Cresce il divario tra generazioni: 2 ragazzi italiani su 3 non hanno regole né controlli da parte della famiglia sull’utilizzo dei socia
Cresce il divario tra generazioni: 2 ragazzi italiani su 3 non hanno regole né controlli da parte della famiglia sull’utilizzo dei social. Più di un ragazzo su tre reputa gli adulti abbiano scarse capacità online. Lo rivela la survey condotta dall’Osservatorio Scientifico della non profit Social Warning – Movimento Etico Digitale. «È sempre più necessario costruire un ponte tra genitori analogici e figli digitali per arrivare ad un sano equilibrio tra vita on-line e off-line» commenta Davide Dal Maso, fondatore di Social Warning e membro del Tavolo di Lavoro ministeriale sulla Cittadinanza Digitale.
Tre mesi all’anno al telefono
L’analisi ha preso in esame i ragazzi tra i 12 e i 16 anni e rileva non solo l’assenza di regole impartite dai genitori, ma anche il fatto che un quinto dei ragazzi può navigare sempre anche dopo le 23. I giovani intervistati riportano che le regole più diffuse sono: il tempo nell’utilizzo delle tecnologie, non effettuare chiamate durante i pasti e studiare prima di utilizzare lo smartphone. Tra le più particolari invece ci sono quelle di non usare il telefono più di 6 ore al giorno (che significa passare 3 mesi all’anno sul device) e quelle di stare attenti alle onde elettromagnetiche e 5G.
Il gap generazionale si accentua con l’ascesa di nuovi social come Twitch in cui si creano delle community finanziate dai giovani e con l’assenza degli adulti su social come TikTok e Snapchat.
La crescita di Twitch testimonia un’altra tendenza rilevante: l’attitudine da parte della community a sostenere economicamente il content creator. La particolarità di questa piattaforma è che, chi segue un determinato influencer, può sostenerlo economicamente facendo una donazione o abbonandosi al suo canale. Si tratta solitamente di pochi euro (3-4 euro) al mese che però permettono al produttore di contenuti di sostenersi e aumentare la qualità e la frequenza delle sue produzioni.
Competenze insufficienti
Colpisce però ancora come i giovani non abbiano le competenze digitali necessarie. uno su tre non ha mai guardato la privacy dei propri canali e significa che spesso sono ulteriormente attaccabili con fenomeni che i giovani dichiarano di aver già subito come cyberbullismo, adescamento e truffe.
Questo si aggiunge al fatto che il 62,7% di loro non ha mai pensato che i contenuti pubblicati sui social potrebbero essere valutati da chi farà loro un colloquio (grafico 10). Il 40,9% valuta gli adulti scarsi o molto scarsi nella capacità di utilizzare i social media e il 35,5% li ritiene non capaci di riconoscere le fake news.
Fonte: Il Sole 24 ore