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MONTE DEI PASCHI di SIENA

MONTE DEI PASCHI di SIENA

MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS, SALTA L'ASSEMBLEA STRAORDINARIA A Siena ha preso il via l’assemblea ordinaria degli azionisti di Mps con il 16,3%

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MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS, SALTA L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA A Siena ha preso il via l’assemblea ordinaria degli azionisti di Mps con il 16,3% del capitale presente. Non è stata quindi superata la soglia del 20% necessaria alla costituzione dell’assemblea straordinaria e quindi non si potrà deliberare sulla riduzione del capitale sociale, la copertura della perdita residua e su alcune modifiche allo statuto delle banca. Come riportano le agenzie specializzate, dal libro soci arriva la conferma che il Tesoro è il primo azionista della banca con il 4,02%. Axa ha invece una quota del 3,17%. I lavori procederanno comunque per la parte relativa all’assemblea ordinaria, con la votazione sul bilancio 2016 e sulla riduzione dei membri del consiglio di amministrazione.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS, PADOAN: SITUAZIONE BANCHE ITALIANE È GESTIBILE Pier Carlo Padoan, riferendosi alle situazioni di Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ha detto che “la questione delle banche italiane e delle sofferenze è complessa e ha alcuni punti di criticità, ma è gestibile, sia con misure di sistema che specifiche”. Il ministro dell’Economia, parlando al Salone del risparmio di Milano, ha anche ricordato che il nostro Paese “è all’avanguardia per rendere l’unione bancaria operativa”. In questo senso ha detto che l’impegno del Governo e della Banca d’Italia è giornaliero, mentre quello della Bce non è giornalieri, ma quasi. Resta da capire quando la trattativa aperta con le istituzioni europee si potrà concludere, di modo da avere il via libera per la ricapitalizzazione precauzionale.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS, OGGI L’ASSEMBLEA DEI SOCI A SIENA Oggi è in programma l’assemblea dei soci di Monte dei Paschi di Siena e riuscirà a essere presente anche l’associazione “vittime del salva banche”. Lo ha detto la portavoce Letizia Giorgianni, spiegando che ciò sarà reso possibile “grazie agli amici dell’Associazione del Buongoverno di Siena”. In una nota ha evidenziato come stia crescendo il timore che gli obbligazionisti siano costretti a un grosso sacrificio per rendere possibile la ricapitalizzazione precauzionale della banca toscana. Infatti, nonostante le rassicurazioni di un intervento pubblico che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a molti, sembra che la Commissione europea voglia chiedere criteri più stringenti sui rimborsi ai risparmiatori. “La coperta si farebbe sicuramente più stretta, e siamo sicuri che basti per gli obbligazionisti subordinati?”, si chiede Giorgianni. Tali timori non sono certo infondati.

Intanto l’Associazione Buongoverno Mps ha fatto sapere di aver raccolto deleghe per circa 3.500 azioni, pari a poco più dello 0,01% del capitale. Questo, ha spiegato Sergio Burrini perché “le lunghe e contraddittorie vicissitudini della banca non hanno certo incoraggiato una maggiore partecipazione. Stiamo preparando degli interventi e parleremo con il cuore”. Dunque l’appuntamento societario di oggi sarà molto importante, non solo per i vertici di Mps, ma anche per i piccoli azionisti che potranno far sentire la loro voce. Per loro, del resto, la ricapitalizzazione comporterà un perdita del valore dei loro titoli non indifferente.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS E LA GRANA NPL PER L’ITALIA Quello dei crediti deteriorati resta un problema che non solo Monte dei Paschi di Siena, ma anche altre banche italiane dovranno affrontare. Non potranno però contare su una bad bank europea. L’Ecofin che si è tenuto a Malta ha infatti definitivamente fatto tramontare questa ipotesi e ora graverà su ogni singolo Paese membro il compito di trovare una soluzione. Pier Carlo Padoan ha voluto inviare un “messaggio in codice” a Daniele Nouy, responsabile dell’autorità di vigilanza in capo alla Banca centrale europea, spiegando che sarà importante far sì che le banche presentino dei piani in grado di far vedere un percorso per far tornare gli Npl a livelli fisiologici. L’importante è che ciò non avvenga con una velocità troppo elevata. Del resto quando le banche si liberano dei crediti in sofferenza si trovano a dover fare i conti con delle svalutazioni che influiscono non poco sui loro bilanci già messi a dura prova dal calo della redditività tipico del settore in un periodo di bassi tassi di interesse. “Gli Npl si sono accumulati in un periodo relativamente lungo e non si possono smobilizzare da un giorno all’altro, specie se coinvolgono tante banche, perché questo crea un effetto potenzialmente destabilizzante”, ha osservato Padoan, proprio per evidenziare come occorra non agire sotto l’impulso della fretta. Per l’Ue resta aperta la possibilità che ogni Paese membro possa creare una sua bad bank, ma è chiaro che in Italia una soluzione del genere appare poco percorribile. Il debito pubblico impedisce infatti di usare risorse dello Stato, mentre il tentativo privato con il Fondo Atlante non sembra proprio aver funzionato.

 

 

 

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