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L’ Europa è nel frullatore

L’ Europa è nel frullatore

L’Unione Europea è nel frullatore, non solo per la propria insipienza ormai dichiarata, ma per aver perso la testa, ossia la signora Merkel, che ha fa

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L’Unione Europea è nel frullatore, non solo per la propria insipienza ormai dichiarata, ma per aver perso la testa, ossia la signora Merkel, che ha fatto della Germania il cavallo di Troia della penetrazione cinese.

Il nuovo governo tedesco “semaforo” (socialdemocratici, liberali e verdi) ha subito avuto il gradimento di Xi Jinping, il quale ha anche alzato la posta ipotizzando una vera e propria alleanza sino-teutonica.

Un tempo c’era il Roberto, l’asse Roma Berlino Tokyo, quello della seconda guerra mondiale, perdente e disastrosa. Ora c’è da vedere se il governo “semaforo” abboccherà all’amo cinese, disastrando ulteriormente l’Europa e mettendo un ulteriore freno al welfare.

Il recente accordo tra Francia e Italia sembra aver spostato gli equilibri, ma è del tutto evidente che la delocalizzazione in terra cinese delle aziende tedesche e 213 miliardi di bilancia export con il Dragone peseranno sugli interessi, tutti teutonici, alla faccia degli interessi dell’Unione. L’accordo, inoltre, fa i conti con le elezioni francesi, con Macron non propriamente messo bene (così pare).

L’Unione Europea è nel frullatore anche per la questione ucraina, dove è in atto un confronto a distanza tra Russia e America, con Putin che intende tenere la Nato lontana dalla sua sfera d’influenza e l’America che, con Biden al comando, sembra non avere un’idea precisa del che fare. Ovviamente l’inesistenza di una strategia da parte di Biden aggrava ulteriormente la situazione, lasciandola aperta ad ogni sviluppo.

A fare le spese della tensione tra Russia e Ucraina e di un possibile conflitto è l’Unione Europea, che ancora una volta dimostra di essere un nano politico, capace molto bene di rifare il vocabolario sul Natale, ma di non avere uno straccio di idea su come affrontare le questioni geopolitiche che la riguardano da vicino.

La prima questione che ci riguarda tutti, anche per i risvolti energetici ad essa connessi, è quella riguardante il rapporto con Putin, che non può essere quello voluto dalla dottrina Clinton gestita da un Biden sempre più incapace di avere una linea di fermezza e di chiarezza.

In questo quadro l’Italia potrebbe dire, finalmente la sua, se la politica, nel suo insieme, sapesse smettere di identificarsi con il green pass e con la guerra tra si vax e no vax, e pensasse ad una possibile guerra vera e alla bolletta del gas.

Pare, tuttavia, improbabile che l’Italia, terra di sperimentazione del metodo cinese di governo del cittadino, possa smarcarsi dall’ossessione sanitaria, per elevare la propria politica a più alti propositi. Anche Draghi pare essersi messo a seguire solo la puntura, mentre persino Landini si è reso conto che guardare alla Cina e ai laogai serve a rendere sempre più precario il lavoro.

E’ del tutto chiaro che se sposti le produzioni in un paese dove esiste lo schiavismo non puoi che avere il crollo del lavoro in patria e la decrescita economica e del welfare. Se poi il Bel Paese è terra di sperimentazione di una democrazia del cittadino a punti, peggio ancora.

Se lo ha capito Landini, sarebbe ora che lo capissero anche alcuni cosiddetti leader politici, ma in Italia il frullatore sanitario non solo ha fatto perdere la testa, ma anche la possibilità di pensare ad un futuro di reale sviluppo nella libertà e nella democrazia. Ci rimane solo Speranza che poco ha a che fare con lo sperare.

Fonte: Nuovo Giornale Nazionale.it Nuovo Giornale Nazionale – L’EUROPA NEL FRULLATORE

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