Sul supplemento ordinario n. 43/L della G.U. n. 303 del 29 dicembre 2022, è stata pubblicata la Legge 29.12.2022, n. 197 che reca il bilancio di previ
Sul supplemento ordinario n. 43/L della G.U. n. 303 del 29 dicembre 2022, è stata pubblicata la Legge 29.12.2022, n. 197 che reca il bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2023 e quello per il triennio 2023-2025. Tra i provvedimenti e le misure in essa contenute, ci sono naturalmente quelli che riguardano la materia previdenziale, che trovano spazio nei commi dal n. 283 al n. 311 dell’art.1 della predetta legge, e sui cui contenuti di dettaglio abbiamo già riferito nel Notiziario n. 23 del 29 dicembre 2022, al quale si fa rimando naturalmente anche per il giudizio politico che ne abbiamo dato.
Archiviata così la discussione di questi ultimi due mesi, in alcuni momenti anche aspra, sulle scelte operate in manovra di bilancio, è ora tempo di fare un punto di situazione mettendo insieme vecchie e nuove norme in materia previdenziale e di operare una ricognizione sulle possibilità che il complesso normativo esistente offre oggi alle lavoratrici e ai lavoratori per lasciare il mondo del lavoro e il servizio attivo e andare così finalmente in pensione. E facciamo questo anche per rispondere alle diverse sollecitazioni che ci sono pervenute in questi giorni da tanti lavoratori.
Estratto conto contributivo
Partiamo innanzitutto col dire che i lavoratori interessati possono consultare on line o richiedere a INPS o al proprio Ente previdenziale tramite contact center al numero 803164 (da rete fissa) oppure 06164164 (da rete mobile) l’estratto conto contributivo, che elenca tutti i contributi effettuati in proprio favore e riepiloga in una tabella i versamenti figurativi e da riscatto. Attraverso l’estratto conto contributivo, è possibile per il lavoratore interessato avere delle indicazioni di massima sul raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento già avvenuto o sul tempo che manca a traguardarlo.
Requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia
A causa della pandemia da Covid-19, è stato bloccato fino al 2026 l’adeguamento dell’età pensionabile legato alle speranza di vita, e fino a quell’anno si andrà in pensione con i requisiti previsti dalla Fornero.
Per accedere alla pensione di vecchiaia, che rappresenta l’opzione più praticata nel nostro paese, sono necessari 67 anni d’età con minimo 20 anni di contributi (invece, 66 anni e 7 mesi per addetti a mansioni gravose e usuranti con un minimo di 30 anni di contributi). A chi rientra nel c.d. “sistema misto”, viene anche richiesto di aver maturato, alla data di presentazione della domanda di pensionamento, un assegno pensionistico pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale (oggi 503,27 €)
Requisiti per accedere alla pensione anticipata
Per accedere alla pensione anticipata ordinaria, è invece necessaria una anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne, con percezione del primo rateo di pensione a tre mesi dalla maturazione del requisito (finestra mobile).
Per gli addetti a mansioni gravose e usuranti, sia uomini che donne, l’accesso alla pensione anticipata è
vincolata al raggiungimento di “quota 97,6” (età minima 61 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi per il lavoro dipendente). Un anno d’età in più per il lavoro autonomo, e dunque “quota 98,6”.
Requisiti per accedere a “Quota 103 (“pensione anticipata flessibile”)
E’ la novità 2023 della legge di bilancio, che va a sostituire la c.d. “quota 102” (che comunque rimane esigibile per chi ha maturato i requisiti entro il 31.12.2022), offrendo così una opzione in più rispetto alle rigide previsioni della Fornero (67 anni per anzianità o con 42 anni – 41 per le donne – e 10 mesi in via anticipata). Permetterà di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (62 + 41= 103).
Per quanto attiene alle uscite dal lavoro, è prevista una finestra mobile di tre mesi per i lavoratori privati che maturano i requisiti nel 2023 e di sei mesi invece per i lavoratori pubblici (per chi avesse già maturato invece i requisiti nel 2022, le finestre mobili decorreranno rispettivamente dal 1° aprile e dal 1° agosto 2023).
E’ inoltre utile segnalare che, per accedervi, i dipendenti pubblici sono tenuti a presentare la domanda di pensionamento alla propria Amministrazione con un preavviso di sei mesi.
“Quota 103” prevede inoltre un tetto dell’assegno pensionistico pari a 5 volte il trattamento minimo (circa 2.650 € circa lordi al mese) da applicarsi sino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni), il che comporterà, per il periodo di pensione precedente ai 67 anni, una decurtazione dell’assegno.
Incentivo economico a restare al lavoro.
Anche questa è una possibilità nuova introdotta dalla legge di bilancio 2023. Per chi maturasse i requisiti per “quota 103” e decidesse invece di non usufruirne restando così al lavoro, è prevista la possibilità di chiedere al proprio datore di lavoro che non vengano più pagati i contributi datoriali all’Ente previdenziale e che vengano viceversa direttamente accreditati in busta paga, aumentandone così l’importo di circa il 10%.
Requisiti per accedere a “Opzione Donna”
Opzione donna è stata prorogata a tutto il 2023, ma con tutta una serie di modifiche restrittive. Rispetto ai requisiti sinora previsti (35 anni servizio e 59 anni d’età, 60 per le lavoratrici autonome), la legge di bilancio conferma i 35 anni come requisito di anzianità da maturarsi entro il 31.12.2022, ma riduce enormemente la platea limitandola a sole tre categorie: donne inabili al lavoro almeno al 74%; caregiver familiari di conviventi con disabilità o non autosufficienti; lavoratrici in esubero o licenziate da aziende per le quali è aperto un tavolo di crisi. Inoltre, per accedere a “opzione donna” occorrerà avere 60 anni d’età (prima era 59 anni per le lavoratrici dipendenti), che si riduce a 58 anni con due figli o per dipendenti/licenziate, e a 59 con 1 figlio.
Requisiti per accedere a “APE SOCIALE”.
La legge di Bilancio ne dispone la proroga a tutto il 2023, essendo peraltro l’unica proroga senza modifiche, con la piena riconferma dei requisiti di accesso fissati dalla Legge 30.12.2021, n. 234, che ne aveva peraltro anche allargato la platea: 63 anni di età e 30 anni di contributi per disoccupati, caregiver, lavoratori con handicap pari ad almeno il 74%; sempre 63 anni ma con 36 anni di contributi, invece, per addetti a mansioni gravose o pesanti, che debbono essere state effettuate per 6 anni negli ultimi 7, o per 7 anni negli ultimi 10.
Accesso alla pensione dei lavoratori c.d. precoci
I lavoratori c.d “precoci (e cioè coloro che prima dei 19 anni avevano già maturato almeno 12 mesi di contributi) potranno continuare anche nel 2023 ad andare in pensione con 41 anni di contributi maturati, indipendentemente dal requisito anagrafico e di genere (dunque, sia uomini che donne).
Questo, in estrema sintesi, il ventaglio delle opzioni che le lavoratrici e i lavoratori interessati hanno di fronte a sé per accedere alla pensione nel corso di questo anno 2023: un quadro di situazione finanche peggiorato.
Ma giovedì 19 p.v. al Ministero del Lavoro partirà finalmente il tavolo di confronto con le Parti sociali sulla riforma pensionistica, al quale parteciperà anche CSE, in merito al quale ritorneremo a breve.
Fonte: Flp.it