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Il tessuto di canapa e fibre ottiche che produce energia solare

Il tessuto di canapa e fibre ottiche che produce energia solare

L’energia è una risorsa importantissima, che determina anche lo sviluppo di una popolazione. Ci sono luoghi, però, in cui avere delle fonti di ene

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L’energia è una risorsa importantissima, che determina anche lo sviluppo di una popolazione. Ci sono luoghi, però, in cui avere delle fonti di energia non è così “immediato”. Pensiamo soprattutto ai paesi poveri, o ai villaggi lontani dai centri abitati.

In questi luoghi, l’estro creativo di artisti o ingegneri e progetti intelligenti possono veramente fare la differenza. In tal senso, degna di nota, è un’iniziativa particolare che è stata capace di coniugare l’arte e la tecnologia, a un obiettivo di sviluppo sociale ed economico. Stiamo parlando di Yuca-Tech, un progetto ideato da un artista messicano, Amor Muñoz, per consentire alle donne dei villaggi di realizzare oggetti artigianali in cui piccoli pannelli fotovoltaici flessibili sono cuciti all’interno di tessuti in canapa.

 

La canapa è una fibra naturale comune nello Yucatan e, attraverso questo progetto, è diventata un’opportunità per risolvere alcuni problemi che interessano la popolazione messicana che vive in questa zona.

Lo scopo del progetto, infatti, non è solo risolvere i problemi relativi alla mancanza di energia elettrica, ma anche coinvolgere la popolazione in azioni concrete di sviluppo che generino lavoro, sfruttando delle risorse naturali, quale è appunto la canapa. Un modo per unire la tradizione alla tecnologia.

Le celle solari sono inserite nell’intreccio di tessuti realizzati con canapa e fibre ottiche. I dispositivi sono cuciti all’interno del tessuto, invece di essere saldati.

Il progetto, su larga scala, potrebbe essere indirizzato alla creazione di stuoie da adoperare come coperture capaci di assolvere a una duplice funzione: la prima, utile a riparare le abitazioni dal sole che filtra attraverso le finestre; la seconda, per catturare l’energia solare e immagazzinarla all’interno di una batteria.

Di notte, l’energia può essere adoperata per alimentare una serie di lampadine a LED disposte sulle strade o nelle abitazioni. I pezzi realizzati, inoltre, non sono venduti come “pezzi commerciali”, ma come oggetti artistici unici.

Il passo successivo del progetto sarà quello di coinvolgere i detenuti del Centro di Riabilitazione Sociale di Merida, per consentire loro di realizzare concetti simili attraverso i quali generare salari equi.

 

 

 

ambientebio.it

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