Nel centro di ricerca europeo Jet (Joint European Tourous), vicino al villaggio inglese di Culham, un gruppo di scienziati ha fatto un enorme passo av
Nel centro di ricerca europeo Jet (Joint European Tourous), vicino al villaggio inglese di Culham, un gruppo di scienziati ha fatto un enorme passo avanti verso la fusione nucleare a scopi commerciali. Il risultato finale è ancora lontano, ma il progresso registrato lascia ben sperare, perché la fusione è al momento l’unica prospettiva per risolvere allo stesso tempo la crisi energetica e quella climatica, ottenendo una fonte di elettricità costante, praticamente illimitata e con bassissime emissioni di CO2.
Che differenza c’è tra fissione e fusione nucleare?
Di recente l’Europa ha classificato il nucleare come una fonte energetica “verde”. La decisione ha suscitato molte polemiche, perché Bruxelles fa riferimento alla tecnologia oggi disponibile, vale a dire la fissione nucleare, che produce energia attraverso la divisione degli atomi all’interno dei reattori. Un processo che comporta sempre dei rischi per l’ambiente e per l’uomo, perché produce scorie e può causare incidenti, come dimostrato dai disastri di Chernobyl e di Fukushima.
In termini di resa, non c’è confronto rispetto alle fonti fossili: a parità di quantità, la fusione nucleare produce quattro milioni di volte più energia di carbone, petrolio e gas, i tre principali responsabili del riscaldamento globale.
La svolta, però, non è ancora dietro l’angolo: la comunità scientifica ritiene che l’obiettivo della fusione nucleare non si potrà raggiungere prima del 2040.