Uno studio dell’Università Sapienza di Roma dimostra la fattibilità tecnica ed economica di un sistema energetico italiano completamente decarboni
Uno studio dell’Università Sapienza di Roma dimostra la fattibilità tecnica ed economica di un sistema energetico italiano completamente decarbonizzato entro il 2050. Il 90% della produzione elettrica potrebbe derivare da fotovoltaico ed eolico, con il resto coperto da idroelettrico, geotermico e biomassa.
A dirlo sono i ricercatori Lorenzo Mario Pastore e Livio de Santoli che hanno analizzato 12 scenari evidenziando che l’eolico avrà un ruolo chiave grazie alla sua produzione più stabile rispetto al fotovoltaico. A regime, si prevedono oltre 200 GW di solare, 115 GW di eolico onshore e 55 GW offshore.
Per garantire la stabilità del sistema, si dovranno adottare diverse soluzioni di accumulo e gestione dell’energia. Le batterie agli ioni di litio assicurano lo stoccaggio a breve termine, con una capacità compresa tra 20 e 50 GWh a seconda dello scenario.
L’idrogeno, prodotto tramite elettrolisi, potrà fungere da riserva energetica a lungo termine, con elettrolizzatori sovradimensionati di cinque volte rispetto alla domanda minima per garantire flessibilità. Il teleriscaldamento con accumulo termico contribuirà invece all’equilibrio tra domanda di calore ed elettricità, riducendo la necessità di elettrificazione diretta. Secondo gli autori, queste strategie dimostrano la possibilità di un sistema energetico privo di centrali fossili o nucleari.
Lo studio sottolinea anche l’importanza dell’efficienza energetica e della riduzione dei consumi del 20-30%. Il nucleare non è stato considerato essenziale, mentre biomassa e biocarburanti saranno usati solo in settori specifici.
Secondo gli autori, la transizione è realizzabile con costi stabili attorno ai 50 €/MWh, molto inferiori agli attuali prezzi influenzati dal gas. Resta da verificare come le normative e le infrastrutture potranno supportare questo cambiamento epocale.
Fonte: nextville.it