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Le startup fintech sono cresciute del 49% rispetto al 2020, Un report

talian Angels for Growth ha stilato un rapporto sullo stato di salute del settore delle tecnologie finanziarie in Italia. 962 le aziende analizzate

Le startup fintech sono cresciute del 49% rispetto al 2020, Un report

Il fintech (il settore della finanza che incontra l’innovazione: pagamenti, servizi, trasferimenti di denaro, ecommerce, ma anche investimenti), ha

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Il fintech (il settore della finanza che incontra l’innovazione: pagamenti, servizi, trasferimenti di denaro, ecommerce, ma anche investimenti), ha vissuto nel 2021 un momento di sviluppo e crescita: le banche e gli altri attori del sistema finanziario hanno sviluppato nuovi canali e servizi digitali, e i consumatori italiani hanno mostrato sempre più propensione nei confronti del digitale e dei servizi finanziari più innovativi.
In Italia, ha evidenziato lo IAG Index, termometro dell’ecosistema startup calcolato sul database di startup analizzate nella selezione delle opportunità di investimento di Italian Angels for Growth ((network di investitori che partecipano a round di finanziamento early stage in startup dei settori Life Science, Deep Tech, Digital e appunto Fintech), nel 2021 le startup di questo settore che sono state analizzate hanno il rappresentato il 13,6%, aumentando del 49% rispetto all’anno precedente.

Le società Tech (DeepTech e Life Science) rappresentano la maggior parte delle startup analizzate, ovvero circa il 50%.

962 startup analizzate

Il rapporto di Italian Angels for Growth si basa su un campione di 962 startup nel periodo 2020-2021. Le startup in analisi fanno parte dei progetti imprenditoriali arrivati a Italian Angels for Growth e valutati per un possibile investimento da parte dei soci. Sono sei gli indicatori, che analizzano: i settori industriali, la tipologia e valutazione dei round di investimento, l’area geografica, la differenziazione di genere nei team imprenditoriali, il fattore ESG (che sta per Environmental, Social and Governance e si riferisce ai tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento).

La metà dei 70 unicorni europei

Il risultato è in linea con il panorama europeo, nel quale il settore fintech è quello dominante in fatto di unicorni: in totale, ci sono circa 70 unicorni europei in diversi settori, e quasi la metà di questi sono in questo settore. Questo significa, si sottolinea nel report di Italian Angels for Growth, che l’Europa attualmente rappresenta il 25% di tutti i 120 unicorni fintech a livello globale (i dati sono di CB Insights). E c’è anche un pezzetto d’Italia:  Scalapay grazie all’ultimo aumento di capitale è diventato ufficialmente il primo unicorno italiano.

 

L’accelerazione del fintech

La digitalizzazione dei processi finanziari e la gestione via piattaforma online delle operazioni sono solo alcuni dei fattori chiave che hanno catalizzato l’accelerazione del Fintech. Il mercato italiano è partito in ritardo, ma sta recuperando terreno come dimostrato da alcune storie di successo come ad esempio Fido e Sonect, ma anche la partnership commerciale lanciata da Banca Generali con la startup “wallet provider” Conio che offre servizi di custodia, negoziazione e reporting focalizzati in particolare sul Bitcoin.

 

Il 66,4% investe in seed

Nel 2021 i business angels hanno confermato la loro preferenza ad investire in fase Seed, che corrisponde al 66,4% delle startup analizzate, valore in crescita rispetto all’anno precedente.

Nel corso del 2021, secondo lo IAG Index, c’è un aumento generalizzato delle valutazioni, sia in fase pre-money che post-money: la maggiore presenza di attori e la valutazione delle politiche a favore dell’ecosistema hanno consentito un “effetto inflazionistico” sull’intero tessuto delle startup innovative. In aggiunta, l’imponente intervento da parte di Cassa Depositi e Prestiti ha permesso di superare per la prima volta in Italia 1 miliardo di euro di investimenti nel 2021.

