HomeLa Riflessione di Giancarlo Elia Valori

Il significato e le potenzialità del cyberspazio. Documento messaggio del Prof. Valori Parte Seconda

Il significato e le potenzialità del cyberspazio. Documento messaggio del Prof. Valori Parte Seconda

Però tali tipo di operazioni possono anche essere utilizzate per scopi speciali e i vantaggi conseguiti da “terzi nascosti” realizzano un monitoraggio

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Però tali tipo di operazioni possono anche essere utilizzate per scopi speciali e i vantaggi conseguiti da “terzi nascosti” realizzano un monitoraggio completo dei netizen e delle informazioni di rete.

Citando Michel Foucault, riferentesi a Jeremy Bentham, il cyberspazio può diventare è una “prigione panottica ad anello”, ossia “prigione super panoramica” da parte dell’osservatore. Milton Mueller ha dovuto dire: «Sebbene Internet abbia notevolmente ampliato la portata e dell’interazione tra il discorso pubblico e quello individuale, ha anche promosso lo sviluppo della tecnologia e dei mezzi organizzativi per monitorare e controllare il discorso online».

Nel processo di governance, al fine di regolare efficacemente l’uso approssimativo della “libertà” da parte dei netizen, e superare le tendenze errate di pensiero come la violenza e i rumor cibernetici, i crimini informatici, le fake news, l’anarchismo cibernetico, il liberalismo sfrenato e il nichilismo – gli Stati e i governi sono anche intervenuti attivamente, sforzandosi di basare il pensiero e le azioni dei netizen su regolamenti legali e vincoli morali. Solo in questo modo la libertà di Internet può incarnare veramente la coscienza del soggetto, il valore dei diritti e degli obblighi e lo spirito pubblico dei netizen.

Pertanto, non possiamo solo comprendere la rete dal punto di vista della libertà individuale, ma essa punta anche direttamente alla creazione e al mantenimento di un ordine pubblico olistico. In poche parole, il cyberspazio non è un sistema “spaziale” centrato sulla tecnologia senza proprietà, ma un sistema centrato sull’uomo con “unificazione di diritti e obblighi”. La libertà di Internet non è libertà astratta, né libertà dell’individualismo, include la protezione dei diritti degli altri e la costruzione complessiva dell’ordine pubblico. Pertanto, la libertà di Internet è, in ultima analisi, una sorta di “libertà limitata” e la libertà di sfondare questo limite si trasformerà in una forza distruttiva e di conseguenza illegale.

L’interazione e il cyberspazio

Come accennato in precedenza, il cyberspazio è essenzialmente uno spazio sociale. La produzione del cyberspazio è fondamentalmente la produzione di relazioni sociali umane e questo processo di produzione si completa attraverso le interazioni tra le persone. Le caratteristiche di virtualità, anonimato e natura intertemporale del cyberspazio forniscono nuove condizioni spaziali per l’interazione umana, che si manifesta in modo prominente nelle caratteristiche di “non-centralità” o “decentramento” dell’interazione di rete.

Manuel Castells ha sottolineato: «La rete non ha un centro, contiene solo nodi. Ogni nodo ha una rilevanza diversa per la rete». Allora ci chiediamo, che tipo di persona attraversa il “nodo”? Qual è la rilevanza del modo di comunicazione? Innanzitutto, la comunicazione di rete viene eseguita nella piazza elettronica di rete e l’intero processo è completato nei collegamenti di produzione, scambio, consumo ed elaborazione delle informazioni di rete. Si può notare che le interazioni di rete si basano sulla piattaforma tecnica di Internet, utilizzando simboli come testi, video, voce e persino emoticon, in varie comunità online, forum e altri spazi secondari.

È un tipico tecnicismo di attività; e la virtualità e l’anonimato del cyberspazio, e l’interazione tra le persone, rompono e rendono desuete le restrizioni della comunicazione faccia a faccia. La presenza della mente e l’assenza del corpo diventano il comportamento tecnico di interazione.

L’interazione in rete è diventata una nuova forma anche di comunicazione spirituale per “persone reali”, e valore e significato vengono costantemente creati in questo processo. In secondo luogo, questa produzione di valore e significato è più procedurale, ovvero la produzione di valore e significato si crea nel processo di interazione tra i soggetti della comunicazione; non è più prefissata, data, instillata da una parte terza, ma forma consapevolmente il potere e l’influenza del discorso nell’interazione, e quindi costruisce diversi mo(n)di di significato.

