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Deutsche Bank partecipa al successo dei Pir

Deutsche Bank partecipa al successo dei Pir

I Piani individuali di risparmio (Pir) hanno costituito per il mercato finanziario italiano una delle più importanti novità dell'anno appena concluso

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I Piani individuali di risparmio (Pir) hanno costituito per il mercato finanziario italiano una delle più importanti novità dell’anno appena concluso. Per il 2017 la cifra totale raccolta per i Pir ha superato i 10 miliardi di euro e si prevede che, per il quinquennio fino al 2021, possa raggiungere i 70 miliardi. Poichè la struttura stessa dei Pir prevede che almeno il 21% del portafoglio sia destinato a Pmi nazionali, ciò consentirebbe a questo comparto, se le previsioni venissero confermate, di disporre nei prossimi cinque anni di risorse per circa 14,7 miliardi. I Pir, infatti, sono stati introdotti come forma di risparmio in grado di dare contemporaneamente un sostegno alle imprese. Il loro scopo, cioè, è quello di canalizzare il risparmio delle famiglie verso investimenti produttivi di lungo termine in imprese industriali e commerciali italiane ed europee radicate nel territorio italiano.  Deutsche Asset Management, la controllata del gruppo tedesco Deutsche Bank, lo scorso settembre, ha lanciato il fondo Multi Asset Pir Fund progettato ad hoc per il mercato italiano. L’Head of Asset Management Deutsche AM Italia Mauro Castiglioni  ha commentato: “Il lancio del fondo Deutsche AM Multi Asset PIR Fund si inserisce in una strategia orientata al sostegno dell’economia reale italiana caratterizzata da moltissime eccellenze. Siamo convinti che gli investitori possano trarre benefici dalla crescita delle imprese italiane di qualità”.

C’è da considerare che la crisi economico-finanziaria dell’ultimo decennio ha messo a nudo i limiti di una struttura finanziaria delle Pmi troppo dipendente dal finanziamento bancario in cui  le imprese hanno visto ridurre l’offerta di risorse finanziarie da parte del sistema bancario. Questo genera la necessità per le imprese di diversificare le proprie fonti di finanziamento, riducendo la dipendenza dagli strumenti bancari. Sul fronte dei risparmiatori, d’altronde, gli strumenti di raccolta bancaria e gli investimenti in titoli di Stato hanno dimostrato di non rappresentare più strumenti efficienti ed efficaci, quanto meno se usati in modo pressoché esclusivo. In una logica di diversificazione sarebbe necessario trovare forme di investimento alternative, più orientate al lungo termine e alla creazione del valore, che portino risorse finanziarie a disposizione della parte sana del sistema delle imprese che investono,  innovano, esportano e crescono. Il Pir può costituire un meccanismo virtuoso di canalizzazione delle risorse finanziarie per la crescita  delle Pmi.

Per non sprecare l’enorme potenziale che i Pir hanno, però, si richiedono almeno tre condizioni: un’attenta identificazione da parte degli intermediari delle imprese su cui allocare le risorse raccolte, una responsabile ricerca di risorse da parte delle imprese per progetti seri e concreti di crescita e di innovazione e un’accurata selezione da parte dei risparmiatori del prodotto Pir più adeguato.

 

 

fonte bankimpresanews.com

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