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L’origine delle api da miele

Le api da miele comparvero in Asia 7 milioni di anni fa: poi l'evoluzione le adattò ai diversi ambienti del mondo, favorendo però i tratti delle operaie

L’origine delle api da miele

L'ape europea (Apis mellifera), o ape da miele, è la specie di ape più diffusa al mondo: da dove arriva? Qual è la sua origine? Sono diversi gli studi

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L’ape europea (Apis mellifera), o ape da miele, è la specie di ape più diffusa al mondo: da dove arriva? Qual è la sua origine? Sono diversi gli studi dedicati a questo fondamentale impollinatore, ma ora un lavoro pubblicato su Science Advances sembra avere le risposte. L’A. mellifera si sarebbe evoluta per la prima volta in Asia occidentale sette milioni di anni fa, prima di diffondersi un milione di anni dopo in Africa ed Europa dando vita a 27 sottospecie, oggi presenti in ogni continente eccetto l’Antartide.

POCO IN COMUNE. Per arrivare a queste conclusioni gli studiosi hanno confrontato i genomi di 251 api europee, appartenenti a 18 sottospecie diverse diffuse in Europa, Asia e Africa. L’analisi ha rivelato che ogni sottospecie condivide 145 geni con tutte le altre – un numero esiguo considerato che il genoma dell’A. mellifera è composto da circa 12. 000 geni in totale: questi 145 geni sono il motore delle mutazioni che hanno permesso l’evoluzione e l’adattamento di ogni singola specie ai diversi habitat e stili di vita. «Scoprire che il numero di geni coinvolto nell’adattamento delle api da miele era così basso è stata una sorpresa», afferma Amro Zayed, uno degli autori dello studio.

PRIORITÀ A CHI LAVORA. Ma ciò che ha stupito ancora di più i ricercatori è il fatto che questi 145 geni fossero tutti connessi alla morfologia e al comportamento delle api operaie (come la difesa della colonia, l’immunità sociale e la produzione di miele e pappa reale), non delle api regine: «Un set base di geni ha permesso alle api da miele di adattarsi a diverse condizioni ambientali, regolando il comportamento della colonia e delle operaie», spiega Kathleen Dogantzis, coordinatrice dello studio. Secondo Pilar de La Rúa (Università di Murcia), la selezione naturale avrebbe favorito le api operaie per il bene dell’alveare, e questo è l’ennesimo esempio dell’altruismo intrinseco di questi impollinatori.

Fonte: Focus.it

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