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La depressione politica causata dalla globalizzazione

La depressione politica causata dalla globalizzazione

La globalizzazione imponendosi in Europa e in Italia ha causato una profonda depressione politica, sia in Europa dove ha imposto la politica dell’aust

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La globalizzazione imponendosi in Europa e in Italia ha causato una profonda depressione politica, sia in Europa dove ha imposto la politica dell’austerità, sia in Italia portando scompenso economico alle banche, ai cittadini e al sistema politico italiano. Con la venuta dei cinesi, a livello commerciale, si è introdotto un mercato dove per vendita, gli stessi hanno proposto dei prodotti a basso costo ma che in realtà si sono verificati prodotti di basso livello qualitativo. Per questi motivi il mercato medio dei compratori italiani è saltato. E’ anche vero che tutto questo ha favorito l’apertura di un mercato tra l’Italia e la Cina dove sono stati esportati dall’Italia e importati lì in Cina prodotti italiani di migliore qualità, ma questo, alla fine, non ha favorito del tutto l’economia italiana. La depressione della politica italiana è molto evidente in questo periodo particolare dell’infezione dovuta al coronavirus. I provvedimenti presi probabilmente non sono i più adeguati al caso perché adottati anche in ritardo rispetta alla eventuale prevenzione che si doveva avere.

Questa però non è una novità, i Governi che fino ad oggi si sono succeduti non hanno mai proposto idealmente o ideologicamente una strategia politica da poter affrontare l’eventuale crisi strutturale che si sta generando per la globalizzazione, venuta ad imporsi a livello europeo e soprattutto nella nostra Italia. Allora tutto il popolo si deve chiedere come mai, pur sapendo di questi accadimenti, i nostri politici non prendono provvedimenti e ripristinare una politica interna che scaturisce principalmente dalla domanda dei fabbisogni del popolo? Questo non accade; forse per paura di intraprendere iniziative abbastanza audaci? Oppure alla inefficienza di alcuni politici che sono in avanscoperta o se vogliamo dire innanzi ai movimenti o ai partiti? E che però non sanno neppure teoricamente dimostrare di poter prendere delle iniziative in modo strategico per sopperire a queste continue crisi siano esse istituzionali che economiche e politiche? Se le cose stanno così, sarebbe opportuno allora che, veramente, si andasse alle urne e sapere concretamente il popolo che cosa ne pensa o come vuole essere governato.

Al di là delle fazioni politiche, ideologiche ma, soprattutto, lontani dalla sconcertante ed austera globalizzazione che ci vogliono propinare i magnati dell’economia. Stabilire una volta e per sempre un rapporto di realtà, verità e onestà, e soprattutto convinzione, tra il popolo e la politica. Oggi come oggi la politica ed il popolo sono distaccati anni luce. I candidati alle elezioni promettono al popolo di fare ciò che serve per loro. Ma in realtà poi applicano delle norme fatte ad oc per i sistemi bancari, per i grandi affaristi e si distaccano dalla realtà oggettiva che investe negativamente il Paese. E’ vero che alcune norme riguardano la giustizia o la prevenzione giustiziale, ma che riguardano solo alcune persone che violano o raggirano le leggi fregandosene dello stato e di tutto il popolo. Rimandano alcune iniziative che si erano proposte per giustiziare i colpevoli per aver causato vittime su disastri avvenuti, senza pensare che dietro ai disastri ci dovrebbe essere invece la galera immediata. Pertanto cosa dobbiamo pensare che è tutta colpa della globalizzazione? Riflettiamoci un minuto!

Fonte: Stylo24.it

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