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Fincantieri, ipotesi ticket per i vertici: Bono presidente, Gemme amministratore delegato

Mancano poche settimane al cambio della guardia del colosso della navalmeccanica: il dossier è sul tavolo della presindenza del Consiglio dei ministri

Fincantieri, ipotesi ticket per i vertici: Bono presidente, Gemme amministratore delegato

La partita è ancora aperta, giurano a Roma, ma qualcosa si va definendo. E nel giro delle nomine dei colossi pubblici, sul tavolo su cui si gioca il f

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La partita è ancora aperta, giurano a Roma, ma qualcosa si va definendo. E nel giro delle nomine dei colossi pubblici, sul tavolo su cui si gioca il futuro dei vertici di Fincantieri comincia a definirsi almeno lo schema. Giuseppe Bono, l’uomo che ha plasmato per venti anni il destino della navalmeccanica italiana e che l’ha portata a primeggiare a livello globale, rimarrà in azienda. Al momento è decisamente probabile che per lui sia pronta la poltrona di presidente del gruppo, quella attualmente occupata da Giampiero Massolo. Sul tavolo del governo poi ci sono diversi nomi di papabili per il ruolo di amministratore delegato, quello ora ricoperto proprio da Bono. E si fa largo l’ipotesi di un ticket che garantisca continuità e si concentri sullo sviluppo industriale. Così accanto a Bono potrebbe arrivare Claudio Gemme, esperto manager genovese da poco rientrato nella galassia del gruppo con la guida della divisione Infrastructure dopo l’esperienza come presidente di Anas. «È un’ipotesi» tagliano corto da Roma. Ma dopo la partita che ha portato alla rielezione di Mattarella al Colle e al blocco del rimpasto del governo Draghi, gli spazi di manovra si vanno riducendo, anche per chi aspira al ruolo di amministratore delegato. E per quella casella la scelta arriverà dalla presidenza del Consiglio che su questa partita vuole avere mani libere: Fabrizio Palermo è ancora un candidato forte con un curriculum di peso sulla parte finanziaria. Giuseppe Giordo è il pretendente che ricopre un ruolo di peso nella divisione militare. Fabio Gallia, la scelta che sarebbe più gradita all’attuale ceo di Fincantieri, ha perso un po’ di rincorsa e ora è in terza posizione. Ma queste soluzioni («di grande prestigio» si affrettano a ribadire le fonti) rischiano di provocare un problema per il clima interno. Se Bono occuperà la poltrona di presidente (e al momento sembra molto probabile, grazie anche ai rapporti che il manager vanta in diverse alte stanze del potere romano), per il ruolo di amministratore delegato bisognerà trovare una mediazione che accontenti tutti. Quei tre nomi che si fanno da tempo sono di alto livello, ma rischiano di provocare fratture. Ed è qui che è entrato in scena, nelle ultime ore, l’outsider. Gemme ha esperienza industriale, ha guidato diverse società del gruppo e come anticipato dal Secolo XIX, da qualche settimana è al vertice di Fincantieri Infrastructure, voluto in quella posizione proprio da Bono. È un nome gradito alla politica – piace molto alla Lega – e ha avuto un’esperienza di alto livello con la presidenza di Anas. L’età di Gemme potrebbe essere un difetto (ha 74 anni), ma anche un vantaggio, perché non evoca un altro regno ventennale al vertice dell’azienda. Ma, come detto, la partita rimane aperta.
Intanto a Riva Trigoso ieri c’è stato il varo tecnico del quarto Pattugliatore polivalente d’altura (Ppa) “Giovanni delle Bande Nere” che sarà consegnato nel 2024: «È il primo in versione completa – spiega l’azienda – equipaggiato con il massimo della capacità di difesa». —

Fonte: Themeditelegraph.com

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