HomeAgriculture, Automotive, Texiles, Fashion & Other

Tumore: è stato individuato un test che scopre quattro tipi diversi

Basato sull’analisi delle modificazioni chimiche del dna, il test messo a punto dai ricercatori dell’Ucl di Londra potrebbe rilevare, con un solo screening dei tessuti del collo dell’utero, quattro dei tumori più diffusi tra le donne

Tumore: è stato individuato un test che scopre quattro tipi diversi

Individuare quattro diversi tipi di tumore, con un unico test: potremmo essere più vicini a realizzare questa prospettiva grazie a un innova

Realizzato un materiale che combina DNA e vetro: è più resistente dell’acciaio
Per la prima volta è stato individuato il DNA di un abitante morto nell’eruzione di Pompei
Dal Dna degli oceani molecole finora sconosciute

Individuare quattro diversi tipi di tumorecon un unico test: potremmo essere più vicini a realizzare questa prospettiva grazie a un innovativo test ideato da un team di ricercatori dell’University College di Londra (Ucl). Secondo i risultati di due diversi studi recentemente pubblicati su Nature Communications, un singolo campione derivante dallo screening cervicale (il test che viene eseguito di routine per diagnosticare il tumore al collo dell’utero) sarebbe sufficiente a far rilevare oppure a prevedere il rischio di insorgenza di quattro tipi di cancro, compreso quello alle ovaie e quello alla mammella.

Da un punto di vista molecolare, un tumore può essere visto come il risultato di fattori genetici e ambientali che sono stati in grado di innescare determinati cambiamenti all’interno delle cellule: il risultato è che esse si riproducono senza limiti e acquisiscono caratteristiche tipiche di ciascun tipo di tumore.

Da tempo è noto che questi cambiamenti possono essere indotti anche dalle cosiddette mutazioni epigenetiche, ovvero quelle modificazioni chimiche del Dna di una cellula che alterano l’espressione dei geni – e di conseguenza la sua attività e le sue funzioni – ma che non hanno un impatto diretto sulla sequenza del dna stessa (come invece accade con le mutazioni genetiche, per esempio quelle a carico del gene Brca1 nel caso del tumore al seno).

Individuare precocemente la presenza di cellule cancerose rappresenta tuttora una sfida per la medicina, che in alcuni tumori ha più successo di altri: per esempio, lo screening del tumore al collo dell’utero, che si esegue con un semplice tampone di routine alla cervice uterina, ha ridotto l’incidenza e la mortalità per questo tipo di cancro di oltre il 50%.

Per quanto riguarda la maggior parte dei tumori al seno – il tumore più comune nelle donne e una delle principali cause di mortalità nelle donne giovani – la diagnosi invece si ottiene valutando direttamente la presenza del tumore stesso, per esempio una mammografia, che però nelle donne giovani non risulta particolarmente efficace: ecco perché, scrivono gli autori dell’articolo, servirebbero elementi predittori molto più forti di quelli finora scoperti e utilizzati.

Negli ultimi anni il team di ricerca di Martin Widschwendter della University College of London (Ucl) ha concentrato i suoi sforzi proprio sui cambiamenti epigenetici dei diversi tipi di tumori femminili: studi precedenti, infatti, avevano dimostrato che alcune modificazioni epigenetiche del dna erano associate alla predisposizione al cancro al seno.

Successivamente i ricercatori dell’Ucl, insieme all’ente di ricerca no-profit The Eve Appeal, hanno analizzato i tessuti della mammella di quasi 600 donne, trovando che i cambiamenti epigenetici sarebbero già presenti ancor prima che un tumore possa essere visibile al microscopio. Da questo punto di vista, le modificazioni epigenetiche potrebbero rappresentare l’istantanea dei fattori genetici e non (come lo stile di vita, le esposizioni riproduttive e ambientali) che contribuiscono allo sviluppo del cancro al seno.

Il test, infatti, combinando le informazioni sulle varianti genetiche ed epigenetiche, ha identificato quasi il 30% in più di donne ad alto rischio per tumore al seno rispetto alle procedure diagnostiche attualmente utilizzate. Anche per quanto riguarda il cancro alle ovaie, Wid è riuscito a identificare oltre il 25% in più delle donne nel gruppo a più alto rischio.

Una rivoluzione

Il prossimo passo è quello di testare l’efficacia del test Wid anche per predire il tumore all’utero e del collo dell’utero. Se tutto ciò venisse confermato, con un unico test di routine si potrebbe monitorare il rischio di insorgenza di quattro tipi di tumori diversi, che rappresentano oltre il 50% di tutti i tumori femminili in Europa. Inoltre la ricerca futura aiuterà anche a determinare chi potrebbe trarre beneficio dallo screening, per esempio se tutte le donne che possiedono il collo dell’utero oppure solo quelle note per essere a rischio più elevato (per esempio, quelle con l’alterazione di Brca1).

Secondo gli autori dello studio, utilizzando le modificazioni epigenetiche come prodotto dei fattori genetici, dei fattori ambientali e dello stile di vita, il test Wid potrebbe rivoluzionare lo screening dei tumori. “L’ambizione di questo programma di ricerca è fermare il cancro prima che inizi. Ciò potrebbe creare un cambiamento radicale nello screening dei tumori chiave, non rilevandoli precocemente ma prevenendone lo sviluppo”, aggiunge Athena Lamnisos, ad di The Eve Appeal. 

Commenti