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Velo, per economia circolare «orientare produttori e consumatori verso prodotti riciclati

Velo, per economia circolare «orientare produttori e consumatori verso prodotti riciclati

Il sottosegretario al ministero dell’Ambiente incontra imprese e start-up del Polo tecnologico di Navacchio «Riutilizzare le materie, ridurre degli

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Il sottosegretario al ministero dell’Ambiente incontra imprese e start-up del Polo tecnologico di Navacchiopolo-navacchio-silvia-velo-economia-circolare-320x234

«Riutilizzare le materie, ridurre degli sprechi, ripensando la progettazione di un prodotto all’origine in modo che sia riutilizzabile più volte. Sono questi gli elementi che caratterizzano l’economia circolare, il nuovo modello di produzione e consumo non più basato sull’usa e getta.Per realizzarla non bastano dichiarazioni di intenti e auspici strategici: bisogna individuare strumenti idonei per orientare il mercato dei produttori e dei consumatori verso prodotti riciclati». Con queste parole il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Silvia Velo ha salutato le imprese e le start-up che popolano il Polo tecnologico di Navacchio, una delle più importanti realtà toscane attive nel favorire il passaggio dalla ricerca scientifica in prodotti e servizi spendibili sul mercato, con un occhio di riguardo per high-tech e ambiente.

Gli strumenti operativi che l’Europa e l’Italia hanno finora messo in campo per realizzare questa transizione sono noti – dal pacchetto normativo Ue sull’economia circolare al Collegato ambientale – sono noti ma insufficienti, seppur offrano spunti d’interesse. Velo ricorda come proprio tramite il Collegato il ministero dell’Ambiente abbia individuato «le azioni da attivare tra cui l’applicazione dei Criteri minimi ambientali negli appalti pubblici per le forniture di appalti e servizi e la definizione di punteggi premianti per l’utilizzo dei materiali di scarto nell’ambito di accordi e contratti stipulati dal Mise, che prevedano l’erogazione di incentivi in favore di attività imprenditoriali di produzione di beni derivanti da materiali riciclati o dal recupero degli scarti provenienti dal disassemblaggio di prodotti complessi». Dare indicazioni di merito però non sempre è sufficiente. Già dal 2003 le società pubbliche dovrebbero coprire il 30% del proprio fabbisogno annuo di beni e manufatti e manufatti con prodotti da materiale riciclato, ma – come pochi giorni fa è tornata a sottolineare Legambiente – non avendo «mai specificato come il processo dovesse essere portato avanti in nessun cantiere pubblico questi obiettivi sono stati realizzati». Come riconosce il sottosegretario Velo, anche in Europa è necessario fare di più, rafforzando «il Pacchetto economia circolare nella parte sugli incentivi, i finanziamenti e la tassazione a partire dal potenziamento dell’istituto della Responsabilità estesa del produttore».

«L’economia circolare – ha dunque osservato Andrea Di Benedetto, presidente del Polo tecnologico di Navacchio – è oggi fondamentale non solo a livello ambientale ma anche per i nuovi scenari di business che può aprire grazie all’utilizzo delle tecnologie innovative e digitali. Le tecnologie social, mobile,  cloud-based , l’Internet of things e i Big data, sono tutte tecnologie digitali che saranno fondamentali per lo sviluppo delle tecnologie tradizionali  e il rispetto dell’ambiente».

La Toscana, come dimostra già la realtà dei nostri giorni, è tra le regioni che più di tutte in Europa hanno le carte giuste per giocarsi – e vincere – la partita dell’economia circolare, fondamentale per l’ambiente come per la nostra industria, storicamente povera di materie prime cui attingere. Vale la pena scommetterci, treni come questi passano una volta soltanto.

fonte greenreport

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