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Spyghetti Story

L’affascinante quanto intricata storia del rapporto tra il Potere e i Servizi Segreti. Tutto è iniziato il 9 Luglio 1943. Operazione Husky. Lo sbarco in Sicilia.

Spyghetti Story

I governi passano, i Servizi restano. Questa la summa, in definitiva, di uno dei più avvincenti libri di Umberto Eco – Il Cimitero di Praga. Un romanz

Perché è necessaria una formazione internazionale per l’ intelligence
The United States, China and Russia: Intelligence, Cybersecurity and new developing technologies
Geopolitical cyber security: nation-state actors and how to prevent a breach

I governi passano, i Servizi restano. Questa la summa, in definitiva, di uno dei più avvincenti libri di Umberto Eco – Il Cimitero di Praga. Un romanzo tutto incentrato su servizi e complotti e, più precisamente forse, dei complotti inscenati dai Servizi. Trattasi però anche della summa, se vogliamo, di uno dei taciti principi che da sempre regola la nostra Repubblica – e qualcuno direbbe non solo la nostra: un principio che non viene mai codificato, mai insegnato da nessuna parte nel corso del cursus studiorum di una vita e soprattutto mai dimostrabile – come un principio appunto. Pasolinianamente si può arrivare a saperlo senza averne le prove, e tutto ciò che se ne può evincere lo si dovrà solo al rispetto che si deve all’intelligenza, a meno che uno non entri a far parte di certi mondi o sia osservatore particolarmente attento alle dinamiche del proprio Paese e di certe tematiche: il principio che mentre tutto passa sotto il sole della politica, gli apparati di intelligence restano.

“Capitan Simonini, io appartengo a coloro che restano anche quando i governi passano.”

Umberto Eco, Il Cimitero di Praga

Come per la Monarchia, garante di stabilità poiché inamovibile, così gli apparati di Sicurezza di un Paese sono un perno fisso e costante in un mondo in cui tutto cambia, tutto si muove e, soprattutto, si trasforma. I pubblici quanto velleitari “cambi al vertice” dei nostri Sevizi non sono che la riprova di questo: esercizi di pubbliche relazioni ove per non cambiare mai nulla, si cambia tutto – come nella più classiche delle tradizioni gattopardesche – e intanto loro restano sempre lì dove sono. Non è altresì un caso che la storia dei servizi clandestini ebbe il suo più forte sviluppo proprio sotto le grandi monarchie d’Europa – una su tutti quella inglese, sotto Sir Francis Walsingham: spymaster delle Regina Elisabetta e suo consigliere personale, oltre al ben più noto William Cecil e il mago John Dee. Il motto sull’insegna di Sir Francis? See and keep silent  – osserva e tienitelo per te. Più che un motto, un manifesto programmatico dell’intelligence di ogni luogo e tempo.

Questo è d’altronde uno dei grandi vulnus della nostra storia nazionale. Tutti traggono ispirazione dall’Italia, da Dan Brown a James Bond, tranne noi che ci viviamo. Basti pensare alla questione dannunziana: in America si farebbero serie TV da 12 stagioni sull’incredibile epopea di un poeta armato che senza colpo ferire prende una città e ne scrive una delle costituzioni più avanguardiste della storia, mentre da noi si continuano a fare sceneggiati incentrati su preti di paese, investigatori di provincia, infermieri e commediole familiari. Il tutto mentre storie come quelle del Vate o del Principe Lanza di Trabia – spia di Ciano, con la missione esplicita di sabotare l’alleanza coi tedeschi, il quale riferirà a Churchill in persona del reale status della debolezza bellica italiana, convincendolo a non cercare appeasement con Hitler il giorno seguente e così facendo cambiando il corso della storia – rimangono ignote. Non a caso siamo parimenti il Paese delle Stragi senza un mandante, se non uno scomodo, spesso sostituito da uno di comodo; siamo il Paese di Gladio di Cossiga e dell’Anello di Andreotti; della P2 di Gelli (l’ingegner Luciani, per chi ha orecchie per intendere…) e dei servizi deviati (anche se non si capisce mai esattamente bene deviati rispetto a cosa); degli incidenti, degli aerei sospetti e dei caffè un po’ troppo corretti. Tutta roba che farebbe la felicità degli studios di Hollywood per decenni e di cui da noi, a parte un paio di recenti eccezioni, non se ne fa niente.

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