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Prima sperimentazione per eliminare l’ Hiv con l’ editing genetico

Autorizzati negli Stati Uniti gli studi clinici di EBT-101, un trattamento che sfrutta la tecnologia Crispr-Cas9 e potrebbe rappresentare la prima terapia per eradicare l’infezione di Hiv dalle cellule umane

Prima sperimentazione per eliminare l’ Hiv con l’ editing genetico

Eliminare l’Hiv direttamente dalle cellule umane attraverso la tecnologia premio Nobel Crispr-Cas9. A pensarci una manciata di anni fa, quando sulle r

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Eliminare l’Hiv direttamente dalle cellule umane attraverso la tecnologia premio Nobel Crispr-Cas9. A pensarci una manciata di anni fa, quando sulle riviste scientifiche facevano capolino i primi studi in vitro e poi sugli animali, sembra quasi incredibile. Invece una potenziale terapia che potrebbe curare in maniera definitiva l’infezione da Hiv esiste e si chiama EBT-101. La Food and drug administration (Fda), l’ente regolatorio statunitense, ha appena autorizzato gli studi clinici di fase 1 e 2, volti a verificare la sicurezza e l’efficacia di questo trattamento, sviluppato da Kamel Khalili e il suo gruppo di ricercatori della Temple University, negli Stati Uniti e l’azienda biotech Excision BioTherapeutics, con la collaborazione di un team di ricercatori dell’Università Statale di Milano.

Eliminare Hiv in maniera definitiva

Da quando Hiv, il virus dell’immunodeficienza umana, è stato individuato la prima volta all’inizio degli anni Ottanta, le terapie contro l’infezione virale hanno subito notevoli progressi, grazie soprattutto allo sviluppo dei farmaci antiretrovirali, ad oggi gli unici disponibili per contenere l’infezione virale. Si tratta di una classe di farmaci indirizzati contro diverse componenti del virus, ma che hanno come scopo comune quello di bloccare la macchina molecolare responsabile della replicazione di Hiv.

Grazie a queste molecole, migliorate progressivamente nel corso degli anni, non solo si è riusciti a ottenere la riduzione della riproduzione del virus nelle cellule, ma anche una diminuzione notevole della carica virale nel sangue e conseguentemente un miglioramento nelle funzioni del sistema immunitario.

Eppure, la terapia antiretrovirale non consente di eliminare il virus in maniera permanente – e quindi di curare l’infezione nel verso senso della parola – costringendo i pazienti ad assumere questi farmaci per tutta la vita e, in caso di interruzione della terapia, generando un’impennata della carica virale nelle settimane immediatamente successive (detta, in gergo tecnico, rimbalzo virale). In più, le persone con Hiv ​​sottoposte a terapia antiretrovirale spesso presentano sintomi associati agli effetti collaterali dei trattamenti e alla presenza latente del virus all’interno delle cellule.

Un processo lungo sette anni

Per queste ragioni, sette anni fa, il gruppo di ricerca di Khalili, in collaborazione con il team dell’Università di Berkeley della futura vincitrice del premio Nobel Jennifer Doudna, ha iniziato a sperimentare una nuova terapia che prevedesse l’uso della tecnica di editing genico Crispr-Cas9 per riconoscere ed eliminare il dna provirale di Hiv (cioè la porzione di virus che si integra all’interno della cellula ospite) e di conseguenza inattivasse la sua espressione, e non solo la sua replicazione, come accade con le terapie antiretrovirali.

Uno sviluppo entusiasmante

I ricercatori sono partiti da studi su cellule umane in vitro, per poi sperimentare la tecnica alla base di EBT-101 su diversi modelli animali, inclusi i primati. Il trattamento sviluppato utilizza un virus adeno-associato (un tipo di vettore virale in grado di veicolare porzioni di materiale genetico all’interno delle cellule, utilizzato normalmente anche in altre terapie geniche) che permette di fornire alle cellule del sistema immunitario un trattamento una tantum e permanente contro Hiv.

Grazie al vettore, infatti, all’interno delle cellule vengono inseriti i componenti di Crispr-Cas che eliminano il dna provirale: negli studi preclinici il trattamento riusciva a curare con successo le infezioni da Hiv. Adesso il programma sperimentale autorizzato da Fda impiega, in maniera del tutto simile a quanto già verificato sui modelli animali, Crispr-cas9 e due molecole di rna che prendono di mira tre siti all’interno del genoma di Hiv, asportando così ampie porzioni del virus e riducendo al minimo potenziali meccanismi di fuga virale.

Al progetto, sia nella fase preclinica che in queste fasi succesive, partecipa il gruppo di Pasquale Ferrante dell’Università Statale di Milano. “La possibilità di testare questo trattamento nelle persone che vivono con l’infezione Hiv rappresenta uno sviluppo entusiasmante, ed è sicuramente di interesse per milioni di persone”, commenta il ricercatore.

Fonte: Wired.it

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