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Addio pasta Buitoni? Epilogo di un marchio del Made in Italy

La pasta Buitoni non esisterà più: la decisione di Nestlé di non rinnovare la licenza per la produzione dello storico marchio, di fatto scrive la parola fine su un brand del food Made in Italy.

Addio pasta Buitoni? Epilogo di un marchio del Made in Italy

Il brand Buitoni, che ha fatto la storia della produzione di pasta Made in Italy, non esisterà più. Almeno per alcuni specifici prodotti che maggiorme

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Il brand Buitoni, che ha fatto la storia della produzione di pasta Made in Italy, non esisterà più. Almeno per alcuni specifici prodotti che maggiormente hanno caratterizzato le tavole degli italiani e non solo.

La notizia è trapelata dalla decisione di Nestlé, multinazionale proprietaria del logo, di non rinnovare la concessione al gruppo Newlat Food per produrre con il marchio.

L’azienda del settore agroalimentare aveva acquisito il pastificio nel 2008 per continuare a fornire i prodotti da forno e i formati di pasta.

Con la scelta di non confermare la licenza per l’uso del brand specificatamente per la pasta secca e per gli articoli da forno, il marchio Buitoni è destinato ridimensionare nettamente la sua presenza sugli scaffali dei negozi. Cosa cambia per il settore pastario italiano?

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Nestlé non rinnoverà la licenza per l’uso del logo Buitoni da parte della Newlat Food, ma lo storico pastificio aretino rimarrà in funzione per produrre con altri marchi. Come Delverde, per esempio, che è di proprietà dell’azienda agroalimentare di Reggio Emilia insieme a Giglio e Polenghi.

La concessione viene dunque interrotta dopo 13 anni, decidendo di fatto l’epilogo del marchio Buitoni che ha lasciato il segno nel Made in Italy della pasta.

La Nestlé italiana ha precisato che, in realtà, il logo è in standby e che: “Buitoni opera e continuerà a operare in Italia e all’estero con i suoi prodotti storici e iconici del made in Italy.”

Si tratta, nello specifico, di articoli quali pizze surgelate, paste e salse fresche, paste ripiene, basi gluten free e liquide prodotti in altri stabilimenti, diversi da quello originario di San Sepolcro.

La vicenda in realtà racconta molto dell’evoluzione industriale e delle strategie di mercato degli ultimi tempi. Già precedentemente, infatti, Newlat aveva palesato la volontà di abbandonare il brand che vale per la pasta il16% di fatturato sul totale.

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