Prendendo come esempio alcune piattaforme di rete di domande e risposte, i netizen possono modificare insieme, condividere conoscenze ed esperienze attraverso la predetta modalità interattiva, con una semplice registrazione. Tra domanda e risposta, i netizen stabiliscono una relazione sociale aggiungendo follower (seguaci veri e propri), inviando messaggi privati e pubblicando commenti. Nell’interazione in stile domanda e risposta, quelle risposte professionali e razionali possono acquisire il potere del discorso più e più velocemente, e sono universalmente riconosciute dai netizen.

In questo mo(n)do, su Internet, si costruisce costantemente il social network degli estranei, degli a-sé-sconosciuti e da ciò nascono il valore e il significato della nuova relazione sociale. Infine, la “non centralità” dell’interazione in rete non significa “non soggettività”: i soggetti della rete sono sempre i principali vettori delle attività di comunicazione, ed essi sono totalmente reciproci.

Le attività di comunicazione produrranno nuove relazioni e formeranno una nuova struttura sociale, ma allo stesso tempo si svolgeranno all’interno delle relazioni e delle strutture sociali stabilite con la conoscenza non visibile.

Nella società reale, le attività di comunicazione delle persone sono inevitabilmente influenzate dall’identità preesistente del soggetto, manifestata in specifici ruoli sociali: status, ricchezza, bellezza fisica e altri elementi preesistenti anche a loro contrari – il che fa apparire l’interazione “non così naturale”, ma condizionata appunto da fattori di censo, posizione ed estetica.

Al contrario l’interazione in rete ha cambiato in larga misura la gerarchia del potere e dei gradi di valore formale della società reale. Quando tutti diventano il centro, le persone entrano nello spazio della rete e godono delle stesse opportunità e diritti per la comunicazione. Si forma, quindi, la struttura della democrazia che non si basa su valori visibili nell’esterno noto (la società), ma invisibili dell’interno sconosciuto (la rete).

Naturalmente, questo tipo di reciprocità viene discusso anche in senso generale, e non è nemmeno assoluto. Ad esempio, alcuni influencer e opinion leader di Internet, divulgano pubblicamente le loro identità. Il motivo per cui hanno una forte capacità di “acquisire fan” sconosciuti non esclude l’aggregazione del proprio status sociale (predetti censo, estetica e altri fattori preesistenti), in funzione da usarlo nella societa reale. Ossia il noto sfrutta il cyberspazio per poi imporsi nella società; in altre parole il pastore conduce pecore senza nome dov’egli/ella desìderi. Pertanto, esiste un certo grado di struttura di potere ineguale nel cyberspazio.

L’attività del personaggio del cyberspziono noto dall’esterno, in quant’egli/ella è presente e attivo/a nella società reale è rappresentato da informazioni varie, che coinvolgono tutti gli aspetti della produzione e della vita delle persone, come l’istruzione, l’assistenza medica, le assicurazioni, gli immobili, la pubblicità, i servizi legali, ecc. Il flusso di dati è, in ultima analisi, il flusso di informazioni . Il flusso di informazioni nel cyberspazio, con la sua ampia fonte, velocità elevata, grande capacità, riccho di contenuto e forma, supera completamente il flusso di informazioni tradizionale. Di conseguenza il personaggio noto che usa la rete, lo fa per scavalcare avversari reali nel suo rispettivo campo, mentre i seguaci (follower) pensano sia un guru disincarnato o quant’altro.

I netizen mediante i “nodi” possono diffondere e ricevere informazioni senza essere limitati dal tempo e dallo spazio. Da un lato, le caratteristiche virtualizzate e anonime del cyberspazio decostruiscono o indeboliscono l’identità fissa del soggetto, e questa nel cyberspazio ha una forte contestualità, mostrando così ambiguità nella pratica della comunicazione fluida, in quanto la natura del cyberspazio ha cambiato il significato tradizionale delle coordinate spazio-temporali.

L’attrezzatura fisica di Internet costituisce il “nuovo campo” delle attività del soggetto, ma il significato della “posizione” geografica del soggetto scompare, e l’indirizzo IP determina la sua esistenza. L’identità mobile può consentire ai soggetti della rete di diventare “ubiquitari” e di esistere mobili attraverso diverse interfacce di rete.

