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Green Bond, la carica delle emissioni «sostenibili»

Green Bond, la carica delle emissioni «sostenibili»

Dopo una «pausa Covid» scattata nel marzo di quest’anno riprende a correre il mercato dei «Green Bond», quelle emissioni che consentono di associare c

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Dopo una «pausa Covid» scattata nel marzo di quest’anno riprende a correre il mercato dei «Green Bond», quelle emissioni che consentono di associare ciascuna obbligazione a specifici progetti ambientali. Nel periodo gennaio-agosto 2020 sono stati lanciati 130 miliardi di dollari di green bond, un ammontare raggiunto con due mesi di anticipo nel 2019. Tuttavia nei primi quindici giorni di settembre (ultimi dati disponibili) si è registrato il volume mensile più alto di emissioni green da inizio anno, 26 miliardi di dollari. Ormai a livello globale il mercato dei green bond che ammonta a circa 650miliardi di dollari. Ne’area euro l’ammontare emesso nel corso del 2019 ha raggiunto 170 miliardi di euro, con una crescita del 50% rispetto all’anno precedente. La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo prevede per il 2020 un sensibile incremento dei green bond governativi che finora rappresentano solo una piccola parte del totale: il 9% di tutto l’ammontare in circolazione e sopratutto hanno una storia più recente.

Il ruolo degli Stati

La prima emissione è stata quella della Polonia nel dicembre 2016. Oggi, su un totale di 50 miliardi di euro di titoli governativi in «green» in circolazione a livello globale, 21 miliardi di euro sono titoli francesi (l’Oat, emesso nel 2017 e successivamente riaperto sette volte), mentre 23 miliardi di euro sono costituiti dalle emissioni di Olanda, Belgio, Irlanda e Polonia. Nel 2020, rileva Intesa Sanpaolo molti stati ricorreranno a questo nuovo mercato per finanziare le proprie spese ambientali: una svolta fondamentale d’altronde l’ha impressa il New Green Deal della Ue ed un ruolo primario lo avrà anche la Bce con la presidente Lagarde che ha avvertito che il fattore rischio climatico potrebbe avere un impatto sia sul risk assessment sia sugli investimenti effettuati dalla Bce. A settembre Germania, che ha emesso il suo primo green bond per un controvalore di 6,5 miliardi di euro. Il green bond tedesco ha portato con sé un livello di innovazione inusuale: l’obbligazione è stata infatti emessa in congiunzione con un’emissione tradizionale, non green, con le stesse caratteristiche. La struttura «twin» permette all’investitore di convertire il green bond nel suo “gemello” e favorisce così liquidità per l’emissione green. Al debutto sul mercato nel mese di settembre anche la Svezia, con una emissione equivalente a circa 2 miliardi di dollari.

L’Italia si appresta a entrare in questo segmento nei prossimi mesi, come ha annunciato in conferenza stampa a metà ottobre il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera

La Bei vince i Green Bond Pioneer Awards 2020

La crescita del mercato dei Green Bond, e la sua relativa sostenibilità, è dovuta principalmente a due fattori: da una parte l’ingresso nel mercato delle obbligazioni green da parte delle grandi imprese dei paesi emergenti (in particolare Cina ed India), dall’altra la crescente attenzione delle istituzioni sovranazionali al tema della sostenibilità ambientale. Per quanto riguarda il primo punto, possiamo citare un dato: nel 2016, circa 30 miliardi di dollari USA sono stati emessi da istituzioni finanziarie, enti locali e grandi imprese cinesi. Quanto al secondo fattore è significativa l’attenzione delle organizzazioni internazionali al tema della sostenibilità ambientale: tutte le principali Banche di Sviluppo (Banca Mondiale, International Finance Corporation, European Bank for Reconstruction and Development, European Investment Bank, Asian Development Bank, African Development Bank) ogni anno rinnovano il loro impegno nella sostenibilità avviando nuovi piani di emissione di Green Bond. In particolare per quanto riguarda la Banca europea degli investimenti (Bei), l’istituto guidato dal tedesco Werner Hoyer e dall’italiano Dario Scannapieco, risulta tra i vincitori dei Green Bond Pioneer Awards 2020, il riconoscimento internazionale per organizzazioni, istituzioni e governi protagonisti delle migliori pratiche nella finanza verde. La Bei è stata riconosciuta come il maggiore emittente di obbligazioni verdi tra le banche di sviluppo negli ultimi dieci anni.

Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Crédit Agricole tra i protagonisti bancari

Tra i grandi protagonisti delle emissioni di green bond ci sono poi i grandi istituti bancari italiani e internazionali. In Italia tra i maggiori protagonisti del segmento green ci sono Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Credit Agricole, Bnp Paribas, Unicredit. Ben 500 milioni di euro impiegati per portare avanti progetti legati all’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili sono la raccolta di un recente bond di Intesa Sanpaolo che, con una nota stampa, fa sapere che il titolo è legato a iniziative di «sostenibilità ambientale e climatica». Il primo green bond emesso da Mediobanca, lanciato a settembre 2020 ha un ammontare di 500 milioni, una durata di sette anni e pagherà una cedola dell’1% e ha ricevuto ordini superiori ai 3,5 miliardi. Oltre l’80% dell’importo finale è andato a investitori esteri. «Abbiamo posto la sostenibilità del nostro modello di business al centro del piano strategico al 2023, integrando i target non finanziari all’interno dei target di piano», ha dichiarato l’ad Alberto Nagel. Il bond è finalizzato a finanziare o rifinanziare alcuni progetti che rispecchiano i requisiti del Green e Sustainable Bond Framework, approvato dal gruppo Mediobanca lo scorso giugno in coerenza con il Global Compact delle Nazioni Unite, a cui la banca ha aderito nel 2018.

Fonte : www.corriere.it

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