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Spazio, perché c’è bisogno di più difesa

Chi c’era e che cosa si è detto al webinar “Lo spazio nei conflitti, i conflitti nello spazio” organizzato dallo Iai

Spazio, perché c’è bisogno di più difesa

Non bisogna chiudere gli occhi sul legame crescente tra spazio e difesa”. È l’auspicio del ministro della Difesa Lorenzo Guerini nel videomessaggio i

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Non bisogna chiudere gli occhi sul legame crescente tra spazio e difesa”.

È l’auspicio del ministro della Difesa Lorenzo Guerini nel videomessaggio inviato al webinar “Lo spazio nei conflitti, i conflitti nello spazio” organizzato dallo Iai con il Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone e del Comandante Operazioni Spaziali Luca Capasso, a partire dallo studio sul tema curato dallo Iai.

Sono intervenuti inoltre il presidente della Commissioni Difesa del Senato Roberta Pinotti; il Rappresentante italiano Nato e Ue, Roberto Nordio; l’amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo e gli ad di Thales Alenia Space Italia, Massimo Comparini e Telespazio, Luigi Pasquali.

Lo spazio è l’ultima frontiera non solo per la competizione tecnologico-industriale, di intelligence e politica tra grandi potenze, ma per innovazioni che aprono nuovi scenari di operazioni spaziali condotte da appositi comandi militari.

L’Ue sta investendo in costellazioni di satelliti per l’osservazione terrestre e la navigazione satellitare quali Copernicus e Galileo, che vanno protette. L’innovazione tecnologica apre scenari nuovi, tutti da esplorare e il legame tra spazio e difesa si fa più stretto. Tanto che nel 2019 la Nato ha riconosciuto lo spazio come nuovo dominio operativo.

L’Italia quale secondo Paese europeo per assetti in orbita e terzo per investimenti nel settore, dotata di un apposito Comando per le Operazioni Spaziali e di un’industria competitiva e all’avanguardia, può e deve giocare un ruolo maggiore questo settore strategico.

Ma “lo strumento militare deve ammodernarsi per assolvere i compiti di difesa che si estendono anche nello spazio” ha sottolineato l’Amm. Giuseppe Cavo Dragone Capo di SMD.

GUERINI: “SPAZIO SEMPRE PIÙ STRATEGICO”

Il lancio di Cosmo Skymed avvenuto il 1 febbraio “rappresenta il successo più recente un approccio in cui gli assetti duali e la governance interministeriale sono centrali per generare economie di scala e sinergie che rendono il nostro Paese un attore importante nello spazio” ha puntualizzato Guerini.

“Oggi l’Italia ha più interesse e più responsabilità ma anche più sfide e opportunità nello spazio. Siamo il secondo paese europeo per numero di oggetti in orbita il terzo investitore dell’Esa e la sede di una catena del valore spaziale completa del segmento upstream compresi i lanciatori alle capacità downstream” ha evidenziato Guerini.

Ma “Non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla realtà di uno spazio che è sempre più strategico, più competitivo ma anche più congestionato soprattutto più conteso” fa notare il titolare della Difesa.

LA CORSA COMMERCIALE ALLO SPAZIO COMPLICA IL MONITORAGGIO

Proprio la corsa commerciale allo spazio ha reso più difficoltoso il monitoraggio di questo asset così prezioso, con tanti attori (con regole e interessi diversi) diventa difficile assicurare la cornice di difesa.

“La difesa si sta adoperando per proteggere i propri assetti, ma anche quelli nazionali. Da un lato abbiamo bisogno di sviluppare tutte le tecnologie per operare nello spazio. Dall’altro, dobbiamo migliorare il monitoraggio di questo ambiente”, ha affermato Luca Capasso, Comandante Operazioni Spaziali.

“Innanzitutto non si può separare il concetto di spazio dal concetto di sicurezza”, segnala Capasso.

I LIMITI DELLA NATO

NELLO SPAZIO

“In Europa ci troviamo a un bivio: se vogliamo basarci sull’autonomia strategica, non può che esserci impegno anche nel dominio spaziale, perché non può esserci autonomia senza autonomia anche nello spazio” ha evidenziato Roberto Nordio, Rappresentante italiano Nato e Ue.

In questo contesto, secondo il generale Nordio, “la Nato si deve confrontare con tre limiti. Primo, la decisione di non essere un attore indipendente e quindi non avviare programmi di acquisizione e gestione di assetti satellitari. Due, la conseguente necessità di ricorrere a risorse sotto la sovranità di paesi proprietari. Tre, il numero limitato di personale specializzato. Alcune di questi limiti trovano risposte nella Nato Space Policy”.

NECESSARIE RISORSE CERTE

Inoltre, “È necessario capire quante e quali risorse vogliamo impiegare su questo settore” ha puntualizzato Roberta Pinotti, presidente della commissione Difesa al Senato. “Oggi sono circa 70 miliardi di euro le risorse investite nello spazio e di questi 58% è degli Stati Uniti dove ci sono poi anche molti capitali consistenti di privati e soltanto il 16% dall’Europa quindi ora che anche nella bussola e nello strategic compass si sta definendo la questione spaziale”.

“Anche per l’Europa il tema degli investimenti nello spazio è un tema che deve essere messo a fuoco sempre tenendo insieme quelle che sono le funzioni civili e militari dello spazio” ha evidenziato Pinotti.

PROFUMO: “MANCANO PROGRAMMI MILITARI EUROPEI”

Infine, anche il numero uno del colosso dell’aerospazio e difesa italiano ha ribadito che lo spazio è una parte integrante della difesa. “Per noi industria è fondamentale avere un approccio olistico, per perseguire una reale integrazione tra tecnologia e capacità”, ha sottolineato Alessandro Profumo, ad di Leonardo. Per Profumo è essenziale “sfruttare la naturale dualità delle tecnologie spaziali e cooperare a livello internazionale nella tutela delle rispettive competenze”.

“Questa è un’industria che non è particolarmente veloce: parliamo di Tempest nel 2035, del Main Battle Tank non si sa quando, tendiamo a non essere veloce. Lo spazio è velocissimo”, evidenzia Profumo. Ecco perché “c’è la necessità di avere capacità di integrazione di competenze diverse con una velocità spaventosa. I cambiamenti nello spazio viaggiano alla velocità della luce” ha concluso il numero uno di Leonardo.

Profumo ha ricordato che “In Europa abbiamo Pesco ed Edf, ma di grandi programmi non ce ne sono. Copernicus e Galileo sono fondamentale civili e duali. Al momento non abbiamo programmi europei militari. Quindi guardiamo con fiducia Strategic Compass e Security Defense Package che dovrebbero avviare passi ulteriori da questo punto di vista”.

Fonte: Startmag

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