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Kbw: è l’ora delle banche italiane. Intesa top pick tra le large cap, Credem tra le small

Le banche italiane hanno un beta elevato rispetto al settore e sono altamente orientate a potenziali nuovi sviluppi in termini di riduzione dei costi o M&A e questa volta anche i livelli di capitale sembrano discreti, infatti ogni banca dovrebbe registrare un Cet1 sopra il 13% nel quarto trimestre 2020. Ecco le stime banca per banca di Keefe, Bruyette & Woods Europe che alza il rating sul Credem a outperform

Kbw: è l’ora delle banche italiane. Intesa top pick tra le large cap, Credem tra le small

L'indice delle banche italiane ha sottoperformato l'indice Stoxx Banks EUR Price (SX7E) del 13% circa dall'ultima stagione degli utili a causa, second

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L’indice delle banche italiane ha sottoperformato l’indice Stoxx Banks EUR Price (SX7E) del 13% circa dall’ultima stagione degli utili a causa, secondo Keefe, Bruyette & Woods Europe, della combinazione tra i rinnovati lockdown in Italia, l’instabilità del management di Unicredit con le dimissioni del ceo, Jean Pierre Mustier (oggi il cda nominerà Andrea Orcel, ex capo dell’investment banking di Ubs, nuovo ceo) e del minor entusiasmo per le fusioni e acquisizioni. È anche probabile, ha aggiunto Kbw, che i risultati del quarto trimestre 2020 delle banche italiane siano confusi, quindi è improbabile che emergano trend operativi chiare.

Tuttavia, “riteniamo che questo sia effettivamente un buon contesto per investire nelle banche italiane. Hanno un beta elevato rispetto al settore e sono altamente orientate a potenziali nuovi sviluppi in termini di riduzione dei costi o M&A e questa volta anche i livelli di capitale sembrano discreti, infatti ogni banca dovrebbe registrare un Cet1 sopra il 13% nel quarto trimestre 2020, gli spread sovrani dovrebbero rimanere sotto controllo e nel 2021 si prevede un ritorno alla crescita del pil, +5,1% secondo la stima del consenso”, ha sottolineato Hugo Cruz, l’analista di Kbw che ha scritto il report.

Credem si difende particolarmente bene, motivo per cui il rating di Kbw sale da market perform a outperform (target price alzato da 5,40 a 5,90 euro). “Il nostro nuovo prezzo obiettivo a 5,90 euro implica un potenziale rialzo del 40% circa. Credem ha il costo del rischio più basso in Italia, è fortemente capitalizzato con un coefficiente patrimoniale Cet1 oltre il 15%, ha un mix di ricavi orientato al reddito da commissioni e un track record di crescita organica della quota di mercato, quindi è sempre stata una delle banche italiane meglio gestite, a nostro avviso”, ha spiegato l’analista. Certo, la banca è piccola e il flottante è limitato, “ma riteniamo che la valutazione sia finalmente interessante per giustificare una sovraperformance”.

Intesa Sanpaolo è l’altra top pick, coperta con un rating outperform e un target price invariato a 2,30 euro. Target price rivisto, invece, nel caso di Mediobanca da 9,50 a 9,60 euro. “Le nostre top picks sono Intesa, tra le large cap, e Credem, tra le small cap. Mentre su Banco Bpm, target price a 1,70 euro, e Mps continuiamo ad avere un rating underperform. Le fusioni bancarie italiane hanno dominato il flusso di notizie, ma riteniamo che l’unico accordo che potrebbe avere un senso finanziario sia tra Banco Bpm e Bper e preferiamo puntare su un tale scenario attraverso Bper, coperta con un rating outperform e un target price a 1,97 euro. Per quanto riguarda Unicredit, su cui abbiamo un rating market perform e un target price a 9,70 euro, preferiamo continuare a restare in disparte perché ci preoccupa l’instabilità del management e la mancanza di visibilità su un potenziale accordo con Mps”, ha affermato Cruz, precisando che il report non prende in considerazione Mps perché si attende maggior chiarezza sul piano industriale che sarà sottoposto all’approvazione della Bce entro fine gennaio.

Le banche italiane riporteranno i risultati del quarto trimestre 2020 durante le prime due settimane di febbraio. “Ci aspettiamo un trimestre con una redditività debole principalmente a causa degli elevati costi operativi e degli accantonamenti per perdite su prestiti per motivi stagionali. I coefficienti Cet1 e i net interest income dovrebbero generalmente diminuire trimestre su trimestre, ma con trend contrastanti a seconda della banca”, ha sintetizzato Cruz.

Più nel dettaglio, ha precisato l’esperto, Unicredit, Banco Bpm e Intesa saranno le banche a fare accantonamenti più aggressivi prima del 2021. Nel caso della banca guidata da Messina i confronti sequenziali continueranno a essere complicati dall’acquisizione di Ubi. “Per Banco Bpm stimiamo circa 180 milioni di euro di oneri di ristrutturazione al netto delle imposte relativi al recente accordo con i sindacati. Il coefficiente Cet1 della banca sarà anche influenzato da venti contrari regolamentari”, ha sottolineato Cruz.

Mentre il coefficiente Cet1 di Bper beneficerà del capitale raccolto per finanziare l’acquisizione di alcune filiali di Ubi da Intesa durante il primo semestre 2021. Al di là dei dati effettivi, gli altri argomenti chiave saranno le prospettive per il 2021, con un focus particolare sul trend del net interest income, del costo del rischio, della politica dei dividendi dopo la revoca del divieto della Bce a settembre, dei nuovi piani sul taglio dei costi e dell’M&A.

Fonte: www.milanofinanza.it

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