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Le nomine di primavera per il Governo dopo il Colle

Prevedibili i rinnovi per Snam e Italgas, cambio in vista a Fincantieri. E per Cdp la partita

Le nomine di primavera per il Governo dopo il Colle

Alla vigilia di Capodanno si è probabilmente avuta un'anteprima del metodo che il governo potrebbe seguire nel 2022 per i rinnovi dei consigli di ammi

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Alla vigilia di Capodanno si è probabilmente avuta un’anteprima del metodo che il governo potrebbe seguire nel 2022 per i rinnovi dei consigli di amministrazione delle partecipate pubbliche in scadenza. Alla guida di Invimit, la Sgr immobiliare del Tesoro, sono stati confermati il presidente Nuccio Altieri (in quota Lega) e l’ad Giovanna Della Posta mentre gli altri componenti sono nuovi: l’ex Generali Raffaele Agrusti, l‘avvocato Carlo Cerami (quota Pd) e Monica Scipione. L’anno che sta cominciando sarà caratterizzato dalla necessità di designare i membri di tre board di altrettante controllate di Cdp: Fincantieri (71,3%), Snam (31,3%) e Italgas (26% della Cassa e 13% di Snam). Ed è probabile che si segua una linea più ispirata alla continuità che al cambiamento come accaduto nel 2021 per Cdp, Ferrovie dello Stato e Rai.

L’unico interrogativo, al momento, riguarda proprio Fincantieri nella quale il ruolo guida dell’ad Giuseppe Bono potrebbe essere messo in discussione sia per ragioni di età (77 anni) sia per le recenti frizioni – anche di natura politica – legate alla manifestazioni di interesse avanzate dal gruppo navale per i business cannoni e siluri di Leonardo, Oto Melara e Wass. E da cosa decideranno il presidente del Consiglio Mario Draghi, il titolare del Tesoro Daniele Franco e l’omologo della Difesa Lorenzo Guerini dipenderà anche il futuro di Bono. Se dovesse prevalere l’offerta franco-tedesca di Knds (secondo i rumor 650 milioni), allora Luigi Matarazzo, ora a capo della divisione crocieristica di Fincantieri, potrebbe avere la strada spianata come ad, mentre potrebbe restare al proprio posto l’ambasciatore Giampiero Massolo alla presidenza. Se, invece, la Cdp di Dario Scannapieco ricapitalizzasse Fincantieri per permetterle di presentare un’offerta definitiva, si potrebbe prefigurare – oltre a una conferma tout court del duo di vertice – uno spostamento di Giuseppe Bono alla presidenza con forti deleghe operative con la nomina del dg Fabio Gallia o del capo della divisione Militare Giuseppe Giordo alla carica di ad. Una tale ipotesi, però, potrebbe creare qualche scompenso in Leonardo visto che si creerebbe un’altra entità di natura pubblica nel settore Difesa in nome della tutela di due asset strategici.

Meno complessa pare la situazione per quanto riguarda Snam e Italgas. I rispettivi amministratori delegati, Marco Alverà e Paolo Gallo, non solo hanno conseguito ottimi risultati dal punto di vista del conto economico, ma hanno indirizzato le rispettive policy verso la transizione energetica che non solo rappresenta uno dei capitoli fondanti dell’attuazione del Pnrr ma anche una delle mission che è stata affidata al loro maggiore azionista, la Cassa Depositi e Prestiti. Discorso diverso per le presidenze anche se il numero uno di Italgas, Alberto Dell’Acqua, e di Snam, Nicola Bedin, sono stati designati rispettivamente da due formazioni (Lega e M5s) che tuttora fanno parte della maggioranza di governo.

Nell’orbita Cdp è entrata anche Nexi, successivamente alla fusione con Sia. La Cassa detiene il 17% e ha il ruolo fondamentale di anchor investor. Primo atto: la conferma per il triennio 2022-2024 del Ceo, Paolo Bertoluzzo, faber fortunae del campione internazionale dei pagamenti digitali. Ultimo ma non meno importante il rinnovo del cda di Generali che non è una spa pubblica ma che detiene investimenti per 660 miliardi dei quali all’incirca il 9% in Btp, contribuendo alla loro stabilità. Sulla permanenza o meno di Philippe Donnet anche il Tesoro dovrà interrogarsi.

Fonte: Il Giornale.it

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