 

La diversità di genere

Il tema Diversity & Inclusion, secondo il report, sta assumendo un ruolo sempre più rilevante: per le organizzazioni più virtuose in questo ambito, le best practice costituiscono un driver di innovazione e differenziazione, fanno aumentare i ricavi e migliorano la customer satisfaction. In particolare, la diversità di genere rappresenta un ingrediente fondamentale per lo sviluppo di una startup, per riuscire a cogliere le opportunità e le necessità del mercato a 360°. A questo proposito, lo IAG Index ha evidenziato come la percentuale di startup analizzate con almeno una donna tra i founders si rivela sopra gli standard internazionali, raggiungendo il 41,3%, con un incremento importante del 58% rispetto al 2020, che si è distribuito in modo piuttosto omogeneo in tutte le aree Industry analizzate.

 

Le migliori startup italiane nel fintech

  1. Scalapay è una startup che offre un servizio di buy now pay later, rateizzazione dei pagamenti. Nel 2022 ha chiuso un round Serie B da 497 milioni di dollari (portando il totale raccolto a 1,197 miliardi di dollari) guidato da Tencent e Willoughby Capital, con la partecipazione di Tiger Global, Gangwal, Moore Capital, Deimos e Fasanara Capital. Nelle scorse settimane, Poste Italiane ha esteso l’aumento di capitale, con un investimento di ulteriori 27 milioni di dollari. Nel 2021 aveva chiuso un round di investimento da 133 milioni di euro (circa 155 milioni di dollari) guidato da Tiger Global e partecipato da Baleen Capital, Woodson Capital, e i precedenti investitori Fasanara Capital e Ithaca Investments. Per la startup fondata da Simone Mancini (l’intervista al founder) nel 2019 la raccolta totale ora supera i 203 milioni di dollari. Attualmente Scalapay ha oltre 3.000 negozi attivi, sia online che offline, in tutta Europa e pianifica di muoversi verso Regno Unito e Stati Uniti nei prossimi mesi.
  2. Soldo è la principale piattaforma europea di spend management aziendale. La società, fondata nel 2015 da Carlo Gualandri, ha chiuso un round di serie C da 180 milioni di dollari guidato da Temasek (intervista al founder), il fondo di venture capital del Governo di Singapore, e che ha visto la partecipazione di nuovi investitori come Sunley House Capital, Advent International, Citi Ventures.
  3. Truelayer è una startup fondata nel 2016 da Francesco Simoneschi e Luca Martinetti, che ha sviluppato una piattaforma che consente di collegare app e banche per gestire pagamenti in mobilità senza la necessità di inserire tutti i dati di una carta di credito. Basata a Londra, nel 2021 ha chiuso un round di investimento di serie E da 130 milioni di dollari con Tiger Global e Stripe, per una valutazione complessiva che supera il miliardo di dollari. È la terza startup fondata da italiani e con base Londra che diventa unicorno, dopo Depop e Soldo. Ne parliamo anche QUI.
  4. Moneyfarm è una startup, fondata da Paolo Galvani e Giovanni Daprà nel 2012, che si occupa di gestione del risparmio, utilizzando soluzioni di Intelligenza Artificiale, Big Data Analytics e riconoscimento biometrico. Nata in Italia, a Milano, dal 2016 opera anche nel Regno Unito. Nel 2018 ha chiuso un round (tra i più rilevanti) di 46 milioni di euro. Nel 2019 Poste Italiane e Allianz hanno investito nella società 40 milioni di euro. A oggi Moneyfarm ha raccolto oltre 115 milioni di euro. A gennaio 2022 ha raccolto 53 milioni di euro in un aumento di capitale sottoscritto da M&G come “lead investor” e Poste Italiane.
  5. Satispay, ex startup italiana specializzata nel settore dei pagamenti, nel 2020 ha chiuso un round da 93 milioni. L’azienda fondata nel 2013 da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta, nel 2018 e nel 2020 è, secondo le stime di CB Insights, stata tra le 250 società fintech con la crescita più rapida a livello globale. Nei primi dieci mesi del 2020 ha registrato un numero di pagamenti in crescita del 78% rispetto allo stesso periodo nel 2019.

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