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Green Hydrogen Tech Accelerator, una visione di ecosistema per affrontare la sfida dell’idrogeno verde

Il vettore energetico flessibile e a impatto zero ha un grande potenziale che solo un approccio di ecosistema può sbloccare: un'iniziativa pronta a partire nel 2022 invita i diversi attori dell'innovazione e della filiera a cooperare per fare la differenza

Green Hydrogen Tech Accelerator, una visione di ecosistema per affrontare la sfida dell’idrogeno verde

A più di sei anni dall’Accordo di Parigi, le politiche globali implementate o quantomeno programmate fino a oggi non si dimostrano sufficienti a conte

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A più di sei anni dall’Accordo di Parigi, le politiche globali implementate o quantomeno programmate fino a oggi non si dimostrano sufficienti a contenere il riscaldamento globale sotto la soglia dei +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e ad azzerare le emissioni nette di gas serra.

Inoltre, tra dieci anni scadrà il termine per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile e, a livello globale, soltanto il 17% circa degli indicatori associati agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile è in linea con il relativo target. Nel frattempo, l’accumulo di gas serra nell’atmosfera e l’eccessivo consumo di risorse naturali continuano ad accelerare il cambiamento climatico e la diminuzione della biodiversità, con forti ripercussioni sulla vita umana e sull’ambiente.

L’innovazione sarà un fattore abilitante della trasformazione in nome della sostenibilità, rappresentando l’asset cruciale per creare percorsi di transizione ai fini del miglioramento della resilienza dei sistemi energetici globali e del raggiungimento di emissioni net-zero in un arco temporale compatibile con gli obiettivi internazionali. Secondo alcune stime, più della metà della riduzione di emissioni che dovremo ottenere nei prossimi cinquant’anni per rispettare l’Accordo di Parigi deriverà da tecnologie ancora in fase di sviluppo o disponibili solo su piccola scala, come ad esempio l’elettrificazione, la cattura della CO2 e l’utilizzo di idrogeno. L’innovazione trasformativa richiesta, tuttavia, non è solo tecnologica: servono anche nuovi modelli di business finalizzati a favorire una crescita economica che sia anche sostenibile.

Lo stesso approccio richiederà l’idrogeno, che rappresenta una scelta strategica nella rivoluzione green soprattutto laddove l’elettrificazione non costituisce un’opzione efficace ed efficiente, rappresentando qui una soluzione complementare all’energia rinnovabile – come nel trasporto a lunga distanza e nell’industria pesante.  Si tratta di un vettore energetico flessibile e potenzialmente ad impatto ambientale zero se prodotto da fonti rinnovabili attraverso il processo di elettrolisi, si parla in tal caso di idrogeno verde. Sbloccare il pieno potenziale dell’idrogeno, al fine di diminuirne i costi e aumentarne la competitività, richiederà ingenti investimenti pubblico-privato che includono l’uso di fondi pubblici e l’attrazione di capitale privato.

A livello mondiale gli scenari di penetrazione stimano al 2050 un peso dell’idrogeno pari ad un quarto della domanda finale di energia, una quota che trova corrispondenza anche a livello europeo dove la domanda di idrogeno potrebbe triplicare l’obiettivo della Commissione Europea di 10 milioni di tonnellate di idrogeno nel 2030 e superare i 100 milioni di tonnellate entro il 2050. E si stima un impatto dell’idrogeno sul PIL italiano fino a 27 miliardi nel 2030 (fonte: Stategia Nazionale Idrogeno, ndr).

Il percorso verso l’idrogeno verde tuttavia non è semplice, al netto di questo slancio. Per massimizzare le possibilità di successo nell’embrionale economia dell’idrogeno verde, è fondamentale creare cooperazione in ecosistemi con attori in grado di integrare le competenze, impegnare il capitale necessario e abbattere i costi legati ai rischi di innovazione.

Proprio la cooperazione degli attori dell’ecosistema è infatti alla base della iniziativa Green Hydrogen Tech Accelerator, che verrà lanciata nei primi mesi del 2022. “Con il lancio del Green Hydrogen Tech Accelerator – dice Francesco Iervolino partner Deloitte Officine Innovazione – attori diversi della value chain convergono per affrontare le sfide che li attendono ed accomunano, per un percorso di innovazione e trasferimento tecnologico che crediamo sarà reso più efficace dal fatto di agire insieme”. Il programma infatti, nell’esecuzione delle sue varie fasi, iniziando da un’accurata fase di scouting internazionale, porterà a una collaborazione  tra i player coinvolti, ognuno con una propria competenza specifica.

Il progetto, sul modello degli altri acceleratori già promossi da Deloitte come il Foodtech Accelerator, l’Health&Biotech Accelerator e il Cardiotech Accelerator, avrà il suo centro in Italia ma prevede un raggio d’azione internazionale per l’identificazione delle migliori startup e scaleup che portano innovazione nella catena del valore dell’idrogeno verde.

Gli elementi e i principi portanti dell’acceleratore di Deloitte sono fondamentalmente due: la focalizzazione sulla value chain dell’idrogeno e la trasformazione della stessa grazie all’innovazione e all’open innovation, che porta in sé le tematiche di collaborazione, ecosistema e trasferimento tecnologico.

La fase di onboarding dell’iniziativa è attualmente in corso, e la partecipazione è aperta alle principali aziende che costituiscono la filiera (produttori, player che trasformano l’idrogeno, player nello stoccaggio, distribuzione e trasmissione, aziende elettotromeccaniche, off-takers), oltre che agli attori che nel complesso operano nel campo dell’innovazione come partner scientifici e incubatori in una logica di ecosistema.

Fonte: Wired.it

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