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In Vaticano c’è un acceleratore di startup (for profit) ispirato a Papa Francesco

In Vaticano c’è un acceleratore di startup (for profit) ispirato a Papa Francesco

L’imprenditore Stephen Forte lancia Laudato Sì Challenge: il programma offrirà 100 mila euro alle startup attive nel sociale, per un 6-8% di equity.

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L’imprenditore Stephen Forte lancia Laudato Sì Challenge: il programma offrirà 100 mila euro alle startup attive nel sociale, per un 6-8% di equity.

Anche il Vaticano è un territorio fertile per l’innovazione: Stephen Forte, l’imprenditore a capo del fondo di venture capital Fresco Capital, lancia una sfida alle startup con un post su Medium. Al programma, denominato, non a caso, “Laudato Sì Challenge”, potranno candidarsi le imprese innovative che hanno una mission sociale, ma il cui obiettivo è anche quello di avere degli introiti.

Il nome trae ispirazione dalla seconda enciclica di Papa Francesco, nella quale il pontefice argentino sfida l’umanità ad agire. La candidatura va inviata online e, in questa prima fase, gli startupper presentano via Skype il loro progetto a Stephen Forte. Successivamente inizieranno un percorso virtuale con i propri mentor. La domanda va inviata da subito e la deadline è fissata al 5 giugno.

L’acceleratore offrirà 100 mila euro per un 6-8% di equity.

Il programma avrà luogo dal 13 luglio al 9 settembre e, alla fine dell’anno, ci sarà anche un Demo Day ospitato dal Vaticano.

“Il Vaticano -spiega Forte nel suo post- si preoccupa profondamente della missione portata avanti dalle imprese ed è parte del dibattito sugli investimenti e sul loro futuro a livello globale. Inoltre, nel suo recente discorso al TED Talk, Sua Santità Papa Francesco ha esortato le aziende tecnologiche a migliorarsi“.

L’acceleratore premierà pertanto le startup dalle idee innovative che, allo stesso tempo, desiderano fare qualcosa di buono per il mondo. Le mission delle startup saranno le stesse contenute nell’agenda delle Nazioni Unite: energia, cibo, acqua, ambiente urbano e potenziale umano.

Sul fronte energetico, saranno premiate le idee che puntano a trovare una soluzione alle più gravi conseguenze legate al cambiamento climatico. A seguire c’è il cibo. Non deve essere sprecato, bisogna ridurre al minimo le emissioni di gas a effetto serra e garantire la sicurezza alimentare per tutti. Sul fronte idrico, l’obiettivo è gestire le risorse e i sistemi tecnologici in base alla quantità e alla qualità dell’acqua al fine di assicurare il benessere e la vita di tutti. Sul piano urbano, bisogna cercare di ridurre al minimo le emissioni di gas climalteranti e garantire opportunità alla popolazione. Infine, per quanto riguarda il tema del potenziale umano, l’obiettivo è ridurre al minimo la sofferenza umana derivante dalle migrazioni.

“Attualmente – continua Forte nel suo post – i founder si concentrano nel creare o startup che fanno solo soldi, o imprese dedicate completamente alle cause sociali”. Tutte le startup che vogliono coniugare introiti e missione sociale possono inviare la loro domanda. Gli investitori coinvolti nel programma sono Ibrahim Al Husseini,  Chade-Meng Tan, Caitlin Sparks, Jeff Cherry, Thomas Ermacora, Andrew Mangino e Lola Grace.

 

 

 

 

wired.it

 

 

 

 

 

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