionale ed è in questa complessità che si definiranno nel futuro le possibilità di successo o di insuccesso delle imprese.

Fonte: Huffpost

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