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Mps: rumor aiuti Stato di 6,6 miliardi, meno delle stime. Ma Bce e Ue chiedono più esuberi

Mps: rumor aiuti Stato di 6,6 miliardi, meno delle stime. Ma Bce e Ue chiedono più esuberi

Lo Stato italiano potrebbe riuscire a iniettare meno soldi di quanto finora stimato, per salvare MPS. E' quanto risulta da un articolo de Il Corriere

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Lo Stato italiano potrebbe riuscire a iniettare meno soldi di quanto finora stimato, per salvare MPS. E’ quanto risulta da un articolo de Il Corriere della Sera che, sulla base di indiscrezioni riferite da persone vicine al dossier, scrive che, invece degli 8,8 miliardi di euro, il salvataggio della banca senese potrebbe aggirarsi a 6,6 miliardi di euro. Non si tratta tuttavia di una concessione speciale, visto chea fronte del minor importo a carico dello Stato, nell’ambito dell’operazione di ricapitalizzazione preventiva a cui mirano governo e Monte dei Paschi di Siena, Ue e Bce chiederebbero più esuberi di quelli pianificati dal management.

Non più il taglio di altri 2.600 dipendenti (che rappresentano comunque più del 10% del personale): ma praticamente il doppio, ovvero 5.000 esuberi.

Il conto che l’Europa presenta a Mps prevede inoltre già la partecipazione di investitori professionali al salvataggio dell’istituto, con una perdita di 2,2 miliardi sul valore dei crediti vantati. E, in ogni caso, l’ok definitivo delle autorità europee al salvataggio della banca arriverà solo dopo con “una ristrutturazione severa”.

Sono queste le indiscrezioni che circolano sul futuro di Mps, la cui situazione al momento è in fase di stallo, per il prolungarsi delle trattative tra la Bce e l’Ue da una parte, e la banca senese dall’altra.

Le divergenze tra Francoforte e Bruxelles sarebbero state in parte superate. Da segnalare infatti come per l’Ue la priorità sia quella di disciplinare e controllare eventuali aiuti di Stato, per evitare che l’erogazione dei sussidi pubblici, dunque che le operazioni di salvataggio, minino la concorrenza. Il diktat della Bce, invece, è quello di assicurarsi che le banche siano solidi, e rispettino certi parametri di capitale.

Il caso Mps è delicato, in quanto con il suo salvataggio l’Italia derogherebbe alla normativa del bail-in, che ha soppiantato in teoria quella del bail-out: l’istituto senese chiede una ricapitalizzazione preventiva e Bruxelles, nella direttiva sugli aiuti di Stato alle banche, stabilisce che il governo può intervenire per colmare un futuro ammanco di capitale previsto in caso di crisi e che, assolutamente, non può coprire perdite, come ricorda Il Corriere, “già sostenute o prevedibili”.

Ma questo significa che Mps, Bce e Ue dovranno cercare di capire l’ammontare di quelle perdite “sostenute o prevedibili”, valutazione tra l’altro indispensabile in vista della cessione dei crediti deteriorati dell’istituto. La cifra precisa degli aiuti di Stato emergerà una volta individuato il valore delle perdite, che i soldi pubblici non dovranno per l’appunto coprire.

Un altolà al ricorso della ricapitalizzazione preventiva è arrivato intanto nelle ultime ore da Felix Hufeld, presidente della Bafin, autorità tedesca che vigila sui mercati finanziari. In un’intervista rilasciata al quotidiano “Sueddeutsche Zeitung”, il funzionario ha lanciato un chiaro avvertimento all’Italia.

“Non si deve abusare di questo tipo di aiuti pubblici. Si tratta di un compito difficile visto che non c’e’ ancora una prassi consolidata per queste situazioni. Proprio per questo i precedenti devono essere valutati con attenzione così che si possa mettere a punto una procedura inattaccabile per i casi futuri”.

 

 

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