La fluidità del cyberspazio riflette i seguenti aspetti: uno è la natura dinamica del cyberspazio. La definizione della caratteristica di “flusso” ha il duplice significato di tempo e spazio. A causa dell’appiattimento del cyberspazio, questo tipo di flusso non è un cambiamento nella posizione degli individui nella classe sociale in senso sociologico, ma è un flusso senza significato gerarchico. A causa della natura senza confini e transtemporale del cyberspazio, questo tipo di flusso non ha confini fisici nel senso topologico, ma assume il significato imprecisato di “luogo”.

Il secondo è l’interazione tra entità di rete nel processo di flusso di informazioni di rete. I bisogni umani sono la fonte della produzione di informazioni e il flusso di informazioni in rete è diventato portatore di valore e significato fin dall’inizio. È anche nel flusso e nella collisione delle informazioni che si creano nuovi valori e significati, mostrando le complesse relazioni sociali tra le persone. Pertanto, il flusso di informazioni è, in un senso fondamentale, un movimento sociale legato alla generazione di significati e significanti. In Italia abbiamo avuto un esempio grandioso, poi finito nella delusione della stragrande maggioranza degli elettori, e nel guadagno di pochi che hanno saputo ben studiare (a volte con frode) l’apparato burocratico.

Il terzo è lo sviluppo dinamico della struttura sociale basata sul progresso tecnologico, che riflette fondamentalmente la natura procedurale della pratica delle “persone reali”. Castells ha sottolineato: «Lo spazio non è un riflesso della società, ma un’espressione della società. In altre parole, lo spazio non è una copia della società: lo spazio è la società». Ciò sottolinea che la generazione del cyberspazio è fondamentale per la sua autogenerazione.

Da un lato, la fluidità del cyberspazio è diventata una forza endogena per la differenziazione e l’integrazione del cyberspazio stesso e le sue dinamiche influenzano e modificano la struttura del valore e del significato nel cyberspazio; dall’altro, attraverso interazioni online e offline, alla fine esso trasforma attraverso azioni concrete la società reale stessa, che a sua volta promuove cambiamenti nella struttura sociale complessiva. Pertanto, come “qualità del flusso”, il cyberspazio è basilarmente incarnato come un processo di pratica sociale.

La formazione e lo sviluppo del cyberspazio è il risultato della continua differenziazione e integrazione dello spazio sociale nei propri cambiamenti. Quindi, il cyberspazio è un cosiddetto “dominio pubblico”? Secondo la nostra comprensione possiamo vedere gli elementi fondamentali che costituiscono il dominio pubblico: uno sono le singole persone con spirito razionale e critico; l’altro i media indipendenti e il terzo è l’opinione pubblica che forma un consenso razionale.

Per quanto riguarda il cyberspazio, l’opinione pubblica è attiva: di fronte agli eventi generali, non si pone in disparte, ma partecipa attivamente alla discussione di questioni importanti allo scopo di salvaguardare gli interessi pubblici e controllare il potere. Questo tipo di comunicazione e interazione equa e dialogica non solo riflette il pensiero indipendente, il giudizio, la scelta e persino la capacità critica dei netizen come soggetti razionali, ma riflette anche la loro buona alfabetizzazione morale e legale, svolgendo così un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’ordine pubblico.

Nel senso dei media, le caratteristiche di base del cyberspazio lo rendono relativamente indipendente. Non ci sono organizzazioni, istituzioni e sistemi di potere pubblico gerarchico e rigoroso nel cyberspazio: è aperto a tutti e le persone comunicano e interagiscono in un ambiente relativamente libero. Lo sviluppo della tecnologia di rete – almeno quella presentata per tale – fornisce anche una garanzia sufficiente per questa uguaglianza, libertà e indipendenza.

Quando le persone in rete esprimono opinioni su eventi vari, un gran numero di pareri e discussioni vengono rapidamente raccolte nell’opinione pubblica online con l’aiuto della relativa piattaforma; e attraverso la pressione massiva le questioni correlate vengono risolte in modo equo o perlomeno non nascosto, e promuovono la riforma e il miglioramento dei relativi sistemi, e all’occorrenza anche delle norme.

Si può dire che le funzioni critiche e di controllo delle persone online attraverso l’opinione pubblica sono diventate una forza positiva e costruttiva. Da questo punto di vista, il cyberspazio ha effettivamente svolto la sua funzione di pubblico dominio.

