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Bofrost, l’azienda di surgelati che punta a diventare un laboratorio di innovazione

Bofrost, l’azienda di surgelati che punta a diventare un laboratorio di innovazione

Trent’anni fa l’impresa di San Vito al Tagliamento ha portato in Italia il concetto di vendita diretta di alimenti surgelati. Oggi speriment

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Trent’anni fa l’impresa di San Vito al Tagliamento ha portato in Italia il concetto di vendita diretta di alimenti surgelati. Oggi sperimenta i big data per migliorare la customer experience e organizza hackathon per innovare il porta al porta con il digitale. E, in futuro, potrebbero arrivare i furgoni a guida autonoma

Innovare mantenendo un occhio sulla tradizione e uno sul futuro. È questo l’obiettivo di Bofrost, l’azienda friulana che trent’anni fa ha portato in Italia il concetto di vendita diretta di alimenti surgelati e che oggi, nella sede di San Vito al Tagliamento, sperimenta big data, progetta hackathon, pensa a un futuro in cui i furgoni per per la consegna a domicilio possano essere a guida autonoma. Soluzioni che gli hanno permesso di raggiungere numeri interessanti: nell’anno commerciale 2016/17 ha fatturato 235 milioni di euro (di cui l’1,2 per cento investito nell’innovazione), ha superato i 2.400 fra dipendenti e collaboratori e serve 1,2 milioni di famiglie italiane, con 695 mila clienti regolari.

I primi passi verso l’innovazione, l’azienda li ha mossi cambiando i canali di vendita: a quelli già sperimentati, quali il call center e l’ecommerce, ha aggiunto recentemente, prima azienda di surgelati a fare questo, ancheAmazon Marketplace, a dimostrazione della volontà di essere sempre al passo con la dinamicità dei mercati. “Siamo costantemente alla ricerca di soluzioni innovative per servire al meglio i nostri clienti e per crescere ancora – spiega Gianluca Tesolin, amministratore delegato di Bofrost –. Il nostro successo è basato sul porta a porta, metodo di vendita che ci ha consentito di costruire un legame unico con la clientela. Crediamo che proprio dal digitale possano arrivare strumenti nuovi per potenziarlo e valorizzarlo ancora di più”.

Poi, l’attenzione si è spostata sul cliente: “abbiamo puntato sui big datacome formidabile strumento conoscenza del cliente per andare incontro alle sue esigenze” continua Tesolin. Obiettivo: innovareil modello di vendita più antico, il porta a porta, con le nuove possibilità offerte dal digitale.

“La vendita diretta a domicilio continua a piacere: per il cliente il passaggio del venditore Bofrost è un’abitudine e una ritualità molto apprezzata. Il nostro punto di forza, assieme alla qualità dei prodotti, è proprio la cura del servizio, con la comodità della consegna a casa. Il passaparola dei clienti che consigliano Bofrost a parenti e amici è un motore di crescita” continua l’ad. “Il modello di business dell’azienda è basato sul rapporto diretto con i propri clienti: per questo Bofrost deve saper interpretare i bisogni dei propri clienti in maniera non solo attiva, ma pro-attiva – spiega Tesolin –. I clienti non vengono da Bofrost, ma è Bofrost che va nelle case dei propri clienti. È per questo che dobbiamo dare ai nostri venditori informazioni che li facilitino non solo nel processo di vendita ma soprattutto nel servizio al cliente. La tecnologia deve essere uno strumento attivo a loro supporto. L’analisi dei consumi ci consente di impostare azioni promozionali mirate su target differenziati ma consente anche, in chiave predittiva, di capire se un cliente sta cambiando i suoi comportamenti e cerca qualcosa di nuovo”.

 

 

 

 

 

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