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Spazio: scoperto buco nero che sta generando stelle invece di inghiottirle

I getti di gas prodotti dal buco nero stanno contribuendo alla formazione di nuove stelle. Per gli scienziati la scoperta potrebbe aiutare a comprendere le prime fasi di formazioni dei buchi neri primordiali.

Spazio: scoperto buco nero che sta generando stelle invece di inghiottirle

Un team di ricercatori statunitensi ha pubblicato, mercoledì, uno studio sulla rivista Nature in cui affermano di aver scoperto un buco nero nel cuore

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Un team di ricercatori statunitensi ha pubblicato, mercoledì, uno studio sulla rivista Nature in cui affermano di aver scoperto un buco nero nel cuore di una galassia lontana che sta ”creando” stelle, invece di inghiottirle. I dati sono stati ottenuti utilizzando il telescopio Hubble. Questa galassia, chiamata Henize 2-10, ha solo un decimo del numero di stelle della Via Lattea e si trova a 30 milioni di anni luce di distanza, nella costellazione meridionale della Bussola. Un decennio fa ha acceso un dibattito tra gli astronomi sul fatto che le galassie nane ospitassero buchi neri proporzionali ai giganti supermassicci che si trovano nelle galassie più grandi. “Sapevo dall’inizio che qualcosa di insolito e speciale stava accadendo al buco nero Henize 2-10, e ora Hubble ha fornito un quadro molto chiaro della connessione tra il buco nero e una vicina regione di formazione stellare a 230 anni luce di distanza“, ha affermato Amy Reines, docente di astrofisica alla Montana State University (USA) e autrice principale dello studio. In pratica lo studio ha dimostrato come il piccolo buco nero in Henize 2-10 è collegato da un cordone di gas in quella regione di produzione delle stelle, che è a sua volta protetta da un denso bozzolo di gas. Tuttavia, il flusso di gas proveniente dal buco nero si sta muovendo a circa 1,6 milioni di chilometri orari e colpisce con forza il bozzolo di gas denso, facendolo rompere e liberando le stelle appena nate dall’interno.

Si tratta dell’effetto opposto a quello osservato nelle galassie più grandi, dove il materiale che cade verso il buco nero viene attirato dai campi magnetici circostanti ed in parte, invece di precipitare, a causa di particolari interazioni gravitazionali, viene rigettato in flussi di plasma che si muovono a velocità prossime a quella della luce. Questi getti si riscaldano ben oltre la loro capacità di raffreddarsi e formare stelle. Tuttavia, il gas espulso dal buco nero meno massiccio in Henize 2-10 è sufficientemente compresso ed ha temperature adatte a contribuire alla formazione di nuove stelle con i suoi getti di materiale. Per gli astronomi la scoperta dimostra come i buchi neri nelle galassie nane potrebbero avere una funzione simile ai buchi neri nell’universo primordiale, quando si trovavano nella loro prima fase di formazione. “L’era dei primi buchi neri non è qualcosa che siamo stati in grado di vedere, quindi da tempo ci chiediamo: da dove vengono? Le galassie nane potrebbero conservare qualche ”traccia” dello scenario di inseminazione dei buchi neri che, altrimenti, sarebbe impossibile da ricercare nel tempo e nello spazio“, ha concluso Reines.

Fonte: Scienze Notizie.it

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