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Censis: 62mila posti vacanti nelle imprese 4.0

Censis: 62mila posti vacanti nelle imprese 4.0

Secondo il Focus Censis dedicato al tema delle aziende 4.0 la carenza di competenze rischia di rallentare la crescita del settore: si tratta di 62 mil

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Secondo il Focus Censis dedicato al tema delle aziende 4.0 la carenza di competenze rischia di rallentare la crescita del settore: si tratta di 62 mila posti vacanti. Nonostante la disoccupazione italiana resti al di sopra della media dell’Eurozona, anche nel nostro Paese si fatica a trovare le professionalità adatte a riempire i posti di lavoro disponibili.

Il settore nel quale sempre più si fatica a reperire i profili adeguati è quello dell’Ict, quello delle tecnologie della comunicazione informatica. Con un volume degli occupati cresciuto del 52% in questo settore negli ultimi 5 anni a le 755mila unità nel 2016, l’Ict è alla ricerca, in primis, di 26mila sviluppatori di applicazioni web nel 2016: il 23,8% in più rispetto alle richieste del 2015. A distanza, l’altra figura più ricercata è quello dell’analista di sistemi informativi, con 8mila richieste (il 29,6% in più rispetto al 2015). Che l’Ict sia un territorio in espansione lo testimonia anche il numero delle imprese operanti nel settore: 111mila imprese digitali attive si sono formate fra il 2011 e il 2017 del 17,6%, passando dall’1,8% al 2,2% sul totale delle imprese attive italiane. Sul fronte del fatturato, il mercato digitale è stimato in aumento del 2,3% nel 2017, contro l’1,5% del Pil; fra il 2017 e il 2019 è atteso un incremento del valore pari a 3,8 miliardi di euro.

Il Focus sostiene  che per le imprese 4.0 c’è il rischio che la carenza di competenze adeguate rallenti le società attive nell’Ict. Solo un occupato su cento operanti nel settore può essere considerato un “professionista Ict ad elevata qualificazione”.

Fortunatamente gli studenti hanno già iniziato a reagire alla domanda del mercato: nel giro di due anni accademici (2015-2016 e 2016-2017) il numero degli iscritti ai corsi di studio nell’area “digitale” all’interno della classe scientifica dei corsi delle università italiane è aumentato del 6,8% contro il 2,8% dell’intera area scientifica (mentre la “ripresa” degli iscritti totali in tutte le università e classi di studio si e’ fermata allo 0,9%). Anche il numero dei laureati “digital” è in aumento: nell’anno accademico 2015-2016, sono cresciuti del 7,8% rispetto all’anno accademico precedente (37mila e 540 laureati), contro l’incremento 2,0% del totale di ambito scientifico e l’1,1% di tutti i laureati nell’anno.

 

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