Ma possiamo determinare da questo che il cyberspazio sia realmente di dominio pubblico?

I netizen come corpo principale della rete non possono essere chiamati tutti “pubblico” con spirito razionale. Al contrario, ad eccezione di quei netizen che sono dipendenti dal consumo e dall’intrattenimento online tutto il giorno, alcuni netizen sfogano arbitrariamente le loro emozioni attaccando e abusando verbalmente gli avversari. Inseguimenti cibernetici in stile ricerca della carne umana, diffamazioni sfrenate che ignorano i fatti e parodie informatiche senza principi li rendono sabotatori a tutti gli effetti.

Lo spirito pubblico e la razionalità sono termini completamente sconosciuti per tali netizen. Ci sono forze cibernetiche non identificate, che diventano i confezionatori e i manipolatori di informazioni per ulteriori scopi. Informazioni false con fonti e contenuti estremamente inaffidabili, crimini informatici che calpestano la linea di fondo delle leggi e della morale, ecc.

Questi hanno anche trasformato il cyberspazio in un’atmosfera nebbiosa; per cui sulla base della sua complessità, al fine di costruire una sua buona “ecologia” del web, i Paesi di tutto il mondo stanno rafforzando la gestione e il controllo del cyberspazio, realizzando così la penetrazione del potere pubblico in esso. Per cui si nota che il cyberspazio non è completamente indipendente in senso teorico.

In breve, nel processo di flusso di informazioni e collisione, vi è la creazione di valore e significato, ma pure la sua distruzione. La comunicazione e l’interazione in rete non sempre contribuiscono alla risoluzione di incidenti di qualsiasi genere, ma in molti casi agiscono semplicemente come una forza destabilizzante. In effetti, non possiamo semplicemente determinare che il cyberspazio sia una “sfera pubblica” o “quasi pubblica”.

Quando si discute dell’attribuzione spaziale del cyberspazio, il metodo per giudicare sì/no-1/0 è il risultato della comprensione meccanica e dell’applicazione delle teorie di dominio pubblico comunemente accettate. È molto facile nascondere la complessità della struttura e le contraddizioni intrinseche del cyberspazio, e ciò impedisce di comprendere e giudicare accuratamente le caratteristiche e le funzioni essenziali del cyberspazio: e per essenziali mi riferisco all’utilità come valore condiviso, e non ai vantaggi personali dell’individuo.

A mio parere, il più grande significato del dominio pubblico per il cyberspazio è che debba esistere funzionalmente. Il cyberspazio non può essere semplicemente giudicato al predetto livello digitale 1/0, ma può effettivamente svolgere le operazioni di servizio per tutti. Quando si cerca di guidare i soggetti della rete da netizen “individualizzati” a “pubblici”, essi possono non solo manifestare le proprie esigenze di interesse sotto forma di aiuto alla conoscenza e scambio di esperienze pure personali, ecc., ma anche sostenere lo spirito della razionalità pubblica, prestando attivamente attenzione agli eventi pubblici, vigilando sul potere pubblico e salvaguardando gli interessi di tutti.

Di conseguenza, il cyberspazio si auspica possa elevarsi sino a diventare un “agente dell’informazione razionale”, e quindi una forza costruttiva attiva. Quando il cyberspazio svolge il ruolo e la funzione del dominio pubblico, può comunicare efficacemente il rapporto tra la sfera privata e la sfera del potere, lo spazio online e quello offline e ricostruire efficacemente il rapporto tra governo, società e cittadini, contribuendo così ad adeguamento e ottimizzazione dell’ordine generale dello spazio sociale.

Per ciò che concerne, invece, la proprietà del cyberspazio, non possiamo semplicemente identificare il cyberspazio come “è” o “non è” di pubblico dominio, ma dobbiamo cercare di indirizzare il suo ruolo nel pubblico interesse. In un senso fondamentale, il cyberspazio è uno spazio sociale, una nuova forma “ambientale” che si estende e si differenzia dallo spazio sociale della quotidianità con lo sviluppo della tecnologia Internet.

Tuttavia, in base alla dimensione tecnica, il cyberspazio come “realtà virtuale” è diverso dall’ambiente sociale in senso generale, mostrando caratteristiche e regole operative proprie che sin troppo spesso sfuggono ai comportamenti di ordine morale, civile e penale.

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