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La lezione della Corea del Sud nella lotta al Covid-19

La lezione della Corea del Sud nella lotta al Covid-19

Per contenere l’epidemia di Covid-19 la Corea del Sud ha fatto ricorso alla tecnologia. Il primo caso nel paese è stato segnalato il 20 gennaio del 20

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Per contenere l’epidemia di Covid-19 la Corea del Sud ha fatto ricorso alla tecnologia. Il primo caso nel paese è stato segnalato il 20 gennaio del 2020. Il 14 febbraio i casi confermati erano 28. Sulla base di esperienze precedenti, le autorità coreane hanno usato strumenti tecnologici innovativi per individuare le persone che erano state esposte al virus e che avrebbero potuto essere state infettate.

La Corea del Sud ha infatti già affrontato un’epidemia simile a quella del Covid-19 nel 2015, quando il paese è stato colpito da un altro coronavirus, che provoca una malattia chiamata Mers, o Middle east respiratory syndrome (i due virus sono simili tra loro, ma non uguali). Il paese asiatico aveva così già sviluppato conoscenze, sistemi e normative per affrontare la diffusione di un virus nuovo, i cui effetti clinici sono ignoti, di cui non si conoscono le caratteristiche epidemiologiche e per il quale non esiste un farmaco specifico.

Nel caso del Covid-19 si è cercato di individuare tutte le persone potenzialmente infettate. Il primo passo è stato intervistare il paziente e determinarne gli spostamenti nel periodo precedente alla scoperta dell’infezione. Il metodo tradizionale consiste in un’intervista. Ma in Corea del Sud i dati così raccolti sono stati verificati e integrati con quelli ottenuti con altri sistemi.

Gps e carte di credito
Per esempio, sono stati consultati gli archivi degli accessi agli ambulatori e alle farmacie, dove le persone in possesso dell’assicurazione sanitaria lasciano traccia del loro passaggio. Il percorso del paziente è stato verificato anche con i dati gps del telefono cellulare, a disposizione delle autorità di polizia. Sono stati inoltre usati gli archivi delle carte di credito, conservati dagli enti finanziari, e le registrazioni delle videocamere di sorveglianza.

Con questi strumenti sono stati ricostruiti gli spostamenti dei singoli pazienti. È stato possibile individuare le persone con cui erano entrati in contatto, il tipo di contatto e anche lo stato di salute del paziente, per esempio se tossiva. Le persone potenzialmente esposte al contagio sono state contattate e sono state stabilite misure di quarantena. Alcuni siti sono stati isolati.

Fonte: https://www.internazionale.it/notizie/claudia-grisanti/2020/03/18/lezione-corea-sud-covid-19

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